RINUCCINI, Tommaso
RINUCCINI, Tommaso. – Nacque a Roma il 1° novembre 1596 da Cammillo e da Virginia Bandini, patrizi fiorentini.
Fratello minore dell’arcivescovo di Fermo Giovanni Battista, visse nella città natale fino al 1601, quando seguì la famiglia a Firenze, dove ricevette l’istruzione precettizia. Nel 1609 fu mandato a studiare a Bologna, presso l’Accademia degli Ardenti, ma alcuni problemi alla vista lo costrinsero ad abbandonarla per tornarsene a Firenze, dove prese l’abitudine di allenarsi in «esercizi ginnastici e cavallereschi» (Ricordi storici..., 1840, p. 165) ed entrò nella cerchia galileiana (Nelli, 1793, p. 775; Viviani, 2001, p. 77; Bucciantini, 2011, p. 345).
A ventidue anni iniziò ad accompagnare alcuni diplomatici del Granducato di Toscana in missione: nel 1618 fu a Venezia con Luca degli Albizzi e nel 1622, morto Ranuccio Farnese, andò a Parma con lo zio Giovanni Bandini, portando a Odoardo le condoglianze del granduca (Cantagalli, 1963, p. 713). Nel 1623 si spostò a Roma con Pier Antonio Guadagni, inviato da Cosimo II in legazione straordinaria dopo l’avvento di Urbano VIII, il «papato de’ virtuosi» (Tommaso Rinuccini a Galileo Galilei, Roma, 20 ottobre 1623, in Le opere di Galileo Galilei, a cura di A. Favaro, XIII, 1903, p. 140).
Qui Tommaso si tenne in contatto epistolare con Galilei. All’indomani dell’uscita del Saggiatore, andava «spiando di ritrovare con qual toleranza d’animo» fosse «visto e letto da quelli per i quali è particolarmente scritto» (lettera a Galilei, Roma, 2 novembre 1623, ibid., p. 145), ovvero il papa, gli ambienti curiali e padre Orazio Grassi (Redondi, 1983, pp. 223-256).
A Roma Rinuccini si legò a Francesco Barberini, che nel marzo del 1625, pur senza che facesse parte della sua familia, lo portò con sé a Parigi in veste di gentiluomo (lettera a Galilei, Roma, 16 marzo 1625, in Le opere di Galileo Galilei, cit., XIII, p. 259). Il legato pontificio avrebbe dovuto favorire una soluzione pacifica della questione della Valtellina, contesa tra la Spagna e i protestanti dei Grigioni, appoggiati dalla Francia in funziona antiasburgica, ma la missione non diede buon esito. Per mantenere in equilibrio la bilancia diplomatica, il pontefice inviò il legato pure in Spagna. Tommaso gli fu accanto anche in questo viaggio (lettera a Galilei, Roma, 24 gennaio 1626, ibid., p. 304). La compagnia partì il 31 gennaio 1626, ma egli la abbandonò temporaneamente il 22 febbraio, quando il cardinale lo mandò a Parigi «a complire con quelle maestà» (Dal Pozzo, 2004, pp. 26-27); riaggregatosi alla comitiva, rimase in Spagna fino all’estate seguente e, nella tappa fiorentina del viaggio di ritorno, poté rivedere Galilei (Le opere di Galileo Galilei, cit., XIII, p. 342).
Ristabilitosi a Firenze, Rinuccini divenne nel 1635 gentiluomo di Camera di Ferdinando II, scalco e coppiere della granduchessa Vittoria Della Rovere (Salvini, 1717, p. 481). A sigillo del suo inserimento nell’establishment mediceo, nel 1642 fu accolto nell’Ordine cavalleresco di S. Stefano, di cui sarebbe divenuto gran conestabile vent’anni dopo (Viviani Marchesi, 1735, p. 426; Fontana, 1701, p. XV).
Nei primi anni Quaranta Rinuccini fu in procinto di prendere in moglie la cugina Cassandra Bandini: la dispensa pontificia era stata ottenuta, ma la morte di Urbano VIII fece saltare le nozze, che non sarebbero state mai più celebrate (Ricordi storici..., 1840, pp. 165 s.).
