TONSILLA
. Organo pari e simmetrico, posto a ciascun lato dell'istmo delle fauci, la tonsilla palatina - tonsilla per antonomasia - costituisce insieme con altre tonsille - la linguale, posta sulla base della lingua e la faringea, che occupa il cavo retronasale - quell'importantissimo complesso anatomo-fisiologico, che dal nome del suo primo illustratore è noto come l'anello di Waldeyer. Le tonsille palatine rappresentano uno degli organi più studiati e non pertanto ancora più enigmatici dell'economia umana.
Esse vanno soggette a numerose affezioni morbose. Fra queste si deve menzionare in prima linea l'aumento di volume dell'organo, l'ipertrofia. Questa può assumere svariate forme cliniche. Si ha anzitutto il tipo di tonsille pendule, allorquando l'ingrossamento è tale per cui esse sporgono dalla loggia che normalmente le contiene, fino a giungere a mutuo contatto sulla linea mediana, provocando, oltre ai sintomi generali, disturbi locali di ordine meccanico (difficoltà di respirazione, di fonazione e di deglutizione). Un secondo tipo è quello delle tonsille ipertrofiche incappucciate, quando i pilastri palatini si distendono a guisa di tenda sulla superficie esterna dell'organo, simulando quasi l'inclusione come in una borsa.
I sintomi dell'ipertrofia tonsillare sono alcuni d'indole meccanica, come già s'è detto, altri di natura infettiva, poiché le tonsille patologicamente ingrossate contengono nelle loro cripte m'infinità di germi patogeni, la cui virulenza è pronta a destarsi sotto lo stimolo di cause banali (raffreddamento, abuso di tabacco, di alcool, sforzi vocali, ecc.), dando origine a crisi ripetute di angine acute, che s'accompagnano a febbre, e talora a complicanze organiche assai temibili, come le nefriti, endocarditi, artropatie, ecc.; e altre ancora d'ordine nervoso riflesso, quali sensazioni di corpo estraneo e di prurito in gola, e soprattutto tosse secca, abbaiante, che comincia con un pizzicore gutturale, a cui seguono scosse di tosse espulsiva, incoercibile, che terminano talvolta con nausea e conati di vomito. L'aumento di volume patologico delle tonsille palatine s'associa spesso alla presenza di vegetazioni adenoidi, e, come le adenoidi, s'osserva con particolare frequenza nell'età infantile e s'accompagna a manifestazioni di linfatismo e di scrofolosi, di cui l'ipertrofia tonsillare non è sovente che un segno.
Le infiammazioni - tonsilliti - sono acute o croniche; le prime comprendono una serie di forme idiopatiche - provocate da cause banali (freddo umido, passaggi bruschi dal caldo al freddo, inalazioni di polveri irritanti), che agiscono come predisponenti, mentre la causa determinante del processo flogistico va ricercata sempre nei germi - e un gruppo di angine sintomatiche, che , sono cioè indice di un'intossicazione (p. es., angina iodica), o espressione di una malattia generale (angina acuta gottosa), che preannunciano o accompagnano lo svolgersi di una malattia generale (angina dell'influenza, del tifo, del morbillo, del reumatismo articolare acuto, della scarlattina). Vi sono poi le forme acute pseudomembranose, di cui è prototipo la difterite, ma che raggruppa anche altre manifestazioni patologiche, come, per es., l'angina ulcero-membranosa di Vincent, che è provocata da una speciale simbiosi batterica fra un bacillo lungo e fusato e una varietà di spirilli. Infine vanno rammentate le angine flemmonose, con le forme cliniche di ascesso parenchimale della tonsilla e del più comune flemmone peritonsillare, segnato dalla caratteristica sintomatologia del trisma, della disfagia e della reazione generale.
Le tonsilliti croniche seguono alle acute e conducono assai spesso a quegli stati ipertrofici dell'organo, di cui si è detto sopra.
Lesioni specifiche (tubercolosi, sifilide, actinomicosi, lebbra, morva) possono avere sede a livello delle tonsille palatine, presentandosi sotto aspetti diversi secondo la malattia e secondo la varietà delle forme cliniche che le malattie stesse assumono.
Tumori benigni, raramente, e maligni, possono indovarsi a carico degli organi in parola. L'evoluzione delle neoplasie tonsillari è particolarmente grave per la ricchezza delle comunicazioni linfatiche, che determinano una rapida generalizzazione del male e rendono di conseguenza assai indaginosi gli atti operativi necessarî per la loro estirpazione, e ne fanno incerto e problematico l'esito definitivo.
