TOPAZIO
. Il nome deriva da quello (Τόπαζος) di un'isola del Mar Rosso, ma le pietre che ivi si rinvengono sono in realtà crisoliti. È considerato come un ortosilicato basico Al2(OH, F)2 SiO4 nel quale il fluoro prevale molto rispetto all'OH.
Cristallizza nella classe oloedrica del sistema trimetrico, con a : b : c = 0,5285 : 1 : 0,9539 (Kokšarov), valori che concordano con quelli dei lati del parallelepipedo elementare, contenente quattro molecole, a = 4,64 Å, b = 8,78 A, c = 8,37 Å. Il topazio ha notevole ricchezza di forme: tra le più frequenti si possono ricordare: {110}, {120}, {001}, {011}, {021}, {112}, {113}, {111}, {101}, {010}. L'abito è di solito prismatico, allungato secondo c; terminazione spesso piramidata per la prevalenza di {112} o di {111}, spesso anche caratterizzata dal notevole sviluppo dei prismi orizzontali, specialmente di {011{ o {021}. Sfaldatura {001} facilissima; durezza 8; peso specifico 3,5-3,6.
Il topazio è birifrangente biassico; orientazione a = α, b = β, c = γ. I valori degli indici di rifrazione e quelli di 2V variano notevolmente con il rapporto fra F e OH; si ha infatti, per la luce del sodio:
Presenta anomalie ottiche varie, assai frequenti. Lucentezza vitrea molto vivace. I topazî di grande purezza sono incolori; di solito però si ha colorazione di varia intensità, non molto carica, gialla, azzurra, rossa. Il giallo è il colore più comune, e varia dal giallo-vino chiaro al giallo-oro, al giallo-zafferano; l'azzurro ora è puro, più spesso azzurro-verdolino; il rosso, generalmente chiaro, o tendente al lilla, è raro nelle pietre naturali, ma si ottiene con facilità per riscaldamento (topazî bruciati) di alcuni topazî gialli. Non molto si sa di sicuro sui principî coloranti dei topazî: sembra che quelli gialli debbano il colore al cromo, quelli azzurri al ferro. Pleocroismo piuttosto debole, ma nettamente visibile con il dicroscopio, tranne per le pietre molto chiare. Sul colore sono fondati alcuni nomi improprî che spesso si usano, specialmente in commercio:
Il colore dei topazi è, in genere, poco stabile, e talora una prolungata esposizione alla luce solare basta per farlo schiarire; variazioni di colore si ottengono pure per mezzo dei raggi ultravioletti, di quelli Röntgen, per azione di sostanze radioattive e specie, come si è visto, per riscaldamento. Il topazio presenta fenomeni di luminescenza varî, secondo il colore della pietra e le radiazioni usate. Si elettrizza per confricazione, tanto che può attirare dei pezzetti di carta; in alcuni casi è piroelettrico e anche piezoelettrico.
In Europa è ben noto il giacimento dello Schneckenstein presso Auerbach, in Sassonia: il topazio si trova nelle geodi di una breccia formata da frammenti di scisti quarzoso-tormaliniferi, cementati da quarzo e topazio; oggi il giacimento, un tempo molto importante, è abbandonato. In Russia il minerale si rinviene (di solito nei giacimenti stessi dai quali provengono acquamarina e altri berilli) a Mursinka presso Sverdlovsk, a Miask sul lago Il′men′, a Kočkar negli Urali meridionali, ecc. Al Brasile i topazî incolori e azzurri si raccolgono nelle alluvioni del distretto di Minas Novas, e anche in posto nelle druse di filoni pegmatitici; quelli gialli e rosei nella parte meridionale dello stato di Minas Geraes, presso Ouro Preto, nelle cavità drusiformi di una roccia alterata, probabilmente in origine eruttiva filoniana. Dalle alluvioni gemmifere di Ceylon provengono pure numerosi topazî. Molti altri giacimenti non hanno nessuna importanza industriale; ricorderemo che, come rarità, il topazio incoloro è stato trovato nei filoni tormaliniferi del granito dell'Elba.
La natura delle rocce contenenti, in posto, il topazio, e i minerali che l'accompagnano ne dimostrano l'origine pneumatolitica.
Per l'uso del topazio come gemma, v. pietre preziose.