BANDINI, Tommaso
Nacque a Felino (Parma) nel 1807 e compì i primi studi presso l'Accademia Parmense, sotto la guida di Giuseppe Carra; poi, vinto il pensionato artistico, poté recarsi a Firenze e frequentare per diciotto mesi lo studio di Lorenzo Bartolini, del quale divenne allievo prediletto.
L'esperienza compiuta a Firenze riuscì determinante per la formazione del B. che, sulla scia del maestro, s'impegnò nel tentativo di superare le formule neoclassiche per attingere una più naturale e commossa verità di espressione. A Parma egli fu successivamente nominato professore della locale Accademia ed ebbe modo di dare impulso a una scuola di scultura, dalla quale uscirono artisti di qualche fama, come F. Guastalla e A. Ferrarini. È possibile seguire il percorso del B. dal 1828, quando, giovanissimo, fu incaricato di scolpire a bassorilievo le due immagini alate della Fama sulla fronte del Teatro Regio, sino al 1849, anno in cui morì lasciando incompiuta la monumentale Pietà commissionatagli da Maria Luisa nel 1845. Nel 1838 il B. espose alla Mostra di Belle Arti una serie di ritratti, tra cui quello di Paolo Toschi, ora nel Museo dell'Istituto d'Arte di Parma. Tra le sue cose più felici è la statua marmorea del Petrarca,posta nel 1847 nel tempietto votivo di Selvapiana, costruito da G. Bettoli e affrescato da F. Scaramuzza: in essa l'eredità neoclassica è declinata con quella fluida eleganza formale che costituisce la più apprezzabile qualità del gusto del Bandini. Meno brillanti i monumenti funerari del Cardinale Caselli e del Vescovo Loschi nella cattedrale di Parma (seconda capp. della navata nord). Altre opere del B., conservate in Parma, sono: il busto di Ferdinando Cornacchia (1845, Steccata), la Ninfa Egeria (Museo dell'Istituto d'Arte), il S. Ludovico di Francia e la Madonna dell'aiuto (S.Maria del Quartiere), il bassorilievo nella lunetta del portale maggiore della Steccata, con due angeli in atto di reggere l'emblema dell'Ordine Costantiniano (1848). Della già ricordata Pietà (1845-'49) solo la figura del Cristo morto, tornita con squisito virtuosismo, è interamente del Bandini. La Vergine fu abbozzata da lui e compiuta dal Guastalla; il basamento è del Carpi. Il B. morì infatti a Parma il 3 maggio 1849 e Carlo III, successore di Maria Luisa, provvide a far compiere il gruppo, dedicandolo alla memoria della sovrana; Leopoldo d'Austria, infine, nel 1851 donò l'opera alla chiesa della Steccata, dove tuttora essa si conserva.
Fonti e Bibl.: Parma, Museo di Antichità, E. Scarabelli Zunti, Documenti e Memorie di Belle Arti Parmigiane, ms. 108, Vol. IX, cc. 25-28; G. Negri, Il Parmigiano istruito, Parma 1852, p. 68; G. Campori, Lettere artistiche,Modena 1866, p. 487; P. Martini, La Scuola parmense delle belle arti, Parma 1862, p. 27; P. Martini, Guida di Parma, Parma 1871, pp. 127, 134; G. B. Janelli, Diz. biogr. dei parmigiani illustri,Genova 1877, pp. 39 s.; L. Testi, Santa Maria della Steccata in Parma,Firenze 1922, pp. 109, 195-98, 206, 211 s., 255; G. Micheli, Selvapiana e il Monumento al Petrarca,Reggio Emilia 1928, pp. 34-39; L. Testi, La Cattedrale di Parma Bergamo 1934, p. 135; Inventario degli Oggetti d'Arte d'Italia, L. Serra, Prov. di Parma, Roma 1934, pp. 144, 148; A. Ghidiglia Quintavalle, Nobiltà ed arte di Fontanellato, Parma 1951, p. 35; G. Allegri Tassoni, Mostra dell'Accademia Parmense (Catal.), Parma 1952, pp. 17, 48; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon,II,p. 442; Encicl. Ital.,VI, p.83.