BOGGIANI, Tomaso Pio
Nato a Bosco Marengo (Alessandria) il 19 genn. 1863, entrò nel 1878 nell'Ordine dei predicatori nel convento di S. Domenico a Chieri. Ordinato sacerdote, fu dal luglio 1886 lettore di teologia a Graz, quindi inviato come missionario ad Istanbul, dove si trattenne cinque anni. Trasferito per breve tempo a Ragusa in Dalmazia, resse poi il convento di Graz, ritornando in Italia nel 1894 per insegnare nel collegio di Chieri. Nell'agosto 1900 divenne parroco della chiesa di S. Maria in Castello a Genova dove, distintosi per la profonda dottrina, fu chiamato dall'arcivescovo monsignor Pulciani alla cattedra di diritto canonico ed ecclesiastico del seminario.
Scoppiata la crisi modernista, il B., il cui rigore dottrinale era apprezzato da Pio X, fu nominato visitatore apostolico e inviato a ispezionare ben ventitré diocesi italiane, tra le quali Milano, Bologna e Verona, dimostrandosi inflessibile interprete delle direttive papali nella repressione delle diffuse tendenze di riforma, specialmente nel campo degli studi.
Interessante testimonianza dell'avversione del B. al movimento democratico-cristiano murriano è la relazione della sua visita nella diocesi di Cesena (pubblicata da L. Bedeschi in Il modernismo..., pp. 298-319): in essa è condannata soprattutto l'opera "sobillatrice" di alcuni sacerdoti rivolta ad appoggiare le agitazioni agrarie nel Cesenate d'accordo con le Camere del lavoro. Il B., partendo dall'idea che ogni modificazione della situazione esistente fosse pericolosa, sosteneva che la Chiesa doveva rimanere estranea ai conflitti sociali.
Consacrato il 16 ott. 1908 vescovo di Adria, il B. fu nominato nel gennaio 1912 arcivescovo di Edessa e delegato apostolico nel Messico, dove risiedette fino al 1914. Ritornato in Italia partecipò come segretario del Sacro Collegio al conclave del sett. 1914 e fu nominato amministratore apostolico della diocesi di Genova.
Creato cardinale nel concistoro del 4 dic. 1916, il B. fu destinato a reggere la diocesi genovese il 30 genn. 1919.
Fin dal discorso pronunziato nella chiesa metropolitana, nel giorno stesso del suo insediamento (21 giugno 1919), il B. tracciò le linee direttive del suo episcopato, secondo uno spirito di lotta contro "i nemici spirituali" che insidiavano da ogni parte il cristianesimo. Pose mano perciò ad una sistematica opera per tentare di estirpare le radici di tale dissoluzione, che egli, integralisticamente, vedeva nell'assetto della società allontanatasi dalla fede e, ancor più, nella scarsa coscienza che gli stessi cattolici sembravano mostrare per tali pericoli. L'opera pastorale del B. si svolse perciò in due principali direzioni: da una parte, accentramento delle organizzazioni cattoliche attorno all'arcivescovo e rigorosa vigilanza sulla disciplina e la dottrina del clero; dall'altra, violenta polemica nei confronti del partito popolare, da lui pubblicamente accusato, in una lettera pastorale del 25 luglio 1920, di violazione dei principi cattolici e di agnosticismo e indifferentismo religioso. Tali drastiche affermazioni, seguite dalla sconfessione nel novembre 1920 del più importante quotidiano cattolico genovese, Il Cittadino, e dalla rottura di qualsiasi rapporto, anche di fatto, con gli esponenti popolari locali, provocarono gravi dissensi tra le file dei cattolici genovesi e finirono col rendere tanto difficile la posizione del B. che la S. Sede, preoccupata anche delle risonanze nazionali del suo atteggiamento, credette opportuno richiamarlo a Roma (luglio 1921).
Assegnato a varie congregazioni (Concistoriale, dei Religiosi, degli Affari Ecclesiastici Straordinari, dei Seminari ed Università), il B. divenne successivamente vescovo di Porto e Santa Rufina. Al momento della morte, rivestiva anche la carica di cancelliere di S. Romana Chiesa e di sottodecano del Sacro Collegio.
Il B. morì in Roma il 26 febbr. 1942.
Fonti e Bibl.: I due anni di episcopato genovese dell'E.mo Card. T. P. B.: atti pastorali, Acquapendente 1922; Ricordo della visita di S. E. il card. T. P. B. alla nativa Bosco: 5-9 maggio 1928, Alessandria 1928; M. S. Gillet, Litterae encyclicae in memoriam T. P. card. B., in Analecta sacri ordinis fratrum praedicatorum, XLV (1941-42), pp. 190-198; Il Nuovo Cittadino, 27 febbr. 1942; La Civiltà Cattolica, XCIII (1942), n. 1, pp. 445 s.; E. Pratt Hower, Il Partito popolare, Firenze 1957, pp. 257, 358; E. De Marchi, Le nunziature apostoliche dal 1800 al 1956, Roma 1957, p. 173; G. De Rosa, Storia del mov. catt. in Italia. Dalla Restaurazione all'età giolittiana, Bari 1966, pp. 388-492; L. Bedeschi, Ilmodernismo e R. Murri in Emilia e Romagna, Parma 1967, ad Indicem; Enciclopedia Italiana, appendice II, 1, p. 418.