TOLOSA (Toulouse; A. T., 35-36)
Città del SO. della Francia, capoluogo del dipartimento dell'Alta Garonna, sede arcivescovile, di prefettura, di corpo d'armata, di corte d'appello, d'università e di scuola di belle arti. È situata (130 m. s. m.) nella vasta pianura alluvionale della Garonna, tra la riva destra di questo fiume e il canale navigabile di Mezzodì, a valle della confluenza di tutte le acque dei Pirenei; il sobborgo di San Cipriano si trova sulla riva sinistra della Garonna.
Tolosa ha vie strette e tortuose nei vecchi quartieri con la larga piazza del Campidoglio, e vie più dritte e larghe nei nuovi quartieri sorti nel lato di NE.; è strategicamente ed economicamente importante per la sua posizione geografica alla convergenza di tutte le strade provenienti dai Pirenei, dal Mediterraneo e dall'Atlantico lungo le vallate dei fiumi che sboccano nella pianura garonnese. A N. le grandi strade da Bordeaux e da Parigi nella vallata della Garonna; a E., la strada da Albi nella Vallata del Tarn e quella da Castres nella vallata dell'Agout; a S. la strada per Narbona e Montpellier nella vallata dell'Hers, quella dal Foix nella vallata dell'Ariège e l'altra da Tarbes nella vallata della Garonna a O. la strada da Auch e dall'alta Guascogna nella vallata della Save. Per queste vie affluiscono a Tolosa, divenuta perciò il più grande mercato del mezzogiorno della Francia, tutti i prodotti agrarî delle circostanti regioni che dànno luogo a un attivo commercio e sono la base di numerose industrie di trasformazione: le più importanti sono quelle della confezione di farine, paste e conserve alimentari, le distillerie, la manifattura di tabacchi. Minore importanza hanno le industrie metallurgiche (le fonderie di rame e di ferro). Il territorio è costituito di limo alluvionale finissimo, molto fertile ed è coltivato a cereali, ortaggi, prati, viti e alberi da frutta.
La popolazione è in forte e continuo aumento: da 126.936 ab. nel 1866 è passata a 150.000 nel 1911, a 175.434 nel 1921 a 194.564 nel 1931.
Il movimento commerciale e il traffico delle merci è, in gran parte, fatto per mezzo delle numerose linee ferroviarie principali, provenienti da Narbona, Bordeaux, Parigi, Baiona, e secondarie che si diramano in tutti i sensi; in minima parte, a causa delle alte tariffe di trasporto, si svolge attraverso il canale navigabile laterale alla Garonna che, per mezzo del canale di Mezzodì o dei Due Mari si prolunga fino al Mediterraneo. La Garonna è poco navigabile a causa del suo regime torrentizio, con scarsa corrente, malgrado l'apporto degli afflluenti, o con piene impetuose che spesso si elevano oltre i m. 2,50 straripando nei terreni limitrofi. Tolosa ha due stazioni ferroviarie: una a E. (Matabiau) e l'altra a O. (Roguet).
L'università di Tolosa risale al 1229: comprende le facoltà di legge, di lettere, di scienze, di medicina; è fiancheggiata da parecchi istituti (fra i quali, quelli di studî provenzali, spagnoli, catalani, portoghesi). L'Istituto cattolico, del 1877, è costituito dalle facoltà di teologia e diritto, lettere, scienze, con una scuola di agricoltura e un'altra di studî economico-sociali. È importante per tutta la Francia meridionale una scuola nazionale veterinaria (aperta nel 1825). Oltre alla biblioteea universitaria (circa 300 000 volumi), è importante quella comunale di circa 220.000 tra volumi e documenti con 850 incunaboli.
Tolosa possiede un museo di storia naturale (1865, con la pubblicazione delle Annales), un museo etnografico e inoltre un museo archeologico; fra le società accademiche, ha una lunga tradizione l'Académie des Jeux-Floraux, sorta nel 1323 e riorganizzata nel 1694; la Société archéologique du Midi de la France (1831) ha pubblicato 17 volumi di Mémoires (1832 segg.), e il Bulletin (1869 segg.); l'Académie des Sciences, Inscriptions et Belles-Lettres (1640) ha edito dei Mémoires (1782 segg.).
