tono muscolare
Stato di parziale e continua contrazione delle varie masse muscolari, che permette la conservazione di una determinata posizione del corpo nello spazio e di una parte del corpo rispetto a un’altra (➔ postura). Il t. m. dei muscoli estensori è detto anche antigravitario, perché, mantenendo le articolazioni in estensione, si oppone alla forza di gravità, garantendo la stazione eretta.
Il t. m. è il prodotto di un’attività riflessa, destata da particolari formazioni: i fusi neuromuscolari, dislocati nei punti in cui le fibre muscolari si continuano in quelle tendinee, che sono sensibili allo stiramento e al rilasciamento esercitato dai muscoli; i recettori situati nei muscoli, nei tendini e nelle articolazioni della colonna cervicale, che sono sollecitati dalle variazioni della posizione del capo rispetto al corpo; i recettori del vestibolo dell’orecchio interno, che sono stimolati dai mutamenti di posizione del capo nello spazio. I fusi neuromuscolari armonizzano la funzione dei motoneuroni gamma, che agiscono sulla componente muscolare del fuso, con i motoneuroni alfa; sono costituiti essenzialmente da un fascetto di esili fibre muscolari (fibre intrafusali) e da fibre nervose propriocettive che dal fuso, dove sono avvolte a spirale attorno al fascetto muscolare (fibre anulo-spirali), raggiungono il midollo spinale e vi penetrano con le radici posteriori, articolandosi con i motoneuroni alfa delle corna anteriori. L’accorciamento o l’allungamento delle fibre intrafusali, determinati dall’attivazione o, rispettivamente, dall’inibizione dei motoneuroni gamma, fanno aumentare o diminuire la loro sensibilità allo stiramento e inducono un’analoga variazione nella scarica centripeta delle fibre propriocettive che, a sua volta, rinforza o riduce la scarica dei motoneuroni alfa con cui esse sono articolate. Alla regolazione di quest’attività riflessa partecipano strutture situate a livelli più elevati nel tronco dell’encefalo, nella corteccia cerebrale e nel cervelletto.