TOMMASO arcidiacono
Cronista e uomo politico di Spalato. Nato di nobile famiglia circa il 1200, ebbe la prima educazione a Spalato, passando poi all'università di Bologna, dove sentì la predicazione di S. Francesco (1222), di cui lasciò un vivo ritratto nella cronaca (cap. 26). Tornato in patria esercitò il notariato, fu canonico e quindi arcidiacono del capitolo metropolitano. Prese parte attiva a quasi tutti gli avvenimenti importanti della vita cittadina, esercitandovi un'influenza moderatrice e benefica. Fu sempre pronto a difendere l'indipendenza del suo comune e le prerogative della chiesa spalatina. Lavorò dapprima alla riforrma dei costumi del clero cittadino, ostacolato dall'arcivescovo ungherese Guncello, sul quale riportò piena vittoria al cospetto del papa Gregorio IX (Perugia 1234). Durante le lotte civili scoppiate a Spalato ai tempi del malfermo governo dei conti croati, salvò la città dall'anarchia inducendo la cittadinanza a eleggersi un podestà "de gente latina" Gargano de Arscindis, col quale T. cooperò alla codificazione dello statuto "ad exemplar italicarum urbium" (cap. 33). Caduta la città in disgrazia del sovrano Bela IV, si adoperò ad alleviarne le dure sorti. Nel 1243 fu eletto arcivescovo, ma l'elezione fu annullata dal partito favorevole all'Ungheria. Nel 1261, ambasciatore al re, protestò per i conculcati diritti del comune. Morì nel 1268.
L'opera di T. Historia salonitanorum pontificum atque spalatensium oppure Historia salonitana, elaborata negli ultimi anni di vita, ha il disegno di una cronaca della metropoli spalatina, da S. Doimo (sec. I) alla morte dell'arcivescovo Roggero (1266). Però quanto più l'autore si avvicina ai suoi tempi, abbraccia anche gli avvenimenti della vita cittadina, assumendo il carattere di cronaca municipale. Riesce perciò una fonte storica di primaria importanza. Per la parte più antica l'autore dichiara di seguire scritti e tradizioni locali, mentre degli avvenimenti del sec. XIII egli fu in gran parte spettatore ed attore. Vivissima nella Historia l'affermazione della latinità di Spalato, netta la distinzione nazionale tra gli abitanti latini della città e i contermini Slavi. L'edizione più corretta è quella di F. Racki in Monumenta dell'Accademia di Zagabria, 1894.
Bibl.: A. Selem, T. A. e la storia medioevale di Spalato, Zara 1933; C. Šegvić, T. A. di Spalato, in Bullettino di archeologia e storia dalm., 1914; K. Šegvić, Toma splićanin Državljanin i pisac (T. di Spalato, l'uomo di stato e lo scrittore), Zagabria 1927.