Monumenti. - La città conserva dei suoi passati splendori alcuni bei monumenti, tutti in laterizio, ai quali il tempo ha conferito una calda e caratteristica patina. Della basilica visigotica della Daurade (sec. VI) demolita e ricostruita nel sec. XVIII, non rimangono che alcune colonne con capitelli, conservate nella regione. La grande epoca dell'arte medievale per Tolosa furono i secoli XI e XII. La chiesa di Saint-Sernin, oggi la più grande chiesa romanica dopo la scomparsa di Cluny, ne è il più bel monumento.
Il coro fu consacrato da Urbano II nel 1096; i lavori continuarono, in seguito, sotto la direzione di Raymond Gayrard (san Raimondo) che edificò il transetto e la parte bassa della navata (fino verso il 1118); e temiinarono nel sec. XII. La pianta ha cinque navate, transetto con navate, coro con ambulacro e cappelle a raggera; la struttura, vòlte a botte sulla navata centrale, vòlte a crociera sulle navate laterali e sull'ambulacro, matroneo al di sopra della prima navatella; all'incrocio del transetto cupola su pennacchi sostenente un'alta torre con guglia. La decorazione plastica presenta anch'essa un grande interesse: comprende una pala d'altare, probabilmente quella stessa della consacrazione del 1096; sette bassorilievi incastonati nell'ambulacro (Cristo, Apostoli, Angeli) certamente contemporanei della pala d'altare; più di 600 capitelli e all'esterno due grandi portali doppî, uno all'estremità del braccio meridionale del transetto, l'altro alla porta Miégéville sulla facciata. Quest'ultimo portale, considerato un capolavoro della scultura tolosana (1120-1130), fu spesso raffrontato al "portale degli orefici" della chiesa di San Giacomo di Compostella, e la loro reciproca influenza fu spesso discussa. La chiesa di San Sermin faceva parte di un vasto insieme monastico di cui non rimane più nulla (salvo qualche capitello del chiostro, nel museo).
La cattedrale di S. Stefano, di costruzione più recente, è un monumento ibrido, a una sola navata (secolo XIII), uno dei primi esempî del gotico meridionale.
Il coro (secoli XIV-XVI) con navate laterali e ambulacro, imita, come quello della cattedrale di Narbona da cui deriva, il gotico della Francia del Nord. Le due parti non sono esattamente sullo stesso asse, e se la loro vicinanza può in certo qual modo infastidire, considerate separatamente, destano un vivo interesse, specie la navata molto ampia, coperta da potenti vòlte ogivali. Dell'attiguo chiostro distrutto, non rimangono che cinque capitelli nel museo. Parecchie altre chiese del sec. XV (la Dalbade, Notre-Dame di Taur, Saint-Nicolas) sono anch'esse a navata unica. Della fine del sec. XIII (1292) è la bella chiesa dei giacobini o domenicani, chiesa madre dell'ordine di S. Domenico: ardito corpo a una sola abside, diviso internamente in due navate da snelle e levigate colonne di 28 m. d'altezza: alzato che fu riprodotto nelle chiese domenicane di Agen e di Parigi.
I secoli XVI e XVII ornarono Tolosa di magnifici palazzi privati, ancora esistenti per la maggior parte, e costeggianti intere strade nei pressi della piazza Esquirol. Il più celebre è il palazzo Assézat (sec. XVI), esempio di sovrapposizione degli ordini classici, alla cui decorazione lavorò lo scultore Nicolas Bachelier. Citiamo ancora il palazzo Bagis (sec. XVI) con due cariatidi del Bachelier e il palazzo Bérenguier-Maynier o "Vieux-Raisin", dalle finestre inquadrate da cariatidi nella maniera del Bachelier.
II sec. XVIII attese soprattutto a lavori d'utilità pubblica, quali la costruzione delle vie lungo la Garonna, il compimento del Campidoglio e della piazza omonima, ma specialmente la sistemazione di splendidi giardini sull'area delle antiche fortificazioni.
