SGRICCI, Tommaso
Improvvisatore, nato a Castiglion Fiorentino (Arezzo) il 31 ottobre 1789, morto ad Arezzo il 23 luglio 1836. Laureatosi in diritto, si mise da giovane a comporre in versi, e non tardò a improvvisarne, anche in scene tragiche.
Dal 1813 in poi è una serie di prove audacemente affrontate e felicemente superate, in Arezzo, in Siena, in Perugia, in Roma e poi nelle altre principali città dello Stato Pontificio, e in Milano; né nocquero alla voga in cui egli era salito le violente censure di P. Giordani agl'improvvisatori (1816). Sfrattato da Roma nel 1819, seguitò a girare improvvisando, anche in Francia: di là scriveva essere diventato l'idolo di Parigi. Dal granduca ebbe una pensione; nel 1825 fu ascritto alla nobiltà aretina. Poi tornò ancora a Parigi; andò a Londra; nella corte di Napoli e altrove ottenne nuove accoglienze onorevoli e suscitò entusiasmi; naturalmente non gli mancarono neppure giudici severi, detrattori, e, anche per i costumi, denigratori. Certo la vena fu grande; la sua maniera d'improvvisazione tragica resta singolarissima (La morte di Carlo I; La caduta di Missolungi; Crispo; Tieste; Sansone; Idomeneo, ch'egli giudicava il suo capolavoro, e che fu rappresentato anche come tragedia scritta, ecc.). Le cosiddette "unità" lo sorreggevano, restringendo azione e personaggi a dialoghi serrati; il fervore della dizione gli serviva stupendamente nelle invettive e nelle visioni, care allora al dramma.
Bibl.: U. Viviani, Un genio aretino, T. S. poeta tragico improvvisatore, Arezzo 1928.