FIESCHI, Tommasina
Nacque a Genova intorno al 1448 da una famiglia di nobile e antica tradizione, che diede alla Repubblica molti dogi ed alla Chiesa, nel sec. XIII, due papi, Innocenzo IV e Adriano V.
I genitori, di cui non si conoscono i nomi, provvidero alla sua istruzione: imparò a leggere e a scrivere e l'arte del ricamo, arte considerata persino più importante delle lettere per una donna aristocratica; le combinarono inoltre un matrimonio conveniente. Alcuni studi, non confermati però dalle genealogie disponibili, riportano il nome del marito, Francesco o Filippo Fieschi. Dall'unione sarebbe nato un figlio, Filippino, che entrò nell'Ordine domenicano, nel convento di S. Maria di Castello, a Genova.
La F., come le amiche Battista Vernazza, Caterina Fieschi Adorno e Serafina Fieschi (probabilmente le ultime due lontane parenti), fu sempre fortemente attratta dalla vita spirituale e, verso il 1477, dopo la morte del marito, entrò in convento.
Nel 1497 venne riformato il piccolo e dissoluto monastero domenicano dei Ss. Giacomo e Filippo. Fu selezionato un gruppo di dodici suore guidate da Clemenza Doria, tra cui la F. con l'incarico di sacrestana, per moralizzare il convento ed imporre una stretta osservanza della regola domenicana.
I disturbi fisici della F., come quelli di molte sante, furono interpretati dai contemporanei come manifestazioni della sua spiritualità. Le sue palpitazioni cardiache vennero attribuite al fuoco dell'amore divino, e la piastrina d'argento portata all'altezza del cuore prescritta dai medici fu inefficace. Tuttavia visse fino all'età di 86 anni, morendo il 4 febbr. 1534 nel convento dei Ss. Giacomo e Filippo in concetto di santità.
Gli obblighi conventuali non impedirono alla F. di coltivare il suo notevole talento e di dedicarsi alla composizione letteraria e alle belle arti.
Alla luce delle attuali conoscenze tutta la produzione pittorica della F. si deve ritenere dispersa. Il biografo R. Soprani già nel 1667 riteneva perduto un suo dipinto, che raffigurava un sacerdote che consacra l'ostia presso l'altare, un tempo venerato nella città. Sempre il Soprani descrive, con ricchezza di particolari, un capolavoro di ricamo che aveva personalmente osservato: Cristo che sorregge il calice con gli apostoli inginocchiati ai suoi piedi, al centro l'Annunciazione, ecc. Di quest'opera non si hanno più notizie dal XIX secolo. Si sono perdute le tracce anche di un dipinto su pergamena firmato e montato su tavola, che raffigurava Cristo con la corona di spine sul capo, circondato dagli strumenti della Passione, visto da F. Alizeri verso il 1868 nel monastero delle clarisse di S. Maria della Passione a Genova. Nel notare come quest'opera evidenziasse "una certa fermezza non comune al suo sesso" l'Alizeri ipotizzava per la F. l'esistenza di un insegnante, probabilmente G. Mazzone d'Alessandria.
Opere: Tre manoscritti, contenenti le opere della F., sono conservati a Genova: due (di cui uno forse autografo; l'altro è una copia del sec. XVII) si trovano nell'Archivio conventuale di S. Maria di Castello, Fondo Monastero dei Ss: Giacomo e Filippo; ilterzo, databile ai primi del sec. XVI, è conservato nella Biblioteca civica Berio, arm. 23. Il trattato mistico Li sete scaline che adersano la creatura allo amor di Dio fu edito in italiano, con una traduzione in francese, da U. Bonzi: Le traité des septs degres de l'amour di Dieu de T. F., in Revue d'ascétique et de mystique, XVI(1935), pp. 29-86. Un capitolo del Trattato sulla carità fu pubblicato da U. Bonzi, Pagine inedite di una mistica italiana, in Il Regno, aprile-giugno 1943, pp. 93-97. Le brevi meditazioni sulta trasfigurazione (Matt. XVII, 1-13) e sull'incontro di Cristo con la samaritana (Giovanni IV, 6-29) si trovano in R. Cavalieri, Meditazioni evangeliche, in Mem. domenicane, XLV (1928), pp. 334-339; XLVI (1929), pp. 34-39.
Lo stile della F., modellato sul toscano classico, è punteggiato da forme liguri. Le sue opere dimostrano una buona conoscenza del latino, anche se le citazioni furono probabilmente tratte da manuali piuttosto che dalla lettura diretta delle fonti. Confrontati agli scritti di Caterina Fieschi Adorno, i componimenti della F. evidenziano un livello inferiore di esperienza mistica personale, ma una maggiore capacità di esposizione chiara e logica.
Fonti e Bibl.: Le uniche notizie biografiche della F. risalenti al sec. XVI si leggono nei capitoli XLV e LI dell'opera di C. Marabotto, suo padre spirituale: Vita mirabile e dottrina santa della beata Caterina Fiesca Adorna (Genova 1551), nella edizione riveduta per la pubblicazione da un anonimo (non da E. Vernazza, come talora si è proposto). Il genealogista genovese F. Federici, in Trattato della famiglia Fiesca, Genova [1646], p. 23, menziona la F., ma non è in grado di far luce né sulla sua famiglia né sul suo matrimonio. La fama di santità della F. attirò nel sec. XVII l'attenzione del benedettino D. Faucher, che cercò informazioni su di lei dal confratello genovese O. Spinola: cfr. V. Barrali, Chronologia sanctorum et aliorum virorum illustrium ac abbatum Sacrae Insulae Lerinensis, Lyon 1613, II, p. 356. Più complete notizie biografiche si trovano in Vita della venerabile suor Tommasa Fiesca monaca domenicana di R. Soprani, opera che il Soprani aggiunse alla successiva edizione della biografia di Caterina da Genova (Genova 1667). Soprani dà notizie sulla F. anche nelle opere maggiori: Li scrittori della Liguria, Genova 1667, pp. 168-269; Le vite de pittori scoltori et architetti genovesi, Genova 1674, p. 15 (2 ed., a cura di C. G. Ratti, I, Genova 1768, p. 25). La voce riguardante la F. in J. Quétif-J. Echard, Scriptores Ordinis praedicatorum ... II, Lutetiae Parisiorum 1721, p. 840, dipende dalle opere di Soprani. F. Alizeri corregge e integra Soprani nel suo articolo Di suor T. F. pittrice e ricamatrice, in Atti della Soc. ligure di storia patria, VIII (1872), pp. 403-415 e aggiunge pochi ulteriori dettagli in Guida artistica per la città di Genova, Genova 1847, I, pp. 339-350; II, pp. 1035-1051. La trattazione moderna più completa e documentata della F. è quella di V. Bonzi nel Dictionn. de spiritualité ascétique et mystique, doctrine et histoire, V, coll. 332-336 (una versione più succinta si trova nella Enc. cattolica, V,coll.1249-1250). L'articolo di S. M. Bertucci nel Dictionn. d'hist. et de géographie ecclès. è tratto dal precedente. Il legame tra la F. e s. Caterina è studiato da S. Pezzella, Caterina Fieschi Adorno in Diz. biogr. degli Italiani, XXII,Roma 1979, pp. 343-345.