A proposito di chirurgia tonsillare si deve segnalare che il trattamento delle ipertrofie di codesti organi, che si riassume quasi esclusivamente nella loro ablazione, si orienta oggi verso un più deciso e radicale metodo operativo, che prevede la estirpazione totale delle tonsille (tonsillectomia), in confronto ai metodi chirurgici parzialmente demolitori (tonsillotomia, spezzettamento), che rappresentavano fino a pochi anni or sono la terapia corrente di codeste affezioni. Il trattamento delle ipertrofie tonsillari con irradiazioni röntgen non può nella grande maggioranza dei casi sostituire la cura chirurgica e particolarmente l'ectomia, che va praticata anche "a caldo" nelle infezioni reumatiche, nefritiche, endocarditiche.
Fisiopatologia. - Gli studî moderni di fisiopatologia ci permettono di distinguere, nei riguardi delle tonsille, una funzione topica linfatica, che ha assunto certamente una grande importanza dopo che s'è fatta strada la nozione delle infezioni focali; e una funzione endocrina non ancora ben definita nella sua essenza, ma per molti fatti e comportamenti certa ed evidente. Le amigdale e i loro noduli linfatici vanno considerati da un lato centri linfoblastici o linfocito-produttori, d'altro lato come sistema difensivo, centri di reazione dell'organismo. La funzione difensiva è stata messa in rapporto con correnti linfatiche di riassorbimento e di filtrazione degli agenti infettivi di origine esterna, e con azioni fagocitarie, battericide e fermentative endotonsillari. La dimostrazione sicura però dell'esistenza di correnti di riassorbimento linfatico, nonché del potere fagocitico e battericida delle tonsille, non è stata peraltro portata. Secondo alcuni autori, le tonsille interverrebbero anche nei fenomeni d'immunità umorale; come stazione importante del sistema reticolo-endoteliale parteciperebbero poi ai meccanismi istogeni di difesa organica. Attraverso modalità plurime proteggerebbero l'organismo dalle offese batteriche di natura esogena. Secondo la teoria recente delle infezioni focali, i cosiddetti zaffi tonsillari, ricchi di germi, rappresenterebbero altrettanti focolai settici permanenti dai quali, per cause spesso indeterminate e con modalità varie, potrebbero originare complicazioni infettive a distanza (setticemie a decorso lento, poliartriti, endocarditi, ecc.). Un'altra teoria ammette, invece, che, attraverso le tonsille, l'organismo tenda all'eliminazione dei germi circolanti; le tonsilliti sarebbero, secondo questa teoria, sempre di origine ematogena; espressione cioè locale di un'infezione setticemica generale. Il concetto di un'attività endocrina delle tonsille deriva da osservazioni cliniche e sperimentali. S'è ammesso, per es., che esse esplichino una qualche influenza sui fenomeni dell'accrescimento, in quanto in bambini affetti da ipertrofia tonsillare e vegetazioni adenoidi s'è notato frequente il reperto di un ritardo nello sviluppo somatico e psichico. Fu supposta anche un'azione delle tonsille sulla pressione arteriosa, sull'intensità degli atti respiratorî; ma l'azione che più s'è affermata, perché basata su dati sperimentali e clinici più probativi, riguarda il ricambio idrocarbonato. Una glicosuria transitoria è stata osservata nel decorso di tonsilliti acute e sperimentalmente; è stata provocata con l'irritazione meccanica o chimica delle tonsille stesse. Estratti acquosi di tonsille, convenientemente preparati, si sono dimostrati capaci d'una azione glicolitica in vitro, e di un'attività antiglicosurica in vivo, riuscendo a inibire o ricondurre glicosurie spontanee o glicosurie sperimentalmente provocate con la pancrectomia o con iniezioni di adrenalina. L'antagonismo degli estratti tonsillari per l'adrenalina esisterebbe anche nei riguardi dell'azione tonica e ipertensiva. Dal punto di vista delle correlazioni interormoniche, le tonsille sembrano esplicare attività endocrina consensuale a quella del timo; rapporti di solidarietà funzionale sembrano valere nei riguardi dell'insulina; di antagonismo nei riguardi della midollare surrenale.