Tolosa ha due importanti musei. Il museo Saint - Raymond (nell'antico collegio Saint-Raymond, secolo XV) con raccolta d'arti minori; il museo degli Augustins (antico convento degli agostiniani, chiostro del sec. XIV) con collezioni di sculture e di pitture. Questo museo è importante, oltre che per la raccolta completa degli antichi marmi romani trovati negli scavi di Martres-Tolosane, soprattutto per la collezione romanica, molto pregevole (unici resti dei distrutti chiostri di Saint-Sernin, di Saint-Étienne, della Daurade). Nel 1929 vi furono ricostruiti i due grandi portali delle sale capitolari di Santo Stefano (portale degli Apostoli, firmato "Gilabertus") e della Daurade. La scultura gotica vi è rappresentata particolarmente da una collezione di statue di apostoli dette di Rieux (sec. XIV) provenienti dalla distrutta chiesa dei cappuccini. Fra le collezioni di pittura moderna, citiamo il grande Moulay ‛abd ar-Raḥman del Delacroix. Alla scuola di pittura moderna di Tolosa è stata affidata da un cinquantennio la decorazione della Sala degli uomini celebri nel Campidoglio (Benjamin Constant, J.-P. Laurens, Henri Martin).
Bibl.: J. de Lahondès, Les monuments de Toulouse, Tolosa 1924; articoli di M. Aubert, canonico Auriol, P. Lavedan, H. Rachou, R. Rey, in Congrès archéologique de France, ivi 1929, Parigi 1930; can. Auriol e R. Rey, La basilique Saint-Sernin de Toulouse, Tolosa 1930; M. Aubert, L'église Saint-Sernin de Toulouse, Parigi 1933; R. Rey, l'art gothique du Midi de la France, ivi 1934; P. Lavedan, L'architecture religieuse gothique en Catalogne, ivi 1935; H. Graillot, Nicolas Bachelier, imagier et maçon de Toulouse, Tolosa 1917; H. Rachou, Pierres romanes toulousaines, ivi 1934; R. Rey, La sculpture romane languedocienne, ivi 1936.
Storia. - L'antica Tolosa (si trova anche la forma Tolossa, Τολῶσσα in Strabone) fu capitale dei Volci Tectosagi, e particolarmente dei Tolosati, un'importante frazione di quel popolo. Sembra che fino ai tempi di Augusto la città fosse situata sulle colline di Pech-David (Vecchia Tolosa), a sud di Tolosa, dove sono stati ritrovati varî residui preromani. Già prima della fine del sec. II a. C., Tolosa strinse un foedus con i Romani, foedus che si vuole sia stato rotto per l'atteggiamento incerto della città durante la guerra contro i Cimbri. I Romani avevano a Tolosa un castellum, donde Cesare fece venire dei veterani durante la guerra con le Gallie. Augusto diede ai Tolosani i diritti latini: Plinio pone la città fra gli oppida latina del Narbonese e Tolomeo la chiama colonia, ma senza dubbio erroneamente. Durante l'epoca imperiale fu una delle più ricche città della Gallia. Le sue scuole le meritarono il soprannome di Palladia. Vi sono stati ritrovati gli avanzi di un anfiteatro e i resti di un muro di cinta risalente al tardo impero. Nel sec. III San Saturnino vi diffuse il cristianesimo e vi subì il martirio.
