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CONSOLI, Tommaso

di Alessandra Cruciani - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 28 (1983)
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CONSOLI, Tommaso

Alessandra Cruciani

Nacque a Roma nel 1753 (il Fétis indica come luogo di nascita Osimo, ma nessuna testimonianza conferma questa notizia). Affermatosi come sopranista, sicuramente era a Roma nel 1774. Non si hanno notizie tuttavia riguardanti la sua famiglia, i suoi studi, i luoghi dove visse la sua prima giovinezza. Il 13 genn. 1775, al teatro di Corte di Monaco, prese parte alla prima rappresentazione de Lafinta giardiniera di W. A. Mozart, nelle vesti di Ramiro: il Rudhart sostiene che questa opera fu scritta da Mozart per il Consoli. In quell'anno fu invitato dall'elettore di Baviera Massimiliano Giuseppe alla sua corte come cantante di opere serie. Sempre a Monaco, nel 1777 incontrò Mozart e dell'incontro resta testimonianza in una lettera che il grande musicista scrisse al padre il 26 settembre: "die erste bekante Person die uns im fahren begegnete, war sig:re Consoli, welcher mich gleich kannte, und eine unbeschreibliche freude hatte, mich zu schen. Er war den andem tag gleich bey mir...". Il C. infatti era intimo amico della famiglia Mozart e in particolare del padre Leopold.

Ancora nel 1777 il C. ebbe la possibilità, grazie ad un congedo di sei mesi, di fare un viaggio in Italia. Durante la sua assenza morì a Monaco Pelettore Massimiliano Giuseppe e il suo successore l'elettore Carlo Teodoro, decise di congedare il C. dal suo servizio con una liquidazione di 3.000 fiorini. Ritornato in Italia, si stabilirà poi a Roma. Durante la fiera dell'Ascensione, il 27 maggio 1778 al teatro S. Benedetto di Venezia, cantò tra l'altrol'Alessandro nelle Indie, di L. Marescalchi, nella parte di Poro; fu inoltre nello stesso teatro durante il carnevale del 1779, protagonista nel Vologeso di G. Rust, testo di Apostolo Zeno (28 dic. 1778 secondo il Manferrari). Fu Enea nella Didone abbandonata di G. Schuster, sempre al teatro S. Benedetto di Venezia nel gennaio 1779, ove cantò accanto a Giovanna Gardi che interpretava Didone. Nel 1783 fu al Regio di Torino fra gli interpreti della Nitteti di S. Rispoli e del Vologeso di V. Martin y Soler. Per queste due interpretazioni gli venne corrisposto un compenso di 700 zecchini: era una cifra molto alta se si confronta con quella percepita dal primo tenore, Giuseppe Simon, che era di 160 zecchini. Nel corso della seconda opera (4 febbr. 1783) il C. cadde ammalato e non poté proseguire le recite. Ancora nella stagione teatrale 1785, non poté rispettare le clausole del contratto perché gravemente ammalato. Infatti in seguito ad una caduta aveva riportato la frattura di alcune costole con conseguente emottisi e febbre. Si esibì ancora a Mantova, Firenze, Milano. Benedetto Frizzi (Dissertazione di biografia musicale, in Schmidl, p. 69), lo definisce "soprano di rara figura, che cantò con voce forte e brillante assai bene..." e "... l'aria di bravura era il suo capo d'opera... anche nelle note più acute". Cantò inoltre nel Re pastore diMozart, interpretando il personaggio di Aminta; dell'esito di questa sua interpretazione non si ha notizia.

Il C. si distinse anche come attore, dando prova in ogni sua interpretazione di elegante arte scenica. Nel 1801, al teatro Carignano di Torino era capo compagnia di canto insieme con un certo Zuccato. Tornato a Roma, dove si stabilì delinitivamente, fu ammesso come cantore papale alla cappella Sistina e in tale incarico rimase probabilmente fino alla morte che si ritiene sia avvenuta a Roma nel 1810. Si sa comunque che nel 1808 era sicuramente in vita, come riportato dal Mendel nel Musikalisches Conversations-Lexikon.

Fonti e Bibl.: A. Albertini, W. A. Mozart. Epistolario, Torino 1927, p. 51; Fr. M. Rudhart, Gesch. der Oper am Hofe zu München, I, Italien. Oper von 1654-1757, Freising 1865, pp. 160 s.; H. Mendel, Musikalisches Conversations-Lexikon, II, Leipzig 1870, p. 553; M. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, III, Firenze 1954, p. 211; E. Schenk, W. A. Mozart. Eine Biographie, Zürich 1955, pp. 318 ss.; O. Jahn, W. A. Mozart, II, Leipzig 1956, p. 51; Storia del teatro Regio di Torino, I, M.-Th. Bouquet, Il Teatro di corte, Torino1976, pp. 404 ss., 422; II, A. Basso, Ilteatro della città dal 1775 al 1936, ibid. 1976, pp. 74 s.; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musicies, II, p. 348; C. Schmidl, Diz. univ. de musicisti, Suppl., p. 209.

Vedi anche
Vicente Martín y Soler Martín y Soler ‹... i solèr›, Vicente. - Compositore (Valenza 1754 - Pietroburgo 1806). Studiò specialmente in Italia. Direttore del Teatro italiano a Pietroburgo. Si distinse soprattutto quale operista, ottenendo grande successo con Una cosa rara (1786), citata da Mozart nel suo Don Giovanni. Teatro degli Indipendenti Teatro d’avanguardia fondato a Roma nel 1922 da A.G. Bragaglia. Fu attivo fino al 1931, mettendo in scena, oltre a un repertorio sperimentale, pantomime e spettacoli di danza. Wolfgang Amadeus Mozart Musicista (Salisburgo 1756 - Vienna 1791). Fu avviato assai presto dal padre Leopold allo studio del clavicembalo, insieme alla sorella Maria Anna, detta Nannerl. I suoi primi saggi di composizione risalgono al 1759; nel 1762 scrisse il suo primo minuetto e un Allegro in si bemolle, che è un vero primo ... soprano Il registro più acuto delle voci femminili o bianche. A seconda delle caratteristiche espressive e delle possibilità tecniche i soprano si distinguono in differenti tipologie, tra le quali soprano leggero, soprano lirico e soprano drammatico. Con funzione appositiva, unito al nome di uno strumento musicale, ...
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Vocabolario
consolare²
consolare2 consolare2 v. tr. [lat. consōlare e consōlari, comp. di con- e solari «confortare»] (io consólo, ecc.). – 1. Confortare una persona, recarle sollievo in una pena morale, lenirne il dolore: le tue buone parole mi hanno consolato;...
consolazióne
consolazione consolazióne s. f. [dal lat. consolatio -onis]. – 1. a. Il consolare o il consolarsi, e l’attenuazione del dolore, l’alleviamento di pena che ne consegue: dolce, amara c.; dare, recare c.; procurare una gran c.; riempire di...
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