NANNI, Torquato
– Nacque a Santa Sofia, in Romagna, il 4 febbraio 1888, da Cipriano e da Antonia Malmesi.
Avvocato, fu pubblicista ed esercente tipografico; iscritto fin dalla giovane età al Partito socialista, e perciò schedato al Casellario politico centrale già nel 1906, diresse la sezione di Santa Sofia, che rappresentò al congresso nazionale di Roma nell’ottobre di quell’anno. Il 21 novembre 1909, al congresso di Prato, fu eletto membro del comitato direttivo della federazione socialista fiorentina. Ebbe anche una vivace attività giornalistica militante: corrispondente dal 1906 de L’idea socialista, organo della federazione socialista forlivese, dal gennaio 1909 divenne direttore del quindicinale anticlericale della Romagna appenninica La scopa, la cui testata fu modificata dall’ottobre 1911 in La fonte, quindicinale di cultura politica ed educativa. Risale a questi anni l’amicizia con Mussolini, suo conterraneo e compagno di partito; fra i due nel 1909 prese avvio un fitto scambio epistolare, che si protrasse fino al 1915.
All’attività pubblicistica associò in quegli anni una vasta opera di propaganda per il partito, svolta anche all’estero: nel maggio 1910, in Svizzera per un giro di conferenze fra gli emigranti italiani, conobbe Giacinto Menotti Serrati, con cui strinse un’amicizia duratura. A quelli politici si aggiunsero presto anche importanti incarichi amministrativi: nel 1911 entrò a far parte del Consiglio comunale di Santa Sofia, conquistato l’anno prima dai socialisti, divenendone quindi sindaco nel marzo 1912. Continuò intanto l’impegno giornalistico: nel novembre 1912, in occasione del conflitto greco-turco, partì per Patrasso, al seguito della spedizione organizzata da Ricciotti Garibaldi, come corrispondente di guerra del Giornale del Mattino di Bologna; già direttore del quindicinale di propaganda socialista La Fiaccola e collaboratore del settimanale La lotta di classe diretto da Mussolini, nel 1913 si trasferì a Milano per collaborare al giornale Avanti!, la cui direzione era stata affidata a Mussolini. Furono anni frenetici di continui spostamenti fra Milano e Forlì, che non inficiarono il suo impegno amministrativo, tanto che fu rieletto sindaco nelle elezioni del 1914. Dal 1913 risulta iscritto alla massoneria.
Nel 1914, dopo aver preso parte alle agitazioni antimilitariste della 'settimana rossa', visse intensamente il travaglio di molti settori della sinistra, dagli anarchici ai socialisti, di fronte al dilemma dell’entrata dell’Italia in guerra, finendo con l’abbracciare la posizione interventista. Passò a dirigere, assieme a Guido Bergamo e a Maria Rygier, La riscossa, giornale di battaglia interventista fondato a Bologna nel 1915 (nei cui ambienti incontrò Leandro Arpinati, anch’egli romagnolo di Civitella, passato dall’anarchismo all’interventismo); fu collaboratore del Popolo d’Italia, il giornale fondato da Mussolini, con la cui conversione interventista aveva pubblicamente solidarizzato. Nel 1915 pubblicò, per i tipi de La Voce, l’opuscolo Benito Mussolini, prima biografia del futuro duce. Riformato, trascorse gli anni di guerra fra la gestione della cosa pubblica e l’attività pubblicistica (fu corrispondente di guerra del Giornale del Mattino).
Isolato dal partito per la scelta interventista – vi sarebbe rientrato ufficialmente solo nel 1922 – Nanni tuttavia non si allontanò mai ideologicamente dal socialismo, cui rimase fedele nonostante l’eterodossia della sua posizione e la manifesta amicizia con Mussolini e Arpinati. Nel dopoguerra fu eletto nel Consiglio provinciale di Firenze come indipendente nella lista socialista che rappresentava la Romagna toscana, e quindi rieletto sindaco di Santa Sofia nelle elezioni del 1920, nella cui veste si trovò a dover far fronte a pesanti attacchi alla sua persona e alla sua opera amministrativa da parte della stampa fascista fiorentina.
Durante la marcia su Roma fu sequestrato da una banda di squadristi locali che, con l’avallo di Mussolini, lo condussero prigioniero a Rocca San Casciano, col proposito di ucciderlo; in suo aiuto corse da Bologna l’amico Arpinati con un gruppo di fascisti armati, che lo liberarono dalla prigione, rischiando lo scontro fisico con gli squadristi tosco-emiliani. Fu questo l'accadimento centrale nella biografia di Nanni, che sancì il suo legame con Arpinati, cui rimase fedele per tutta la vita, condividendone, pur nella diversa scelta di campo, i destini politici ed esistenziali, sino alla morte.
