Vedi TOLOSA dell'anno: 1966 - 1997
TOLOSA (v. vol. VIl, p. 906)
In località «Vieille Toulouse» sono stati riportati alla luce i resti di due fana risalenti al I sec. a.C., dei quali almeno uno è di tipo celtico; sono state inoltre scoperte rovine di abitazioni del II e soprattutto del I sec. a.C. Sono stati scavati anche oltre cento «pozzi funerarî» più o meno coevi, tipici della regione di T., sulla cui esatta funzione la discussione è ancora aperta. Spesso molto profondi (fino a 17 m), essi risultavano riempiti da materiali di vario genere, principalmente anfore vinarie italiche, che ricoprivano le offerte deposte sul fondo, ma anche vasi in terracotta e, talvolta, recipienti metallici, monili, armi.
Sono state studiate in diversi punti di T. le fortificazioni della prima età imperiale. Si è rivelata così la perfetta regolarità del loro apparato: il paramento murario, spesso 0,60 m, comprendeva alla base da 8 a 11 file di scheggioni di calcare; al di sopra di una triplice fila di mattoni, che attraversava tutto lo spessore del muro (2,40 m), ritroviamo tre o quattro filari di scheggioni e poi ancora una triplice fila di mattoni sormontata da un rivestimento in mattoni fino alla sommità del muro (« Tolo s am, coctilibus muris quam circuit ambitus ingens», Auson., Ordo urbium nobilium, XVIII, 1-2).
La campagna di scavo condotta nel 1988-1989 ha mostrato che nei pressi della Place Saint-Pierre, fino a un'altezza superiore ai 6 m, il riempimento interno di ciottoli e calcinacci era sostenuto da tramezzi in mattoni. In Gallia, tali strutture murarie sono state a lungo considerate databili a non prima del regno di Adriano, mentre invece la stratigrafia emersa nel corso degli ultimi scavi rivela che la cinta muraria di T. non può essere posteriore al I sec., e, più precisamente, addirittura agli anni 20-30: la costruzione delle mura stesse sarebbe forse da porre in connessione con il conferimento a T. del rango di colonia sotto Augusto o Tiberio. L'epiteto di Palladia, attribuito a T. da Marziale (IX, 99, 3) e poi ripreso da Ausonio (XV, 5, II; XVI, 17) e da Sidonio Apollinare (Carm., VII, 455), potrebbe essere una denominazione ufficiale entrata in uso all'epoca di Domiziano. La porta settentrionale, sotto l'odierna Place du Capitole, è stata scavata e distrutta nel 1971. Essa era inquadrata e protetta da due torri sporgenti a semicerchio, come a Nîmes, Arles e Autun; comprendeva due passaggi laterali e un'entrata principale voltata che dava su una grande corte circolare, come ad Avenches.
Sotto la Place Esquirol, nell'area del foro costruito nei primissimi anni d.C., è stato messo in luce il poderoso podio di un grande tempio del I sec. d.C. (Capitolium?), collegato con un portico. In occasione di lavori in città, sono stati rinvenuti sporadicamente resti di dimore private: le più antiche risalgono al I sec. d.C.
Lungo la Garonna, una fortificazione più tarda, visibile nell'Istituto Cattolico, venne eretta reimpiegando frammenti di costruzioni anteriori, pertinenti soprattutto a monumenti funerarî (rappresentazioni di Attis, acroterî con voluta e testa femminile, un capitello).
Nei pressi della Cattedrale Saint-Etienne (scavi 1986- 1987), il settore in prossimità della cinta augustea non fu urbanizzato che nel IV o nel V secolo. Lungo una via procedente in direzione N-S, larga 6 m, vennero allineate insulae regolari, tra cui un complesso termale comprendente - rinvenimento eccezionale - due caldaie in piombo. Alla stessa epoca sono riferibili le rovine di un enorme edificio poggiante sul paramento interno della cinta, nelle vicinanze della Place Saint-Pierre: le forme architettoniche che vi si riscontrano (esedre semicircolari) e la presenza di un'entrata sull'asse trasversale pongono la questione della funzione di tale costruzione e, più in generale, dell'evoluzione urbana di T. capitale del regno visigoto.
