tornacontismo
s. m. Atteggiamento di chi privilegia il proprio tornaconto, l’interesse o l’utile personale.
• Lo sapevamo che non era il grande evento a smuovere le cose, ma il coraggio di dare voce alla credibilità guadagnata sul campo e ai talenti emergenti, per un ricambio d’ossigeno e di idee fuori dai tornacontismi. La scuola mi sembra, in tal senso, la priorità. Lo spirito critico si coltiva lì. (Grazia Verasani, Repubblica, 10 giugno 2010, Bologna, p. I) • Proprio in un momento come questo, dunque, il volume curato da [Alberto] Di Lazzaro e [Massimo] Pavarini assume un interesse ancora maggiore, proprio perché la selezione di 500 foto che copre un secolo di storia penitenziaria italiana (fino agli anni ’70) ha finalità tutt’altro che celebrative del sistema. Di cui mette in luce un certo tornacontismo istituzionale legato all’aspetto forse più ambiguo e complesso dell’esecuzione penale, che fa del carcere un luogo di esclusione dalla società civile nel quale tentare però la risocializzazione del detenuto. (Ornella Sgroi, Sicilia, 9 marzo 2012, p. 20, Cultura) • «È stato difficile ‒ scrive [Angelo Cambiano] ‒ essere Sindaco di una città tanto problematica, ma è stato al contempo un vero onore per me. Io e la mia amministrazione ci abbiamo messo impegno, dedizione e passione. Ma quanto accaduto oggi dimostra che la politica delle “promesse” e dei tornacontismi alla fine resta sempre in piedi. Da giovane licatese questo è quanto mi amareggia di più». (Chiara Ippolito, Avvenire, 11 agosto 2017, p. 8, Attualità).
- Derivato dal s. m. tornaconto con l’aggiunta del suffisso -ismo.
- Già attestato nella Stampa del 27 luglio 1910, p. 1, Prima pagina.