LANDOLFI, Tommaso
Scrittore, nato a Pico (Frosinone) il 9 agosto 1908.
I suoi racconti (Dialogo dei massimi sistemi, Firenze 1937; La pietra lunare, ivi 1939; Il mar delle blatte, Roma 1939; La spada, Firenze 1942; Le due zittelle, Milano 1946; Racconto d'autunno, Firenze 1948) sono, propriamente, fantasie, composizioni, capricci in senso tra musicale e pittorico, nei quali l'estro, l'umore si accompagnano ad una strenua casistica e i motivi lirici nascono da una riflessione critica del reale, da un gusto formatosi all'incrocio di diverse letterature (il L. è, fra l'altro, un ottimo traduttore di Gogol ed esperto di tutti gli ismi e le tecniche contemporanee). E se dalla narrativa tradizionale desumono certe mosse o cadenze, è per quel piacere dell'intelligenza che è alla loro radice, e che della letteratura si serve (come si serve del termine tecnico, del vocabolo raro o cruschevole, della grafia inusitata: dove si può cogliere certa affinità del Landolfi con C. E. Gadda) per ironizzare o dissolvere il mondo letterario "borghese", e per evocare in sua vece un mondo favoloso, allucinato, surreale, in cui si avverte come l'annunzio di una più libera moralità. Ché nel suo duplice aspetto lirico e logico, nativo e libresco, il Landolfi è in fondo un moralista.
Bibl.: E. Falqui, Ricerche di stile, Firenze 1939, pp. 173-78; E. De Michelis, in La Nuova Italia, luglio-agosto 1940; O. Macrì, Esemplari del sentimento poetico contemp., Firenze 1941, pp. 285-95; C. Bo, Nuovi studi, Firenze 1946, pp. 169-178; P. Pancrazi, Scrittori d'oggi, IV, Bari 1946, pp. 148-53.