Vedi TOLEMAIDE dell'anno: 1966 - 1997
TOLEMAIDE (v. vol. VII, p. 896)
La recente presentazione di alcuni frammenti ceramici del VII e VI sec. a.C. (uno di essi appartiene a un'anfora attica del tipo SOS) è venuta a confermare la frequentazione della rada di T. fin dall'età arcaica e ha anche suggerito l'ipotesi dell'esistenza di una città precedente alla fondazione tolemaica. La documentazione archeologica nota attualmente rende, però, più realistica la vecchia teoria che limita il ruolo di questo centro, fino alla metà del III sec. a.C., a quello di scalo marittimo di Barce.
La fondazione della città di T. è messa in relazione alla restaurazione del potere lagida in Cirenaica, favorita dal matrimonio di Tolemeo III e Berenice. Un impianto urbanistico perfettamente regolare viene allora tracciato tra le ultime pendici del Ğebel Akhdar e il mare, all'interno di un'area delimitata a E e a O dallo wādī Ziwana e dallo wādī Khambiš. Una possente cinta muraria circonda la città, fino a inglobare i primi contrafforti dell'altopiano. In alcuni punti essa si conserva, in altezza, per una decina di metri. Nel settore O domina ancora Porta Teucheira, racchiusa tra due torri. Il pendio che digradava verso il mare viene completamente terrazzato, per consentire l'applicazione di un tracciato regolare. Questo tradisce la funzione marittima di T., avendo come palese punto di riferimento il porto, recentemente riconosciuto a E del promontorio, al quale conducono i due immensi assi viari orientati N-S, che tagliano le platèiai tracciate da E a O. Le insulae sono dimensionate con il piede tolemaico di m 0,365 e misurano m 36,50 X 182,50 ossia 100 X 500 piedi. Alla fase ellenistica della città risalgono il teatro superiore, ricavato nelle pendici del Ğebel, e il ginnasio. Questo è stato riconosciuto nel «Piazzale delle Cisterne», che deve il suo nome al complesso di gallerie (tredici in senso E-O e otto in quello N-S) costruite nelle sostruzioni del piazzale. La struttura aveva forma di quadriportico, con ambienti chiusi che si affacciavano sui lati N, E e S. Nella parte settentrionale dell'area scoperta si conservano ancora, seppure inseriti in costruzioni posteriori, i resti di un grande basamento per statue onorarie. Coerente con la grandiosità di questa fase urbanistica e architettonica è il mausoleo della necropoli occidentale, databile al tardo ellenismo. Esso sorge su un nucleo di roccia mascherato da una gradinata; ha il lato di m 11 e si innalza ancora per una quindicina di metri. Sopra la gradinata si eleva il primo ordine, a parete piena e coronato da un fregio dorico. Il secondo ordine presentava, invece, le pareti modulate da semicolonne. Dell'architettura privata di questo periodo si sono riconosciute poche tracce, individuate sotto le fasi edilizie più recenti.
Gli scavi eseguiti in questi anni da una missione archeologica inglese nel settore a N della via monumentale hanno portato dati sicuri alla conoscenza delle abitazioni di età romana. Esse sono costituite da ambienti distribuiti attorno a un peristilio e sono dotate di cisterne per l'approvvigionamento idrico. Nei secoli successivi verranno, a volte, unificate con altre contigue, per dar luogo ad abitazioni di maggior prestigio. Al periodo imperiale risalgono anche l'anfiteatro, l'ippodromo, costruito al limite meridionale della città, e un arco quadrifronte, innalzato sulla via monumentale. Il rinvenimento vicino al c.d. odèion (in realtà un bouleutèrion) di un'iscrizione in cui viene menzionato il foro, ha suggerito l'ipotesi di riconoscere il luogo dell'agorà nella vasta spianata posta immediatamente a N di questo edificio e disseminata di basi di colonne del II sec. d.C. L'interpretazione del monumento a pianta interna semicircolare come un bouleutèrion, anziché come un odèion, che è sostenuta dalla mancanza dell'edificio scenico, accredita ulteriormente questa proposta. All'interno dell'edificio per riunioni pubbliche è stata ritrovata una scultura che si propone nello stesso tipo iconografico di due statue rinvenute a Palestrina, conservate al Vaticano, nel Museo Gregoriano Profano: essa è stata interpretata come una raffigurazione di Nike, divinità particolarmente idonea a figurare nel programma decorativo di una curia.