Il re visigoto Ataulfo vi condusse il suo popolo (413-14) e l'imperatore Onorio, nel 419, diede la città e il paese a Wallia. Nel 438, un generale gallo-romano tentò di riprenderla, ma invano, ché nel 466 Tolosa divenne la capitale di un regno visigotico indipendente. Ma nel 508 Clodoveo, vincitore dei Visigoti a Vouillé, la sottomise. La relativa autonomia del mezzogiorno, e la funzione di capitale esercitata da Tolosa, sopravvissero però in parte a questi avvenimenti. Infatti, nel 530, Dagoberto creò per suo fratello Cariberto un regno attorno alla città: questo regno o ducato visse fino al 768, malgrado gli attacchi dei Saraceni di Spagna. Lo stesso avvenne del regno creato da Carlomagno per suo figlio Luigi il Bonario (nel 781), passato più tardi a Pipino II, ripreso da Carlo il Calvo, e riunito infine al regno di Francia dal figlio di quest'ultimo, Luigi il Balbo, re di Francia nell'877. Ma proprio allora, i conti di Poitiers, futuri duchi d'Aquitania, cominciarono con l'accampare pretese sulla contea di Tolosa, dove già una dinastia si veniva tacitamente formando. Questa dinastia sorge di pari passo con Raimondo di Saint Gilles, che comandava una delle schiere nella prima crociata; ma Guglielmo VII d'Aquitania approfitta della sua assenza per impadronirsi di Tolosa nel 1098, e la occupa per un certo tempo. Il re d'Inghilterra Enrico II, padrone dell'Aquitania, ritorna alla carica nel 1159, e pretende l'omaggio di Raimondo V, che chiama in aiuto il suo sovrano e cognato Luigi VII, re di Francia, il quale, nel 1149, aveva già tentato di prendere la città.
Ora Tolosa comprendeva due elementi distinti, il Bourg e la Cité. Esisteva inoltre un territorio di difesa, la Salvétat, ingrandita due volte, nel XII e nel sec. XIII. Infine un regime comunale s'era insediato nella città, senza legame diretto con le istituzioni municipali romane, salvo che per il diritto romano, il cui insegnamento veniva continuato. Il contatto coi mercanti tolosani e con gli abitanti delle città italiane, i bisogni di questi mercanti in fatto di sicurezza economica e giudiziaria costituiscono le cause dell'avvento del comune. Fino dal 1152, Tolosa ottenne le libertà fondamentali, non però a favore di tutti gli abitanti liberi: i capitulares (divenuti consoli nel 1175) amministravano la città in ciò che concerneva la giustizia (salvo quella criminale) e le imposte urbane.
Il periodo aureo della vita comunale si estende dalla fine dei torbidi del 1188 al periodo albigese circa il 1208; ma, in generale, Tolosa non godette che a intermittenza delle libertà comunali. Queste libertà vennero attenuate nel 1249, quando Alfonso di Poitiers succedette a suo cognato, Raimondo VII, e più ancora, nel 1271, quando Tolosa fu incorporata ai dominî reali. Durante la crociata degli Albigesi, Tolosa, che resistette nel 1211 a Simone di Montfort, dovette a lui sottomettersi dopo la battaglia di Muret (1215). Riconquistata da Raimondo VII nel 1218, fu assediata da Simone di Montfort, che perì il 25 giugno 1218, durante l'assedio. La città rimase a Raimondo VII, ma la sua sorte fu regolata dal trattato di Parigi del 1229. Lo stesso anno fu istituita l'università; nel 1302, un parlamento; nel 1317, il vescovato fu trasformato in arcivescovato dal papa Giovanni XXII. Sotto i Valois, la città di Tolosa conservò, all'ingrosso, i suoi privilegi, per quanto il numero dei capitouls fosse diminuito da 18 a 12 e poi a 8. Inoltre, l'elemento israelita, molto importante, cominciò col preoccuparsi per le misure antisemite. Nel 1384, si manifestò il movimento di rivolta politica e sociale dei Tuchins; nel 1406 e nel 1493, scoppiarono torbidi in occasione di doppie elezioni arcivescovili. Se l'inquisizione, nei secoli XIV e XV, in mano soprattutto dei francescani, non infierì eccessivamente, il calvinismo si propagò nel sec. XVI fra l'alta borghesia e i parlamentari. Le truppe del Condé penetrarono in Tolosa il 12 maggio 1562 e furono distrutte nel centro della città; nel 1566, riuscirono appena ad avvicinarvisi; nel 1569, gli assoldati di Montgoméry e di Coligny si fermarono alla periferia; ma, nel settembre del 1572, la notte di San Bartolomeo costò la vita a più di 200 protestanti. Nel 1596, Tolosa si sottomise a Enrico IV. Ma le passioni religiose non parvero attenuarsi, nonostante l'influsso di una civiltà letteraria che s'era già affermata fin dal 1323, con l'istituzione dei giochi floreali e la simbolica leggenda di Clémence Isaure. La città "rosa", così chiamata per la tinta dei mattoni di cui sono costruiti i numerosi e bei palazzi Rinascimento dei vecchi quartieri, fu più d'una volta ancora la città rossa: nel 1619, vi fu bruciato lo scienziato italiano Vanini, precettore dei figli di Bassompierre; nel 1632, vi fu decapitato Henri de Montmorency, contestabile di Francia, colpevole di complotto contro il Richelieu.
