BOSCOLI (dal o del Bosco), Tommaso (Maso)
Nacque nel 1501 o 1503 a Fiesole da Pietro figlio di Maso d'Antonio da Settignano (Milanesi, in Vasari, 1879). Il Vasari lo dice "creato" di Andrea Ferrucci da Fiesole, che richiese la sua collaborazione assieme a quella di S. Cosini per il monumento funerario di Antonio Strozzi (morto nel 1524) in S. Maria Novella.
Al B. parrebbe appartenere, contrariamente all'affermazione del Vasari che gliele assegna entrambe, soltanto la figura intera di angelo alla sinistra; mentre quella di destra è riconducibile allo stile del Cosini (Gamba; Paatz). La sua formazione è da situarsi, comunque, nella cerchia degli scalpellini e intagliatori di Fiesole e di Settignano che in Firenze, in Roma e altrove operarono in gran numero per tutto il sec. XVI. E ben presto il B. dovette emergere e diventare un capogruppo.
Il B. sembrerebbe identificabile in quel Mastro Tommaso e Mastro Maso scarpellino da Settignano che appare spesso, nei pagamenti per lavori ornamentali, nel libro dei conti della costruzione del tempio di S. Biagio in Montepulciano, opera di Antonio da Sangallo il Vecchio (cfr. A. Schiavo, in Bollett. del Centro di studi di st. dell'architettura, n. 6, 1952, pp. 33-50). I lavori s'iniziarono nel 1518 e proseguirono ininterrottamente fino al 1528, per concludersi solo vari decenni più tardi. È tradizione infatti, priva di sufficiente documentazione, che il Sangallo, poiché solo "due volte l'anno, visitava quella fabbrica" (Vasari, IV, p. 288), ne affidasse l'esecuzione a un Tommaso Boscoli nato in Settignano, il quale si trovava a Montepulciano quando la costruzione era già iniziata e che, "terminato con molta sua gloria il lavoro, fu ascritto a questa città, ed acquistate case e possessioni fissò in questa città la sua dimora" (Parigi). Non parrebbe quindi casuale la coincidenza per cui nel 1563 troviamo un "Tomaso Boscoli da Montepulciano" scultore nel libro dei conti del casino di Pio IV al Belvedere, per pagamento di lavori eseguiti (Friedlaender).
L'11 ag. 1532 "Tomaso di piero boscherelo in Roma" scrive a Michelangelo di aver finito i suoi servizi presso il papa e gli chiede di servirsi di lui a Roma, o altrove (Pini-Milanesi). Per il progetto michelangiolesco della tomba di Giulio II, realizzato entro il 1545 a seguito del contratto del 21 ag. 1542, esegue su disegno di Michelangelo la figura giacente del pontefice, in S. Pietro in Vincoli, opera di scarso valore e priva di elementi caratterizzanti (Milanesi, 1875; Barocchi). Nel 1544 firma il gruppo marmoreo S. Anna,la Madonna col Bambino,e il committente Pietro de Velasco per S. Giacomo in Agone, ora a S. Maria di Monserrato, a Roma. Quest'opera, desunta dall'analogo gruppo di Andrea Sansovino in S. Agostino a Roma, con richiami anche a quello di Francesco da Sangallo in Orsanmichele a Firenze, e in alcuni dettagli riferentesi a moduli michelangioleschi, mostra incertezza compositiva e un gusto arcaico. L'8 marzo 1552 il B. intervenne, per la parte dei Chigi, a un lodo con gli eredi di Lorenzetto, rappresentati da Raffaello da Montelupo, per le tombe Chigi in S. Maria del Popolo (Gnoli). Il libro dei conti della fabbrica di S. Pietro registra, a nome di "Tomaso dal Boscho", alcuni contratti e pagamenti dal 1547 al 1556, per una serie di capitelli all'interno della basilica (F. Frey, Zur Baugeschichte des St. Peter - Mitteilungen..., in Jahrb. der k. preussischen Kunstsamml., XXXVII-XXXVIII [1916], Beiheft, pp. 106-108). Dal 1561 al 1563 appare, come già accennato, nel libro dei conti del casino del pontefice Pio IV al Belvedere per pagamenti di stucchi eseguiti in una stanza al primo piano.
Si trova, infine, il B. a Firenze nel settembre 1565, chiamato a eseguire tre statue in terracotta, ora disperse (La Religione esteriore,La Grazia,La Santa Operazione), nell'apparato che V. Borghini aveva concepito per le nozze di Francesco I de' Medici con Giovanna d'Austria. Durante la guerra di Siena (1552-55) - al servizio di Cosimo de' Medici - avrebbe sovrinteso ai restauri della fortezza di Montepulciano (Parigi).
Comunemente viene accettata come data della sua morte il 15 o 16 sett. 1574 in Firenze (Milanesi, in Vasari, 1879, p. 481 n.). Ma occorre ricordare che se Giovanni Boscoli è figlio di Tommaso, come troppe coincidenze sembrano confermare, occorre dar credito a una sua lettera del 15 genn. 1579 da Montepulciano al duca Ottavio Farnese: Giovanni s'era allontanato nel 1578 da Parma, ove operava quale architetto e scultore, per la notizia ricevuta di una grave malattia del padre e giustifica la sua prolungata permanenza a Montepulciano con la morte del padre e questioni di successione patrimoniale (Ronchini).
Fonti eBibl.: G. Milanesi, Le lett. di Michelangelo..., Firenze 1875, p. 718; C. Pini-G. Milanesi, La scrittura di artisti ital., II, Roma 1876, n. 189; G. Vasari, Le vite..., a cura di G. Milanesi, IV, Firenze 1879, pp. 288, 481; VII, ibid. 1881, p. 208; VIII, ibid. 1882, p. 619 (Descriz. dell'apparato... per le nozze dell'Ill.mo... don Francesco de' Medici..., [1566]; cfr. anche P. Ginori Conti, L'apparato..., Firenze 1936); A. Ronchini G. Boscoli e la Pilotta, in Atti e Memorie delleRR. Deputazioni di storia patria per le prov. modenesi e parmensi, VII (1874), p. 172; D. Gnoli, La sepoltura di A. Chigi, in Arch. stor.dell'arte, II (1889), p. 319; W. Friedlaender, Das Kasino Pius des Vierten, Leipzig 1912, p. 127; P. Barocchi, Commento a G. Vasari, Lavita di Michelangelo, III, Milano-Napoli 1952, pp. 1210 s., 1233-36; A. Parigi, Not. del card.Roberto Nobili..., Montepulciano 1836, p. 113; s. Benci, Storia di Montepulciano, Montepulciano 1896, p. 295; C. Gamba, S. Cosini, in Dedalo, X (1929), p. 232; E. Tormo, Monumentos deEspañoles en Roma, I, Madrid 1942, p. 70; W. e E. Paatz, Die Kirchen von Florenz, III, Frankfurt a. M. 1952, pp. 717, 810 n. 293; Ch. de Tolnay, Michelangelo, IV, Princeton 1954, pp. 152 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 393.