Togo
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(XXXIII, p. 968; App. III, ii, p. 958; IV, iii, p. 648; V, v, p. 507)
Geografia umana ed economica
di Claudio Cerreti
Popolazione
La popolazione del T. (4.397.000 ab. nel 1998), che è uno dei paesi più poveri del mondo, con indicatori sociali oltremodo preoccupanti, cresce con ritmo velocissimo. La sua distribuzione è molto irregolare: nell'esigua regione costiera, dove è ubicata la capitale e che copre meno di un decimo dell'intera superficie, si raccoglie oltre un terzo del totale degli abitanti, con una densità circa quattro volte superiore a quella del resto del paese. Questo processo ha portato a una consistente crescita della capitale e della popolazione urbana (comunque assai meno numerosa di quella rurale), ma in insediamenti prevalentemente informali, appesantendo le condizioni generali della regione marittima.
Condizioni economiche
L'agricoltura rimane l'attività economica principale, praticata da circa due terzi della popolazione attiva su poco meno della metà della superficie statale (ormai quasi completamente diboscata), ma non è ancora in grado di garantire l'autosufficienza alimentare e richiede integrazioni fornite dagli aiuti internazionali o dal ricorso alle importazioni; le produzioni di cotone, cacao e caffè danno un piccolo contributo alle esportazioni.
L'industria moderna è pressoché inesistente: sono presenti soltanto alcuni stabilimenti dei comparti alimentare, tessile e del cemento. Modeste sono le risorse minerarie e nulle quelle energetiche; un certo sollievo alla bilancia commerciale proviene dalle esportazioni di fosfati, di cui il paese è piuttosto ricco.
Nel corso degli anni Novanta, d'altro canto, la produzione e la vendita di fosfati si sono ridotte di circa un terzo (benché le riserve stimate siano molto vaste), soprattutto in conseguenza del disimpegno internazionale provocato dal mancato rispetto di accordi volti a restaurare un sistema di rappresentanza democratica nel paese. Questo atteggiamento degli organismi finanziari internazionali è culminato nel 1993 con la sospensione degli aiuti non umanitari, ripresi l'anno seguente; nonostante il sostegno confermato dalla Francia al T., tale sospensione ha sommato i propri effetti negativi a quelli derivanti dalla confusa situazione politica interna e dal blocco (1991) degli investimenti pubblici, che avevano già gravemente penalizzato la produzione del paese, segnando regressi dell'ordine di oltre il 10% annuo all'inizio del decennio Novanta. Come altri paesi dell'area, inoltre, il T. ha subito le conseguenze (soprattutto in termini di inflazione) della svalutazione del franco CFA (Communauté Financière Africaine).
Verso la metà degli anni Novanta la situazione economica sembrava orientata a una ripresa e il PIL globale aveva recuperato i livelli degli anni Ottanta, anche se nel 1996 il Fondo monetario internazionale ha nuovamente sospeso i suoi finanziamenti (da diversi anni il T. non rimborsa le scadenze del suo debito), in attesa di più convincenti interventi di privatizzazione nei settori dei fosfati e del cotone.
bibliografia
A.K. Akibode, Impact économique et social du programme cotonnier au Togo, in Bulletin de l'Association des géographes français, 1993, pp. 125-49.
Y. François, Le Togo, Paris 1993; J. de Menthon, À la rencontre du Togo, Paris 1993.
A.K. Akibode, Quelques réflexions à propos de la politique togolaise de développement rural, in Bulletin de l'Association des géographes français, 1994, pp. 52-72.
A.K. Akibode, Structures agraires et évolution des milieux ruraux: le cas de la région cotonnière de l'extrême-Nord Togo, in Bulletin de la Société belge d'études géographiques, 1994, pp. 87-112.
M. Devey, Togo 96 - Dossier, in Marchés tropicaux et méditerranéens, 1996, 2632, pp. 791-828.
Storia
di Magali Steindler
A segnare il percorso del T. negli anni Novanta fu la faticosa gestione del nuovo scenario politico pluralista: dopo un periodo di violenti scontri e contestazioni, il Rassemblement du Peuple Togolais (RPT) di E.G. Eyadéma (presidente della Repubblica dal colpo di Stato del 1967) si era infatti trovato costretto a introdurre il multipartitismo (settembre 1992). Le elezioni del febbraio 1994 videro il successo di stretta misura del progressista Comité d'Action pour le Renouveau (CAR), che però non prese parte al nuovo governo, formato dal RPT e dalla centrista Union Togolaise pour la Démocratie (UTD) e guidato dal leader dell'UTD, E. Kodjo.