Mantenendo fede alle idee socialiste, dopo l’avvento del fascismo si dedicò soprattutto all’attività tipografica e all'elaborazione di opere di esposizione del suo pensiero. Nel 1924 pubblicò Bolscevismo e fascismo al lume della critica marxista, in cui individuava possibili linee di incontro fra le due ideologie su un comune terreno antiborghese e antistatale. Del 1927 è Leandro Arpinati e il fascismo bolognese, biografia laudativa dell’amico gerarca, di cui appoggiava incondizionatamente l’azione e le realizzazioni fasciste, che fu tolta dalla circolazione per volere di Mussolini. A questi anni risale anche l’opuscolo (rimasto inedito) Polemica su Mussolini e il fascismo, che raccoglieva la corrispondenza intrecciata con Serrati e con Rinaldo Rigola, sul giudizio da dare della legislazione sindacale e corporativa fascista, positivo per Nanni, pur nel quadro di libertà negate dal regime.
Protetto in qualche modo da Arpinati finché questi fu in auge, nel 1933 fu trascinato nella sua caduta. Spedito per un anno a Lanusei, in Sardegna, al confino – durante il quale cominciò a scrivere Profondità di vita, sua ultima opera di carattere storico-filosofico, per la cui stesura avviò una intensa corrispondenza con Benedetto Croce – e quindi a domicilio coatto a Partina (Arezzo), nel settembre 1934 tornò a Santa Sofia, dove visse ritirato fino alla guerra.
Con la caduta del fascismo vide riconosciuto il suo antico prestigio politico – toccò a lui tenere un comizio in piazza a Santa Sofia il 25 luglio – e assunse un ruolo attivo nella Resistenza nella zona. Fra l’inverno e la primavera 1943-44 si prodigò a organizzare il salvataggio di un gruppo di alti ufficiali inglesi prigionieri di guerra (fra cui i generali Philip Neame, Denis O’Connor e il maresciallo dell’aria Owen Tudor Boyd), liberati dopo l’8 settembre da un campo di prigionia vicino a Firenze, riparati a Camaldoli e quindi nascosti in località montane dell’alta valle del Bidente, sopra Santa Sofia, sotto la sua tutela. I prigionieri, oltre una trentina, furono messi in salvo con un avventuroso piano di fuga via mare, cui presero parte tutte le forze della resistenza della zona. Nel frattempo erano ricominciate anche le persecuzioni dei fascisti della Repubblica sociale, che più volte fecero irruzione nella casa di Nanni con intenzioni omicide, fino a costringerlo nel marzo 1944 a riparare a Malacappa (Bologna), ospite di Arpinati, per avere salva la vita.
Fu ucciso a Malacappa il 22 aprile 1945, assieme ad Arpinati, da un gruppo di partigiani della 7a GAP, mentre tentava di interporsi per salvare l’amico.
Alla «morte per amicizia» di Nanni il poeta Ezra Pound dedicò il suo Canto 91.
Opere: oltre a quelle citate nel testo, si ricordino: Sulla breccia: con mano ferma e coscienza tranquilla, Santa Sofia 1923; La gente di mare e Giuseppe Giulietti, Bologna 1925; Profondità di vita. Esame storico degli istinti fondamentali, Milano 1942.
Fonti e Bibl.: Arch. centrale dello Stato, Min. dell’Interno, Dir. gen. di P.S., Casellario politico centrale, ad nomen; Confinati politici, fasc. pers., ad nomen; Polizia politica, fasc. pers., ad nomen; R. De Felice, Mussolini il rivoluzionario 1883-1920, Torino 1965, ad ind.; Id., Mussolini il fascista, I, La conquista del potere 1921-1925, Torino 1966, ad ind.; G. Cantamessa Arpinati, Arpinati mio padre, Roma 1968, passim; A. Iraci, Arpinati l’oppositore di Mussolini, Roma 1970, passim; F. Andreucci - T. Detti, Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico 1853-1943, III, Roma 1977, s.v.; G. Cavallucci - U. Cavallucci - O. Bandini, T. N.: un socialista nella crisi del dopoguerra, in Storia contemporanea, IX (1978), 2, pp. 241-290; La Romagna e i generali inglesi (1943-1944), a cura di E. Bonali - D. Mengozzi, Milano 1982, ad ind.; Comune di Santa Sofia, T. N. e il movimento socialista nella Romagna Toscana, a cura di L. Bedeschi, Rimini 1990; V. Cattani, Rappresaglia. Vita e morte di Leandro Arpinati e T. N. gli amici-nemici di Benito Mussolini, Venezia 1997.