Non lontano, ma al di fuori della cinta, a N della chiesa di Saint-Pierre-des-Cuisines, sono stati rinvenuti (1996) i resti di una grande galleria con ingresso monumentale, che per tecnica edilizia e cronologia (fine IV-inizî V sec.) è da porsi in relazione con l'edificio a esedre. Sotto il Museo Saint-Raymond, presso la Basilica di Saint-Sernin, è stato scoperto (1996) un buon esempio di forno per la produzione di calce (V sec.), con il suo ultimo carico di frammenti di sarcofagi marmorei eseguiti dalla scuola di Aquitania: è destinato a essere collocato nel museo stesso.
A Saint-Michel-du-Touch, tra l'anfiteatro (scavato tra il 1984 e il 1987) e il tempio (?) che dominava la confluenza della Garonna e del Touch, si trovavano un esteso abitato e tre stabilimenti termali costruiti e risistemati nel periodo compreso tra i regni di Claudio e di Traiano. Il piano dell'arena fu ottenuto scavando il piano di campagna; la cavea (8.000 spettatori) poggiava su un terrapieno costituito da letti alterni di terra e ciottoli, sostenuto da ventiquattro muri disposti a raggiera, al di sopra, dei quali passavano i vomitoria; la facciata in mattoni era animata da esedre semicircolari, in corrispondenza delle quali (una sì, una no) si aprivano le entrate dei vomitoria. Costruito alla metà del I sec. d.C., il monumento fu ingrandito (la sua capacità fu quasi raddoppiata) intorno al 250 e abbandonato verso la fine del IV secolo. L'anfiteatro, le terme e il tempio (?) dovevano costituire, alla periferia di T., un insieme civico-religioso.
Per quanto concerne il nome «Tolosa», l'esistenza di toponimi paralleli nella Penisola Iberica suggerisce un'origine non celtica, ma forse «pirenaica» in senso lato.
Bibl.: M. Labrousse, Toulouse antique, Parigi 1968; id., Les fouilles de la place du Capitole à Toulouse en 1971, in Bulletin de la Société archéologique du Midi de la France, IV, 1969-1974, pp. 189-199; id., Une porte de l'enceinte gallo-romaine de Toulouse, in Mélanges d'histoire ancienne offerts à W. Seston, Parigi 1974, pp. 249-266; M. Labrousse, M. Vidal, Tour et courtine de l'enceinte gallo-romaine de Toulouse dégagées place Saint Jacques, in Pallas, XXI, 1974, pp. 99-109; M. Vidal, Note préliminaire sur les puits et fosses funéraires du Toulousain aux 2e et 1er siècles av. J.-C., in Aquitania, IV, 1986, pp. 55-65; M. Fincker, C. Domergue, J.-M. Pailler, L'amphitéâtre de Toulouse, in Les amphitéâtres de la Gaule (DossAParis, 116), Parigi 1987, pp. 46-51; De l'Age dû fer aux temps barbares. Dix ans de recherches archéologiques en Midi-Pyrénées, Tolosa 1987; Amphitéâtres romains. Les «Arènes» de Toulouse-Purpan (cat.), «Tolosa 1987; De l'Age de Bronze au Moyen Age. Découvertes en Midi-Pyrénées. Toulouse et sa région, in DossAParis, 120, 1987, pp. 5-98; Palladia Tolosa. Toulouse romaine, Tolosa 1988; G. Baccrabère, Le sanctuaire rural antique d'Ancely, commune de Toulouse (Bulletin de Littérature Ecclésiastique. Institut Catholique de Toulouse, Suppl., chronique 1), Tolosa 1988; J.-M. Pailler, Domitien et la «cité de Pallas», in Pallas, XXXIV, 1988, pp. 99-109; id., Domitien, la loi des Nar- bonnais et le culte impérial dans les provinces sénatoriales d'Occident, in RANarb, XXII, 1989, pp. 171-189; R. de Filippo, Nouvelle définition de l'enceinte romaine de Toulouse, in Gallia, I, 1993, pp. 181-204; J. L. Bourdartchouk, J. Ch. Arramond, Le souvenir du Capitolium de Toulouse à travers les sources de l'antiquité tardive et du Moyen Age. État de la question et perspectives nouvelles, in Archéologie du Midi médiéval, XI, 1993, pp. 3-39; Archéologie toulousaine. Antiquité et Moyen Age. Découvertes récentes 1988-1995 (cat.), Tolosa 1995; P. Moret, Le nom de Toulouse, in Pallas, XLIV, 1996, pp. 7-23; J. Ch. Arramond, J. L. Bourdartchouk, Le Capitolium de Tolosa? Les fouilles du parking Esquirol. Premiers résultats et essai d'interprétation, in Gallia, in corso di stampa.
(C. Domergue - J. M. Pailler)