torbido
La base latina turbidus (da turba, greco τυρβή, " agitazione ", " confusione ", donde " folla ") vale " disordinato ", " burrascoso ", " impetuoso ", e si riferisce di preferenza all'atmosfera, al tempo, e solo secondariamente ai liquidi, all'acqua. Nell'italiano medievale si passò ben presto dall'idea di movimento, che è la causa, all'effetto, sicché l'uso più frequente fu proprio quello oggi vulgato, di " opaco ", " non trasparente ", " sporco ", riferito appunto a un'acqua non chiara, fangosa.
Le due occorrenze dantesche mostrano una maggiore vicinanza all'uso classico che non all'uso odierno.
In If IX 64 (già venìa su per le torbide onde / un fracasso d'un suon) l'aggettivo potrebbe indicare che le onde dello Stige sono " sucide, brutte " (Ottimo), " turpes " (Benvenuto), caratteristica già messa in evidenza in VIII 10 (sucide onde; le due lezioni si confondono nei codici: in VIII 10 Pr legge torbide, in IX 64 Mad Mart Triv leggono sucide). Non si può peraltro escludere che D. intenda qui descrivercele " agitate ", " tumultuose ", " turbate " violentemente dall'improvviso giungere del Messo celeste, il cui arrivo è infatti paragonato al passaggio di un turbine di vento. Risulta di conseguenza inammissibile l'interpretazione morale, secondo cui anche qui D. vorrebbe simboleggiare, col colore delle onde, il " peccato dell'ira e dell'accidia, e dell'arroganza, il cui continuare corrompe l'acqua e l'aere " (di nuovo l'Ottimo).
Analogamente in If XXIV 46 (Tragge Marte vapor di Val di Magra / ch'è di torbidi nuvoli involuto); i nuvoli sono t. non in quanto " intorbidano " l'aria, ma perché sono " agitati e tempestosi ", " densi di bufera ", la quale si scatena immediatamente nei versi successivi: e con tempesta impetüosa e agra / sovra Campo Picen fia combattuto. I commenti, mentre sono tutti d'accordo nel vedere nel vapore il personaggio di Moroello Malaspina, divergono poi nell'interpretazione dei torbidi nuvoli che lo circondano, e che potrebbero essere le milizie dei Neri, che l'accompagnano nell'impresa (Vellutello), o i suoi avversari Bianchi, che gli si opposero (Pietrobono); in tal caso i nuvoli corrisponderebbero alla nebbia del v. 149.