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TOLENTINO

di G. Annibaldi - Enciclopedia dell' Arte Antica (1966)
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Vedi TOLENTINO dell'anno: 1966 - 1997

TOLENTINO (Tolentinum)

G. Annibaldi

Città della Regione V Augustea, situata in un importante incrocio stradale sulla sinistra del Chienti (Flusor).

È menzionata da Plinio (Nat. hist., vii, 13) tra le città municipali del Piceno, come è confermato dal Liber Coloniarum (pp. 226, 259) che ci ricorda pure un ager Tolentinus. Apparteneva alla tribù Velina. Conosciamo attraverso le iscrizioni un patronus, due seviri augustales, un praefectus fabrum.

Sembra che nei primi secoli T. fosse diocesi. Un vescovo, Basilius Tolentinus, intervenne ai Concili romani del 487, 495 (?), 499 e 502. Abitata in età pre e protostorica, come attestano i varî materiali litici (tra cui un ciottolo inciso di tipo Paleolitico Superiore) ed i corredi delle necropoli dell'Età del Ferro delle contrade Bura (tombe a circolo), Settedolori e S. Egidio.

Tolentinum occupava l'area dell'attuale città, nel cui nucleo centrale più antico è ancora riconoscibile lo schema urbanistico romano.

Il corso Garibaldi è il suo decumanus e nella piazza della Libertà, che indubbiamente ripete il luogo del Foro, incrocia con il cardo che segne l'andamento ortogonale, pur nel ripido pendio verso S-E.

Nella Piazza della Libertà, ed in altri quartieri della città si sono avuti nel corso dei secoli frequenti rinvenimenti di frammenti di statue o architettonici e di resti di edifici oltre ad epigrafi, di cui una con dedica a Giunone; nella chiesa di S. Catervo il monumentale sarcofago di S. Catervo del sec. IV d. C.

Bibl.: C.I.L., IX, p. 530, nn. 5564-5572; H. Nissen, Italische Landeskunde, Berlino 1902, II, p. 421; F. Lanzoni, Le diocesi d'Italia, Faenza 1927, p. 390; H. Philipp, in Pauly-Wissowa, VI A, 1936, c. 1671, s. v. Tolentines(sis).

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