toro
Fase di prolungato rialzo di un mercato di borsa. Si contrappone al mercato orso (➔), che indica una fase ribassista. Un mercato t. (ingl. bull) si accompagna a un atteggiamento di ottimismo diffuso (nell’opinione pubblica e, in particolare, nella comunità degli investitori), determinato da previsioni positive sulle prospettive economiche nel medio termine.
Quando tale stato d’animo travolge ogni argine e si trasforma in irrazionale, sfrenata euforia, la fase t. degenera in una bolla finanziaria (➔ bolla), destinata, prima o poi, a scoppiare con conseguenze devastanti per la grande massa degli investitori, ma anche per l’economia reale. Il simbolo del mercato t. è la scultura (di un t. pronto a caricare) che si trova a Wall Street, nei pressi della sede della Borsa di New York.
Nella storia si ricordano mercati t. significativi dal 1925 al 1929, dal 1953 al 1957, dal 1993 al 1997 e dal 2003 al 2007; il primo e l’ultimo finirono con l’esplosione della bolla speculativa che si determinò nella fase finale, gli altri due con una fase riflessiva di perdite contenute, detta soft landing (atterraggio morbido).
Al termine t. sono legati prodotti o strategie finanziarie sofisticate come lo spread t. (bull spread o spread al rialzo). Esso si costruisce, per es., con un’accoppiata di posizioni (➔ posizione) opposte su opzioni call gemelle, differenti solo per il prezzo di esercizio (strike); precisamente una posizione lunga (spesso at the money) con prezzo di esercizio K1 minore di quello K2 della posizione corta. Si può dimostrare che questo tipo di strategia spread genera certamente un profitto per alti (superiori alla somma fra K1 e l’esborso netto per l’apertura iniziale delle posizioni) valori del sottostante a scadenza e questo giustifica il nome di spread toro.