Nel 1646 Tommaso, in veste di maggiordomo, accompagnò la principessa Anna de’ Medici a Innsbruck, dove sarebbe andata in moglie a Ferdinando Carlo, arciduca d’Austria e conte del Tirolo (Archivio di Stato di Firenze, Mediceo del principato, 6381, cc. 1-48). Durante il viaggio di ritorno fece tappa a Parma, portando le condoglianze ufficiali di Ferdinando II per la morte del duca Odoardo Farnese. In seguito assunse altri ruoli nella corte medicea: nel 1649 divenne gentiluomo di Camera della granduchessa Vittoria, che tre anni dopo lo nominò maestro di Camera (Salvini, 1717, p. 481).
Rinuccini prese parte alla vita di confraternite e istituzioni caritative fiorentine. Nel 1643 fu tra i dodici gentiluomini cui venne affidata l’istituzione della Casa pia di S. Dorotea dei Pazzerelli (Archivio di Stato di Firenze, Notarile moderno, 14373, 61, 6 febbraio 1643, c. 101rv: Fundactio et Erectio Congregationis Operae Piae Mentecaptorum), di cui fu poi tra i ‘congregati’, cui spettava un ruolo gestionale, e tra i ‘proposti’, che si occupavano della sorveglianza quotidiana sulla vita dell’istituto (Un luogo della città..., 1997, pp. 49, 57-112; Roscioni, 2003, pp. 59 s.). Inoltre fu membro della Confraternita di S. Benedetto Bianco (da Filicaia, 1821, p. 7; Ricordi storici..., 1840, p. 168) e preposto della Compagnia di S. Niccolò del Ceppo (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Redi 216, cc. 69rv, 70rv, 73rv, 74rv, lettere a Francesco Redi, gennaio 1680).
Quanto alla vita culturale, Rinuccini frequentò abitualmente Michelangelo Buonarroti il giovane, Carlo Strozzi e Francesco Segaloni, con cui era solito intrattenersi in «conversazione» (Callard, 2007, pp. 341 s.); nel gennaio del 1616 fu proposto (ma mai ascritto) all’Accademia dei Lincei da Galilei (Gabrieli, 1989, I, p. 302), fece parte di quella dei Rugginosi (Salvadori, 1623, p. 7) e della Fiorentina, in cui dal 1620 al 1622 fu consigliere del console Galileo Galilei (Le opere di Galileo Galilei, cit., XVIII, 1906, p. 444) e console egli stesso nel 1631; il 17 luglio 1641, inoltre, divenne accademico della Crusca, di cui fu censore insieme a Giovanni Battista Doni (Parodi, 1983, p. 82; Firenze, Archivio storico dell’Accademia della Crusca, 76: Diario del Ripieno (1640-1663), cc. 20rv, 33r, 34r).
Come scrittore, Rinuccini compì ricerche genealogiche sulla propria famiglia (Lettera del cavalier Tommaso Rinuccini alla consorteria della famiglia de’ Rinuccini e Guidacci, 25 settembre 1638, in Ricordi storici..., 1840, pp. 3-7) che, dimostratesi errate, nell’Ottocento sarebbero state confutate (pp. 8-28). È poi sopravvissuto l’Abbozzo di calendario istorico fiorentino estratto dalla Storia dell’Ammirato, dalla vita del gran duca Cosimo del Cini (Firenze, Biblioteca Moreniana, Acquisti Diversi, 114, cc. 2r-16r; oltre che un opuscolo sull’evoluzione dei costumi sociali e delle cerimonie cortigiane nel Seicento fiorentino (1665; riportato in Aiazzi, 1840, pp. 270-289; pubblicato come Le usanze fiorentine del secolo XVII, Firenze 1863).
Morì a Firenze il 3 settembre 1682 e venne sepolto presso la sede della Confraternita di S. Benedetto Bianco.