Con Diocleziano T. diventa la capitale della Libya Superior o Pentapolis, al posto di Cirene, che si vede sottrarre il ruolo a causa della posizione eccentrica rispetto alla nuova unità amministrativa. T. conserverà il rango di capitale fino alla metà c.a del V sec. d.C. Al tempo dell'episcopato di Sinesio diventerà il centro della vita religiosa ed ecclesiastica della provincia. Il quadro urbanistico-architettonico si adegua al nuovo ruolo politico e si apprestano i luoghi della celebrazione del potere. La seconda platèia da N, alla fine del IV sec. d.C., viene bordata da nuovi portici nel settore compreso fra i due stenopòi di maggior ampiezza, per l'estensione di sei isolati: i portici sono realizzati in granito grigio, in marmo blu e cipollino. A O era inquadrata da un arco onorario a tre fornici, databile al 311-312 d.C.; a E terminava in un tetràstylon, un monumento che prende il posto dell'arco quadrifronte e che si presentava nella forma di quattro colonne impostate su basamenti a gradoni. Sui capitelli corinzi dovevano trovarsi statue onorarie. All'interno dell'antico quadriportico del ginnasio, sul luogo della base onoraria, vengono costruiti i rostri. Il terreno circostante è sistemato a terrazze; al tribunal si pone il suggestivo fondale di sei alte colonne ioniche disposte a π. Ai lati del piazzale si elevano due edicole monumentali che chiudono lateralmente la composizione architettonica. Altri interventi pubblici si registrano nel vecchio bouleutèrion, che è trasformato in un teatro marittimo con l'abbassamento del piano dell'orchestra e la costruzione di un proscenio. Un teatro viene inoltre costruito nel settore NO della città. L'inurbamento conseguente al trasferimento in T. della sede politico-amministrativa richiede interventi per porre rimedio alla cronica insufficienza di acqua di questa città, che si concretizzano nella costruzione di due giganteschi bacini d'acqua immediatamente a E del «Piazzale delle Cisterne». Prospicienti sulla via monumentale, vengono erette delle terme pubbliche, con un grande atrio colonnato sul quale si aprono gli ambienti funzionali. Alla fase originaria di periodo costantiniano ne segue una seconda degli inizî del V sec. d.C., che comporta l'aggiunta di alcuni ambienti e di una piscina al centro dell'atrio. Sempre sulla via monumentale venne eretta una grande fontana nella quale furono riutilizzati i famosi bassorilievi con otto Menadi danzanti. La casa a peristilio che si affaccia sul lato Ν della via monumentale, alla sua estremità occidentale, subisce una radicale trasformazione a opera del consolare Paolo, che fece incidere il suo nome su una lastra della pavimentazione dell'aula di udienza. Nell'edificio potrebbe probabilmente localizzarsi la residenza del governatore della provincia, mentre nella casa della trìkonchos - anch'essa profondamente ristrutturata - andrebbe riconosciuta l'abitazione di un personaggio della classe senatoria provinciale. Vicino al mare sono stati infine rinvenuti i resti di una casa degli inizî del V sec. d.C., che ha restituito un mosaico policromo con la raffigurazione di Orfeo.
Il trasferimento della capitale ad Apollonia, attorno alla metà del V sec. d.C., comporta una riduzione dell'attività edilizia. A questo periodo va comunque attribuita la basilica occidentale, cui possono aggiungersi due edifici cristiani non ancora scavati. A Giustiniano si deve un intervento volto a ripristinare l'efficienza dell'acquedotto (Procop., Aed., VII, 2,9). Ma l'edificio più significativo è il c.d. Quartiere del Dux, una costruzione vasta e possente che sorge verso il bordo meridionale della via monumentale, nella parte orientale, con la probabile funzione di fortezza, come suggerisce il rinvenimento di una copia del decreto di Anastasio I relativo all'ordinamento delle truppe della regione (501 d.C.).
L'arrivo degli Arabi nel 644 d.C. non determina una immediata cessazione della vita di Tolemaide. Un'iscrizione cufica è infatti riutilizzata nella trìkonchos che sorge immediatamente a NE del tetràstylon e un'attività industriale del primo periodo arabo risulta attestata in un'abitazione posta leggermente a Ν della via monumentale (casa G o del peristilio ionico).
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