Al momento della revoca dell'editto di Nantes, e soprattutto dopo le ordinanze del 1724, il parlamento si mostrò brutale verso i protestanti, e fu così indotto a prendere posizione nei famosi processi Calas e Sirven (1762), le cui ingiustizie, abilmente messe in luce da Voltaire, servirono a mostrare la necessità di profonde riforme nella giustizia francese. Inoltre, Luigi XIV, che aveva visitato Tolosa nel 1659, durante il suo trionfale viaggio attraverso la Francia, distruggeva quel resto di autonomia, già strettamente frenata dall'intendente Lamoignon de Basville; nel 1685, il re si riservava la nomina dei capitouls, e solo nel 1778 il capitolat fu ricostituito. Quando scoppiò la rivoluzione, Tolosa si mostrò da principio relativamente calma: capitale di un'intendenza creata nel 1542, comprendente 11 diocesi o recettes, di un ufficio di siniscalco con 1 vicariato e 96 baylies, dotata di un patrimonio di acque e foreste, di una università e di un parlamento, centro di un priorato dell'ordine di Malta, poteva essere molto danneggiata dalle nuove trasformazioni. Parecchi parlamentari di Tolosa furono tradotti, in pratile e messidoro dell'anno II, davanti al tribunale rivoluzionario di Parigi e condannati a morte. Il Terrore infierì anche a Tolosa; una delle vittime fu Jean du Barry, infame cognato dell'amante di Luigi XV. Nel sec. XIX, la storia di Tolosa fu relativamente calma, salvo che nel 1814, quando Soult diede battaglia a Wellington, il 10 aprile, battaglia poco significativa del resto, e nel 1815, quando il Terrore bianco fu causa dell'assassinio del generale Ramel, o in periodo d'inondazioni, quella, specialmente, del 1875, che devastò il sobborgo Saint-Cyprien e causò la morte di 250 persone.
La contea di Tolosa.
Tolosa era la capitale di un territorio detto il Tolosano, comprendente le diocesi di Tolosa e di Rieux e una parte della diocesi di Montauban, e, più esattamente, della contea di Tolosa. La dinastia dei conti feudali sembra riallacciarsi a quella dei duchi e conti beneficiarî, che si spense con Fredelon, scomparso nell'852. Il fratello di questi, Raimondo I è il fondatore della dinastia che si spegne nel 1249, i cui principali rappresentanti sono: Raimondo IV di Saint-Gilles (1088-1105), possessore della contea di Rouergue e del ducato di Narbona, morto in Terra Santa, durante la prima crociata; Raimondo V (1148-1194), marito di Costanza di Francia, avversario, poi alleato di Enrico II d'Inghilterra, sotto il cui regno si sviluppò, nella contea, l'eresia albigese; Raimondo VI (1194-1222), la grande vittima della crociata degli Albigesi, scomunicato due volte, spogliato della contea dal Concilio del Laterano nel 1216, il quale riacquistò la maggior parte delle terre contro Simon e Amaury di Montfort; Raimondo VII (1222-1249), vincitore di Amaury di Montfort, scomunicato dal concilio di Parigi nel 1226, vinto da Luigi VIII di Francia e dalla vedova di questi, la reggente Bianca di Castiglia, la quale lo obbligò a firmare il trattato di Parigi del 12 aprile 1229: con esso una parte delle terre furono immediatamente riunite alla corona di Francia, un'altra parte costituirono la dote della figlia Giovanna, maritata ad Alfonso di Poitiers, fratello di San Luigi. Quando Giovanna e Alfonso morirono, senza eredi, nel 1271, la contea di Tolosa venne integrata al dominio capetingio.