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Tonga, ultima monarchia ereditaria del Pacifico, è un arcipelago di circa 150 isole, di cui solo una quarantina sono abitate. Paese cattolico, con una popolazione prevalentemente di origine polinesiana, Tonga è stato un protettorato inglese – senza tuttavia aver mai subito una colonizzazione – sino al 1970, anno in cui ottenne l’indipendenza.
Il sistema politico tongano è rimasto pressoché invariato sino all’inizio del 21° secolo, mantenendo inalterata la struttura assolutistica che ha permesso a re Taufa’ahau Tupou IV di regnare sulle isole dal 1965 senza incontrare particolari dissensi popolari. L’architettura istituzionale prevedeva, infatti, che il re avesse carica vitalizia e il potere di nominare il primo ministro; parallelamente, la nobiltà deteneva il controllo dell’Assemblea legislativa, nominando 21 deputati su 30 – di cui 12 ministri – mentre la popolazione eleggeva a suffragio universale ogni tre anni i restanti 9 membri. Re e aristocrazia, dunque, costituivano il perno del sistema istituzionale.
Una prima spinta all’emancipazione popolare dalla sudditanza monarchica fu data nel 1992 dalla nascita del Pro-Democracy Movement. Esso, due anni dopo la formazione, costituì il primo partito politico del paese, il Tonga Democratic Party, successivamente denominato People’s Democratic Party. Nel 1999 il Movimento organizzò una grande convention da cui scaturirono una serie di richieste al re, imperniate attorno alla promulgazione di una costituzione più democratica. Stilata nel 2003, la nuova Costituzione non modificò l’assetto istituzionale del paese, lasciando inalterato il potere del monarca.
La tensione sociale determinata dalla mancata apertura democratica della monarchia è sfociata – dopo le prime estese proteste del 2005 – in vere e proprie rivolte urbane nel 2007, due mesi dopo la morte di re Taufa’ahau Tupou IV e la successione diretta del figlio Siaosi Tupou V.
Il nuovo sovrano, prima di essere ufficialmente incoronato re di Tonga nel 2008, annunciò di voler introdurre sostanziali riforme democratiche e nel novembre 2009 istituì una commissione per la revisione della Costituzione. L’introduzione politica più significativa consisteva nel rinnovo del sistema elettorale e nella riduzione dei poteri monarchici. Alle elezioni del novembre 2010, con un’affluenza del 90% della popolazione, i cittadini elessero, infatti, ben 17 dei 26 deputati del Parlamento (i restanti rimangono appannaggio della nobiltà) e Lord Tu’ivakano fu nominato premier.
Tonga è membro del Forum delle isole del Pacifico (Pif), è stato ammesso alle Nazioni Unite nel 1999 e nel 2007 è entrato, dopo circa 12 anni di negoziati, nell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Tonga ha rilevanti relazioni diplomatiche con il Regno Unito, tradizionale partner delle isole, e anche con Australia, Cina, Giappone e Nuova Zelanda – paesi che sostengono la monarchia tongana attraverso aiuti economici e piccoli progetti di investimento.
L’economia è sostanzialmente agricola e incentrata sulle coltivazioni di banane e cocco. Buona parte della popolazione, colpita nel 2009 da un forte tsunami con epicentro vicino alle isole, vive al di sotto della soglia di povertà. Il settore turistico, potenziale motore economico tongano, è poco valorizzato, in quanto le strutture d’accoglienza sono scarse – gli ultimi dati disponibili (2004) rilevano che in un anno arrivano mediamente solo 56.000 turisti, provenienti da Nuova Zelanda, Australia e Stati Uniti.