Pincio, Tommaso
Pìncio, Tommaso. – Nome d’arte dello scrittore Marco Colapietro (n. Roma 1963). Formatosi all’Accademia di belle arti di Roma, fumettista e gallerista, esordisce nel 1999 con M, firmandosi con l’italianizzazione del nome di Th. Pynchon (il cui primo romanzo aveva per titolo V), alla cui postmoderna ecletticità si ispira questa riscrittura distopica e discronica del film di R. Scott Blade Runner (a sua volta tratto da Ph. K. Dick). Caratteristica della scrittura di P. è un’ironica manipolazione di secondo grado dell’immaginario collettivo: una riscrittura di topoi letterari e leggende pop – Lo spazio sfinito (2000), dove J. Kerouack è un astronauta sponsorizzato dalla Coca Cola e l’attrice M. Monroe commessa di libreria, e Un amore dell’altro mondo (2002), storia traslata del leader dei Nirvana, Kurt Cobain –, miti e riti della polverizzata postcultura mediatica (Gli alieni, 2006), in un’arguta mescolanza di reminiscenze culturali e parodie di stili. Tra le ultime opere, gli spaccati di Roma Cinacittà. Memorie del mio delitto efferato (2010), dolce vita postapocalittica in una capitale dominata dalla comunità cinese, e Pulp Roma (2012), pasticche di visioni (anche grafiche) e memorie immaginarie di una città mutante, oggetto del desiderio di personaggi come S. Freud e V. Nabokov.