Tonga
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Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato insulare dell'Oceania, situato nell'Oceano Pacifico centro-occidentale. La popolazione (97.784 ab. al censimento del 1996) è composta nella quasi totalità da polinesiani ed è concentrata nelle isole di Tongatapu e Vavau, mentre del tutto disabitate sono le isole vulcaniche. La capitale, Nuku'alofa, ospita tutte le attività commerciali e i servizi di carattere urbano.
L'economia di questo piccolo regno è poco diversificata e si fonda principalmente sugli aiuti internazionali e sulle rimesse dei numerosi emigrati (circa la metà della popolazione vive tra l'Australia, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti), sulla cessione dei diritti di pesca nelle acque territoriali e sulle attività turistiche. L'agricoltura è prevalentemente di sussistenza (patata dolce e manioca) e sono pochi i prodotti destinati all'esportazione (noci di cocco, banane, vaniglia). La dipendenza del Paese dall'importazione di derrate alimentari, combustibile e manufatti mantiene in costante deficit la bilancia commerciale.
Storia
di Francesca Socrate
Durante il passaggio dal 20° al 21° sec. la scena politica di T. presentava caratteri di sostanziale immobilità. In un Paese caratterizzato da un sistema politico profondamente autoritario e paternalistico, in cui solamente un terzo dei deputati veniva eletto dal voto popolare, e la corona esercitava un controllo pressoché assoluto sulla possibilità di espressione delle forze politiche e dell'opinione pubblica, la battaglia portata avanti dal partito di opposizione nel corso degli anni Novanta per una democratizzazione del Paese non sembrava ancora potersi tradurre in cambiamenti significativi. Nato nel 1992 come Tonga pro-Democracy Movement, l'unico partito di opposizione nel Paese, nel 1998 cambiò denominazione assumendo quella di Tonga Human Rights and Democracy Movement (THRDM).
Le elezioni del marzo 1999 delusero peraltro le aspettative del THRDM che, guidato da A. Pohiva, conquistò solo cinque dei nove seggi eleggibili (altri nove erano eletti dai 33 nobili di T., e sedevano in Parlamento accanto ai 12 membri del governo nominati dal re).
Nelle elezioni del marzo 2002 il THRDM conquistava 7 seggi dei 9 eleggibili, dimostrando in tal modo l'esistenza nel Paese di diffuse istanze democratiche. Così, mentre il THRDM reclamava una riforma costituzionale che garantisse maggiori spazi di democrazia nella vita sociale e politica del Paese, il governo per parte sua adottava, nell'ottobre 2003, un emendamento costituzionale che rafforzava i poteri di controllo sui media da parte dell'esecutivo. Tuttavia la conferma, nelle elezioni successive del marzo 2005, dei consensi di cui godeva il THRDM (che conquistò ancora una volta 7 seggi e che nel novembre dello stesso anno prese il nome di Friendly Islands Human Rights and Democracy Movement) portava il nuovo governo seguito alle elezioni ad annullare l'emendamento.
Lo scontento sociale, tuttavia, si andava nel frattempo acuendo: nel luglio 2005 gli impiegati pubblici davano luogo al primo sciopero nazionale che causò la paralisi del Paese per mesi, e in cui le motivazioni economiche si intrecciavano alle motivazioni politiche: a pochi giorni dall'accordo del settembre una marcia di protesta di 10.000 persone presentò al re Taufa'ahau Tupou iv la richiesta di nominare una commissione per riformare la Costituzione. Nel settembre 2006, con la morte dell'anziano re, che era al potere dal 1965, e con la successione al regno del figlio George Tupou v, il Paese sembrò avviarsi verso la democrazia. Così, di fronte alla esplosione, nel novembre, di una vasta protesta popolare che investì la capitale Nuku'alofa con scontri anche violenti, il Parlamento proclamava una nuova legge costituzionale che istituiva una Camera di 30 membri, di cui 21 eletti dai cittadini e 9 rappresentanti delle famiglie nobiliari.