DEL LUNGO, Torquato
Nacque a Firenze il 20 nov. 1847, primogenito di Rinaldo, impiegato regio, e di Carolina Fioravanti; studiò presso la locale accademia di belle arti come è attestato da un premio di profitto, ricevuto nel 1866, per il corso di architettura diretto da Emilio De Fabris.
Diplomatosi professore di disegno architettonico intorno al 1870, dal 1876 fu socio del Collegio degli architetti e ingegneri di Firenze. Negli stessi anni collaborò con Riccardo ed Enrico Mazzanti alla stesura della Raccolta delle migliori fabbriche antiche e moderne di Firenze (Firenze 1876); dal '79, regolarmente per vari anni, pubblicò progetti sulla "parte moderna" dei Ricordi di architettura, una rivista fondata nel 1878 da una società di architetti (fra i quali anche R. Mazzanti), che fu uno dei pochi strumenti del dibattito fiorentino sull'architettura e le arti decorative dell'ultimo quarto dell'Ottocento. Nel 1885 fu eletto accademico onorario e tre anni dopo accademico corrispondente della R. Accademia del capoluogo toscano. Professionista assai stimato ai tempi suoi, fu stroncato dalla morte ancora nel pieno dell'attività: morì a Firenze cinquantottenne il 15 marzo del 1906.
"Provetto ed eccellente esecutore" secondo il giudizio del De Gubematis, svolse, a partire dalla metà degli anni '70, un'attività professionale cospicua in varie località della Toscana e specialmente a Firenze, dove questa è documentabile, in parte, attraverso le tavole dei Ricordi di architettura. Negli anni immediatamente successivi al 1870, il D. fu attivo in quelle zone a ridosso della cerchia dei nuovi viali destinate dal piano Poggi all'espansione urbana, generalmente per quella committenza privata che richiedeva un'edilizia rappresentativa, architettonicamente qualificante, anche nel modesto impianto. planivolumetrico della palazzina o del villino.
Fra le prime opere possiamo menzionare il palazzo Giulianini nel nuovo quartiere del Maglio (via Micheli, n. 12, angolo via Cherubini), che il De Gubernatis giudicò "...uno dei migliori fabbricati che siano stati costruiti in quella parte di città", improntato ad un sobrio e classico eclettismo neorinascimentale sia nel disegno dei prospetti, sia nell'articolazione del corpo di fabbrica della rimessa su via Cherubini. Va poi ricordata la palazzina Giolì in via Marsilio Ficino (forse da riconoscersi in quella oggi al numero civico 24) e, sulla base dei progetti pubblicati nei Ricordi..., un villino nel viale Principe Eugenio (attuale viale Gramsci; Ricordi..., VII[1884], 12, tavv. II s.), il villino Verity (via Leone X, n. 3) del 1885 (ibid., IX [1886], 6, tavv. III s.), quello costruito nel viale della Giovane Italia (n. 11, angolo via Ghibellina) per la famiglia Travaglini nel 1887 (ibid., X [1887], 4, tavv. I-III), ed infine la grande villa con scuderie per il commendator Domenico Speer che non è stata rintracciata, ma che è ben illustrata da due tavole dei Ricordi... (X [1887], 4, tav. II; 12, tav. IV). Vanno inoltre annoverati progetti, non realizzati, per una committenza pubblica come quello per un Museo di antichità a Chiusi (1878; ibid., II [1879], 8, tav. I), o un altro relativo al concorso per la ricostruzione dell'arena Nazionale a Firenze (1881), ambedue redatti in collaborazione con R. Mazzanti. Dopo il 1890, e particolarmente dal 1895 al 1900, il D. fu attivo nella grande operazione di demolizione e di ricostruzione del centro di Firenze: si devono infatti alla sua progettazione i tre edifici giustapposti che costituiscono il fronte meridionale della nuova piazza Vittorio Emanuele (oggi della Repubblica) e quello immediatamente retrostante, compreso fra le vie Pellicceria, de' Lamberti e S. Miniato fra le Torri, terminati intorno al 1897; specie il secondo, per la distruzione dell'antico, importante, palazzo de' Lamberti, suscitò motivate polemiche (cfr. Fei, 1977, pp. 221, 273). Ancora suo risulta il disegno dell'edificio porticato (1897-1900), all'estremo sud della zona "risanata" all'angolo fra via Porta Rossa, Calimala e il vicolo del Panico. Da notarsi che nella complessa e annosa vicenda del mercato Vecchio, l'architetto non fu coinvolto soltanto sul piano progettuale ma anche in qualità di imprenditore, essendosi candidato più volte, da solo o in società con altri (Domenico Speer, Angelo Morandi), all'acquisto delle aree da edificarsi.
