TOLTECHI
. Antico popolo del Messico, di cui sono assai discusse l'esistenza stessa, l'origine, le vicende e la cronologia.
Secondo alcuni storici, i Toltechi sono un mito simboleggiante l'avvento di una civiltà superiore, per altri essi appartenevano alla grande famiglia dei Maya o piuttosto dei Nahua, come confermano le ultime ricerche. Discesi nel Messico, posteriormente ai Maya, verso il sec. VI d. C., emigrati dal lontano e misterioso Huehuetlapallan ("paese dalla terra rossa": probabilmente la California settentrionale, il Colorado e il Río Gila), avrebbero continuato per lunghi anni il loro nomadismo, soffermandosi per poco in più tappe, segnate dalla costruzione di centri provvisorî, fino al 661 d. C. a Mamenhi, città degli Otomí, che essi ricostruirono col nome di Tula o Tollan.
Nel 719, secondo la tradizione letteraria messicana, appaiono fra loro il Teoamoxtli o libro divino, dipinto a iconofoni, grande enciclopedia che raccoglieva tutto il divino e l'umano delle loro conoscenze, e il Tomalamatl, il grande sistema cronologico rituale di 260 giorni, giunto sino a noi.
Il governo, teocratico durante le peregrinazioni, sarebbe divenuto poi monarchico assoluto; i Toltechi agricoltori, introdussero nella regione il mais, il cotone, legumi, frutta e medicinali prima sconosciuti; architetti, scultori e pittori, lasciarono ricordi della loro arte a Tula, a Teotihuacán, a Xochicalco; musaicisti, ceramisti, tessitori e orafi abili, si possono chiamare i più grandi incivilitori dell'America precolombiana.
Qualche storico fa derivare il loro nome da quello di Tula, mentre, più esattamente, esso significherebbe "maestro d'arte" in contrapposto forse ad altre tribù, i Cicimechi, che passavano allora come barbare; il nome Toltechi, oltre che alla popolazione suddetta, sarebbe stato dato in seguito, fino al 1000 d. C., a tutte le tribù incivilite del Messico, i Maya compresi. La storia dei Toltechi è così piena di lacune, d'anacronismi, d'incertezze, di contraddizioni che, come s'è detto, va considerata in parte leggendaria e di difficile esposizione, benché due storici messicani, Fern. de Alva Ixtlilxochitl (1570-1649) e Mariano Veytia (1718-1779), abbiano tentato di presentarcela con molta erudizione. All'erudizione si univa disgraziatamente poca critica.
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