Economista e sociologo italiano (Treviso 1845 - Pisa 1918). Prof. presso le univ. di Modena e Pisa, fu il massimo esponente italiano della scuola etico-cristiana, che rappresentò una reazione alla concezione utilitaristico-individualista dell'economia. Fu il principale ispiratore, in Italia, di una democrazia fondata sui principi fondamentali del cristianesimo e quindi il predecessore di quello che nel secondo dopoguerra è stato il partito della Democrazia cristiana. Tra le sue opere vi un Trattato di economia sociale (3 voll., 1908-21). Nel 2012 è stato beatificato.
Allievo di A. Messedaglia, si laureatosi in giurisprudenza a Padova (1867), rimase nella stessa università come assistente fino al 1872, e quindi come incaricato di filosofia del diritto. Dal 1874 al 1876 insegnò economia politica all'istituto tecnico di Venezia; nel 1878 fu nominato professore straordinario di questa materia all'univ. di Modena, nello stesso anno a Pisa, dove divenne ordinario nel 1883 e rimase fino alla morte. Presiedette (dal 1906) l'Unione popolare e collaborò intensamente alla Rivista internazionale di scienze sociali, che aveva fondato nel 1893. Svolse un'attiva propaganda a favore dei sindacati e delle corporazioni, intesi a realizzare una maggiore giustizia sociale su basi cristiane frenando il prepotere dello stato e integrando l'insufficienza dell'individuo singolo. Nel 1951 è stata introdotta la causa di beatificazione, conclusasi nel 2012, e nel 1971 è stato dichiarato venerabile.
Tra le sue numerose opere si ricordano inoltre: Dei remoti fattori della potenza economica di Firenze nel Medioevo (1882); La democrazia cristiana (1900); Il socialismo nella storia della civiltà (1902); Problemi, discussioni, proteste intorno alla costituzione corporativa delle classi sociali (1904); L'odierno problema sociologico: studio storico critico (1905); L'unione popolare tra i cattolici d'Italia (1908). Tutti i suoi scritti sono stati raccolti in 20 volumi (1947-53).