La prima attività del D. appare ben inserita in quel filone eclettico neorinascimentale, neocinquecentesco, che nell'area fiorentina trova i migliori e più forti esempi nell'opera di Giuseppe Poggi; un linguaggio che dall'Unità agli anni Ottanta contraddistingue l'edilizia di interi grandi quartieri e che, a ben vedere, assegna a Firenze un prevalente volto ottocentesco. In tale quadro l'opera del D., pur dotata di una certa qualità, non assume rilevanza né caratteristiche peculiari; ancorata com'è ad un usuale repertorio accademico, non mostra certo l'eleganza delle composizioni di un Poggi né una particolare intelligenza del contesto urbano. Professionista attento al buon gusto e alla proverbiale misura della tradizione fiorentina, risulta d'altra parte - almeno sulla base delle opere che di lui si conoscono - poco disponibile a tentare linguaggi alternativi, a recepire stimoli d'ordine diverso (dal gotico al moresco, dal medievale al barocco) che pure erano presenti, anche localmente, nel panorama architettonico dell'ultimo quarto del XIX secolo. I pregi compositivi di alcune delle prime opere si stemperano ancor più nell'ultima attività: il prevalente interesse speculativo sotteso all'operazione della bonifica urbana del centro di Firenze ben si riflette nella qualità architettonica delle nuove fabbriche generalmente e pesantemente determinate dal massimo sfruttamento planivolumetrico dei lotti. Anche gli edifici realizzati dal D. non sfuggono a questa logica: così il disegno dei prospetti, improntato ad un banale cinquecentismo, con poggiature ancora classicheggianti, risulta fra i meno caratterizzati del nuovo centro.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze, Stato civile toscano, Nascite dell'anno 1847, f. 991, Comunità di Firenze, atto n. 4735;Firenze, Archivio storico comunale, Repertorio (ad annum) e Progetti per il centro di Firenze (in via di riordino); Ibid., Atti del Collegio dei professori della R. Accademia di belle arti di Firenze, 1886, 1893e 1898-1911;Ibid., Atti del Collegio degli archit. e ingegneri di Firenze, 1877-1913;essenziale per documentare l'attività del D. la raccolta delle tavole dei Ricordi di architettura in cui oltre alle tavv. cit. all'interno della voce, si veda: Progetto di un villino da costruirsi a Firenze, III (1880), 5, tav. V; Monum. sepolcrale per il cimitero dell'Antella (Toscana), ibid., 10, tav. III; Progetto di un teatro scoperto, ibid., IV (1881), 7, tav. IV; A. De Gubernatis, Diz. degli artisti ital. viventi, Firenze 1887, p. 171;M. Dezzi Bardeschi, Le magnifiche sorti e progressive, Firenze 1972, sub voce; S. Fei, Firenze 1881-1898; la grande operazione urbanistica, Roma 1977, pp. 202 s., 220 s., 269e passim, ill. 80, 82, 99, 103, 106; C. Cresti-L. Zangheri, Archit. e ingegneri nella Toscana dell'Ottocento, Firenze 1978, pp.LXIV, 79, 150, 152, ill. 60 s., 136 s.