Villa, Tommaso
Uomo politico e avvocato (Canale d’Alba, Cuneo, 1832 - Torino 1915). Laureatosi in giurisprudenza, fece pratica presso lo studio di Angelo Brofferio, di cui diventò genero, e contemporaneamente collaborò a molti giornali di opposizione. Schieratosi contro la Convenzione di settembre, nel 1865 fu eletto deputato e sedette nei banchi della Sinistra. Nel 1866 si batté per la revoca della proscrizione di Mazzini e nel 1867 contro l’arresto di Garibaldi. Vicino a Cairoli, fu da questi chiamato nel 1879 a ricoprire la carica di ministro degli Interni e successivamente, dal 1879 al 1881, di ministro di Grazia e giustizia. In tale veste propose la riforma del codice di procedura civile e l’introduzione del divorzio; cercò anche di ostacolare l’attività dei gesuiti. Fu presidente della Camera dal 1895 al 1897, e ancora dal 1900 al 1902; nel 1909 fu nominato senatore. Oltre all’attività politica continuò a svolgere anche quella forense e fu per molti anni membro del consiglio comunale e di quello provinciale di Torino. Nel 1906, in seguito alla decisione di allearsi con i clericali nelle elezioni locali, venne espulso dalla massoneria della quale era membro da lungo tempo.