tolletto
Collegato com'è con ‛ togliere ' e con ‛ tolletta '(v.), il termine indica appropriazione colpevole di beni altrui. L'unica attestazione è in Pd V 33, dove si asserisce che disporre liberamente di qualcosa già offerto in voto a Dio, è come pretendere di fare buon uso, meritorio per l'anima, del ricavato di un furto: Se credi bene usar quel c'hai offerto, / di mal tolletto vuo' far buon lavoro.
Il Petrocchi, ritenendo non pertinente la corrispondenza oppositiva fra mal e buon, stampa tutto unito maltolletto: sostantivo del quale si hanno attestazioni in Giacomino da Verona (De Babilonia 300 " eo n'abandonai Deo /... toiando le rapine, / l'osure e 'l maltoleto ") e Iacopone (Figli, neputi 2 " rennete / lo maltolletto ") in poesia; in prosa, nei Capitoli della Compagnia di S. Gilio (" l'uomo non potendo aver pace da Dio... di maltolletto ": Schiaffini, Testi 52) e in altri testi del Duecento (cfr. Castellani, Nuovi Testi, glossario).