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Cragg, Tony

di Giovanna Mencarelli - Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2006)
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Cragg, Tony

Giovanna Mencarelli

Cragg, Tony (propr. Anthony)

Artista inglese, nato a Liverpool il 9 aprile 1949. Dopo avere intrapreso studi scientifici, ha lavorato come tecnico in un laboratorio biochimico di Liverpool (National Rubber Producers Research Association, 1966-1968). In seguito, dopo aver frequentato il Gloucestershire College of Arts and Technology di Cheltenham (1968-1970), ha studiato pittura e scultura rispettivamente alla Wimbledon School of Art (1970-1973) e al Royal College of Art (1973-1977) di Londra. Dal 1977 si è stabilito permanentemente a Wuppertal in Germania per vivere e lavorare. Pur avendo sempre privilegiato il lavoro di scultore, contestualmente alla ricerca artistica, si è dedicato all'insegnamento: all'École des beaux-arts di Metz in Francia (1976), alla Kunstakademie di Düsseldorf (1978-2001, di cui è stato poi condirettore 1989-2001) e alla Universität der Künste di Berlino (2001).

Suggestionato fin dall'infanzia dai progetti delle componenti aeronautiche realizzate da suo padre, memore della sua esperienza di chimico e attratto più tardi dall'Arte povera, si è servito di varie tecniche, e utilizzando e trasformando rifiuti urbani e materiali diversi (bronzo, carbonio, legno, fibra di vetro, acciaio inossidabile, gesso, ceramica ecc.) assemblati insieme in forme varie, talora viscerali, simili agli organi interni del corpo umano, ha elaborato delle imponenti e dinamiche opere plastiche.

A partire dagli anni Settanta C. ha dedicato particolare attenzione all'ambientazione dell'opera sia in spazi chiusi sia aperti; successivamente ha esaltato il vuoto che, inteso come un'aura, è divenuto un elemento integrante della scultura ovunque essa fosse collocata, anche tra i ruderi di un impianto archeologico, come a Scolacium o nei Fori imperiali di Roma. Dagli inizi del 21° sec. la sua ricerca si è orientata all'elaborazione di forme monumentali bronzee levigate e, mediante la termoplastica, di opere che fingono la pesantezza della pietra. Presente a varie manifestazioni internazionali tra le quali Documenta 7 di Kassel (1982); Biennale di São Paulo (1983); 41° Biennale di Venezia (1986); 43° Biennale di Venezia (1988; come rappresentante britannico con una menzione speciale), ha ottenuto diversi riconoscimenti (Turner Prize, Londra, 1988; Von-der-Heydt-Preis, Wuppertal, 1989; Shakespeare-Prize, Amburgo, 2001; Piepenbrock-Preis für Skulptur, Berlino, 2002; 1° premio per la scultura, Biennale di Pechino, 2005) e onorificenze (Chevalier des arts et des lettres, 1992; Royal Academician, 1994). Tra le esposizioni personali notevoli quelle a: Trento, Galleria civica di arte contemporanea (1994); Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia (1995); Parigi, Musée national d'art moderne, Centre G. Pompidou (1996); Seoul, MOCA (National Museum of Contemporary Art, 1997); Barcellona, MACBA (Museu d'Art Contemporani de Barcelona, 1997); Liverpool, Tate Gallery (2000); Malmö, Konsthall (2001); Bonn, Kunst und Ausstellungshalle, (2003); Roma, MACRO (Museo d'Arte Contemporanea Roma, 2003); Porto, Museu Serralves (2004); Mosca, Central House of Artists (2005); tra quelle collettive Intersezioni (insieme con J. Fabre e M. Paladino) al Parco archeologico di Scolacium, Catanzaro (2005). Tra le sue opere ricordiamo: le Thin Skin (1997, bronzo traforato), Flotsam (1998, fibra di vetro), Digitus (1998), Pacific (1998, vetro frastagliato), Congregation (1999, struttura lignea ricoperta da ganci metallici), Eroded Landscape (2000). Con Bent of Mind (2002, bronzo nero) e Relatives (2004, legno levigato) ha maturato il ritorno alla figuratività. Notevole Punti di vista, la scultura composta da tre colonne tortili, realizzata in occasione delle Olimpiadi di Torino per iniziativa della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris (2006).

bibliografia

Tony Cragg: signs of life, Roma, MACRO, Milano 2003 (catalogo della mostra).

Intersezioni. Cragg Fabre Paladino al parco archeologico di Scolacium, a cura di A. Fiz, Parco archeologico di Scolacium, Milano 2005 (catalogo della mostra).

Vedi anche
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