Le elezioni suppletive per tre seggi, previste per il novembre 1994, furono nuova causa di scontri tra la maggioranza e l'opposizione, guidata dal CAR, che boicottò l'Assemblea nazionale richiedendo l'istituzione di strutture indipendenti a garanzia della regolarità del voto. Lo scontro obbligò al rinvio delle consultazioni a data da destinarsi.
Nonostante il tentativo di stemperare le tensioni interne - come dimostrano l'amnistia accordata a tutti i detenuti per reati politici (dicembre 1994) e il pagamento ai dipendenti statali dei salari arretrati accumulati durante lo sciopero generale del 1992-93 (giugno 1995) - i rapporti tra partiti rimasero difficili. Il contrasto eplose in occasione della riprogrammazione delle elezioni suppletive, previste per l'agosto 1996. Al rifiuto da parte del governo di sottoporre lo scrutinio a un comitato internazionale di osservazione, il CAR rispose ritirandosi dalle consultazioni: privo del suo avversario più forte, il RPT riportò una netta vittoria. Forte di questo risultato, Eyadéma, ottenute le dimissioni di Kodjo, affidò la presidenza del Consiglio all'ex ministro per la Pianificazione, K. Klutse: tanto il CAR che l'UTD, di fatto estromessi, rifiutarono di prender parte al nuovo governo.
Nell'ottobre successivo, la decisione di un partito minore, l'Union pour la Justice et la Démocratie (UJD, 2 seggi), di confluire nel RPT, unita al cambiamento di fronte di un deputato dell'UTD, garantì al partito di governo la maggioranza assoluta in Assemblea nazionale (41 seggi su 81). L'opposizione, priva di effettivi strumenti per portare avanti le sue istanze, ricorse sempre più spesso a forme di protesta come il boicottaggio delle sedute parlamentari e l'organizzazione di dimostrazioni popolari. Al centro delle rivendicazioni rimaneva la tutela dell'autorità e dell'indipendenza degli organismi deputati a vigilare sulla regolarità delle operazioni di voto: il rifiuto del RPT di concedere alla Corte costituzionale il potere di giudicare su questioni elettorali spinse CAR e UTD a disertare i lavori parlamentari per il rinnovamento della Corte stessa (insediata comunque nel febbraio 1997); nel settembre 1997 fu approvata l'istituzione di una nuova commissione elettorale di 9 membri (di cui 4 dell'opposizione) sotto la direzione del presidente della Corte d'appello. Il CAR boicottò la sessione, in risposta al rifiuto governativo di pubblicare i risultati di un'inchiesta dell'Unione Europea sulle elezioni nel paese: nello stesso mese, con altre formazioni tra cui l'Union des Forces de Changement (UFC), organizzò una manifestazione contro il governo, accusato di illegalità nello svolgimento delle elezioni presidenziali.
Le consultazioni presidenziali (giugno 1998) si svolsero dunque in un clima di sospetto: la nuova vittoria di Eyadéma (52% dei voti) fu oggetto di vivaci contestazioni - in particolare da parte dei sostenitori del leader dell'UFC, G. Olympio, secondo con il 34% - subito messe a tacere dal governo. In segno di protesta l'opposizione organizzò il boicottaggio delle elezioni legislative (marzo 1999): privo di avversari, il RPT ottenne una schiacciante vittoria, conquistando 58 seggi sui 59 a disposizione.
Al centro della politica estera del T. fu il miglioramento, a partire dal febbraio 1994, dei difficili rapporti con il confinante Ghana. In novembre vennero riallacciate le relazioni diplomatiche tra i due paesi (interrotte dal 1982); nel mese seguente fu riaperto il confine, chiuso da 11 mesi. Nel luglio 1995 le due nazioni aderirono al protocollo di non aggressione tra i paesi membri dell'ECOWAS (Economic Community of West African States). In agosto, in accordo con l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, si diede inizio al rimpatrio degli esuli da Ghana e Benin: nel dicembre 1996 erano stati rimpatriati dal Ghana circa 40.500 Togolesi, su un totale di 48.000.
Sul piano dei contatti con i paesi europei, ebbe importanza notevole l'avvicinamento alla Francia, che giunse a cancellare parte del cospicuo debito del paese (maggio 1995).
bibliografia
T. Tete, Démocratisation à la togolaise, Paris 1998.