Fonti e Bibl.: Firenze, Archivio storico dell’Accademia della Crusca, 76, Diario del Ripieno (1640-1663), cc. 20rv, 33r, 34r; Archivio di Stato di Firenze, Miscellanea medicea, 12, 11, cc. 6-9; 33, 2, cc. 307-310; 295, 16, cc. 31-34; 303 (1), cc. 501-502; 366, c. 22; 620 (1), cc. 422, 453; 619, 39b, cc. 27-28, 43-44; Notarile moderno, 14373, 61, 6 febbraio 1643, c. 101rv; Mediceo del principato, 6381, ff. 1-48; Biblioteca Moreniana, Acquisti Diversi, 114, cc. 2r-16r; Biblioteca Medicea Laurenziana, Redi 216, cc. 69rv, 70rv, 73rv, 74rv.
A. Salvadori, Le fonti d’Ardenna, Firenze 1623, p. 7; F. Bardi, Descrizione delle feste fatte in Firenze per le reali nozze de’ serenissimi sposi Ferdinando II gran duca di Toscana e Vittoria principessa d’Urbino, Firenze 1637, p. 54; F. Fontana, I pregj della Toscana nell’imprese più segnalate de’ cavalieri di Santo Stefano, Firenze 1701, p. XV; S. Salvini, Fasti consolari dell’Accademia fiorentina, Firenze 1717, pp. 479-482; G. Negri, Istoria degli scrittori fiorentini, Ferrara 1722, p. 514; G. Viviani Marchesi, La galeria dell’onore, I, Forlì 1735, p. 426; A. Fabroni, Lettere inedite di uomini illustri, I, Firenze 1773, pp. 77-79; G.B.C. Nelli, Vita e commercio letterario di Galileo Galilei, II, Losanna 1793, p. 775; V. da Filicaia, Il pellegrinaggio della ven. compagnia di S. Benedetto Bianco alla Santa Casa di Loreto, Firenze 1821, p. 7; Ricordi storici di Filippo di Cino Rinuccini, a cura di G. Aiazzi, Firenze 1840, passim; Le opere di galileo Galilei, a cura di A. Favaro, XIII-XVI, XVIII, Firenze 1903-1905, 1906, ad ind.; R. Cantagalli, Bandini, Giovanni, in Dizionario biografico degli Italiani, V, Roma 1963, pp. 712 s.; A. Merola, Barberini, Francesco, ibid., VI, Roma 1964, pp. 172-176; S. Parodi, Catalogo degli accademici dalla Fondazione, Firenze 1983, p. 82; P. Redondi, Galileo eretico, Torino 1983, passim; G. Gabrieli, Contributi alla storia dell’Accademia dei Lincei, I-II, Roma 1989, pp. 199, 302, 451, 453, 534, 1379 s., 1415; Un luogo della città per custodia de’ pazzi, a cura di V. Biotti - G. Magherini, Firenze 1997, passim; V. Viviani, Vita di Galileo, a cura di B. Basile, Roma 2001, p. 77; L. Roscioni, Il governo della follia, Milano 2003, p. 60; C. Dal Pozzo, Il Diario del viaggio in Spagna del cardinale Francesco Barberini, a cura di A. Anselmi, Aranjuez 2004, passim; E. Bellini, «Il papato dei virtuosi». I Lincei e i Barberini, in I primi Lincei e il Sant’Uffizio: questioni di scienza e di fede... 2003, Roma 2005, p. 91; C. Callard, Le Prince et la République, Paris 2007, passim; I documenti vaticani del processo di Galileo Galilei (1611-1741), a cura di S. Pagano, Città del Vaticano 2009, p. LXXIX; M. Bucciantini, La scuola galileiana, in Atlante della letteratura italiana, a cura di S. Luzzatto - G. Pedullà, II, Dalla Controriforma alla Restaurazione, a cura di E. Irace, Torino 2011, p. 345; E. Goudriaan, The cultural importance of Florentine patricians, PhD thesis, Leiden 2015, https://openaccess. leidenuniv.nl/handle/1887/32883 (6 ottobre 2016), passim.