TOLOMEI
. Famiglia senese. Lasciando da parte le favole che li facevano discendere dai sovrani d'Egitto, sembra che i T. venissero in Italia con gli eserciti di Carlomagno. Stabilitisi in Siena come banchieri, arricchirono, divennero proprietarî di case e castelli in città e nel contado, furono ascritti all'Ordine dei Grandi e al Monte del Gentiluomo. Erano patroni della chiesa di S. Cristoforo dove si adunavano i consoli nel sec. XII. Ebbero molti Beati, fra i quali Bernardo, che all'inizio del sec. XIV fondò la congregazione degli olivetani; diversi vescovi: Rinaldo e Francesco, vescovi di Siena nel 1294 e nel 1459, Claudio, vescovo di Tolone nel 1530; furono cavalieri gerosolimitani e di S. Stefano. Diedero origine a rami innumerevoli; si contarono nel Senese fino a 70 famiglie legate dal vincolo della consorteria. I frequenti esilî prodotti dalle lotte politiche e specialmente dal loro antagonismo coi Salimbeni, portarono alla formazione di numerosi rami fuori di Siena. Il primo dei T. di cui si abbia notizia certa è una Baldistricca (1121). Nel 1261 la politica del comune contro i Grandi li costrinse a ritirarsi a Radicofani, ma due anni dopo furono richiamati in città. Uno dei più turbolenti fu Piero di Mino, che combatté contro Uguccione della Faggiuola e Castruccio Castracani. Il suo ramo, sbandito, si trasferì a Ferrara, dove aggiunse il nome Dell'Assassino. Nel 1355 i T., appoggiati da Carlo IV, provocarono la rivolta che cacciò il governo dei Nove, e Raimondo fu nel '61 fatto cavaliere e conte palatino dell'imperatore. Nei secoli successivi sono da segnalare i letterati Lattanzio e il già ricordato Claudio. Alla metà del sec. XVIII due soli rami sopravvivevano in Siena. Uno di essi si divise in due linee, delle quali una possedeva il palazzo familiare del sec. XIII, l'altra si trasferì a Ravenna. Un ramo aggiunse nel sec. XVIII il titolo di conti di Lippa per concessione dell'imperatore Leopoldo. Un altro ramo, distaccatosi con Tommeo, diede origine alla linea dei Tolomei di Pistria ancora vivente.