TORTONA (Iulia Dertona)
Città romana del Piemonte. Il nome di Dertona, che conservò anche in età romana, è sicuramente di origine ligure ed è anche molto probabile che nella parte più alta della città si possa identificare la cittadella dei primi abitatori.
La sua posizione al centro di una grande rete stradale che si sviluppò negli ultimi anni della Repubblica e ricevette nuovi impulsi sotto l'impero di Augusto, fece di questa città uno dei maggiori centri della pianura padana.
In età romana la città si chiamò Iulia Dertona (forse a ricordo della donazione fatta da Ottaviano non ancora nominato imperatore). Più incerto è l'altro appellativo di Augusta che sarebbe stato letto in un'iscrizione oggi scomparsa. L'asse centrale della topografia cittadina è rappresentato dalla odierna Via Emilia, che attraversa la città da S-O a N-E e che molto probabilmente ripete il tracciato del decumano romano. Qui si fondevano la Postumia con la Aemilia Scauri; qui si incontrerà la grande strada che, valorizzata da Augusto, si chiamò appunto Iulia Augusta. Poco si conosce del tracciato stradale cittadino e solo qualche ritrovamento sporadico permette di supporre l'esistenza di cardines minores. Più numerosi sono i ritrovamenti di acquedotti e di cunicoli. Lungo la via Emilia, fuori della Porta Voghera, che negli antichi atti è ricordata col nome di Ticinensis dato che la strada conduceva all'antica Ticinum (Pavia), sono ancora conservate alcune tombe monumentali di età romana che fiancheggiano la strada. Non si è trovata traccia delle mura cittadine. Nel 1908 apparvero i monumentali resti di un acquedotto che prendeva l'acqua dallo Scrivia e che, fiancheggiando l'antica via Postumia, la portava alla città. Di altri edifici che dovevano esistere nella città fanno testimonianza alcune iscrizioni che parlano di un atrio, di una biblioteca, di un forum e di una porticus, tutti monumenti dei quali non si è potuta trovare alcuna traccia.
Fu la città episcopale più antica del Piemonte cispadano. Il suo primo vescovo S. Marziano visse intorno alla metà del Il sec. e qui fu sepolto; il vescovo Innocentium nel 313 fece alcuni lavori di carattere idraulico. Dall'area cemeteriale venne in luce il più bel sarcofago del Piemonte, oggi conservato nel Museo Archeologico sistemato nel Palazzo Guidobono. Nello stesso si conserva una imponente serie di iscrizioni romane insieme alla suppellettile delle tombe trovate nel territorio della città.
Bibl.: P. Barocelli, Julia Dertona, in Boll. Soc. Piem. Arch., XV, 1931, nn. 3-4, p. 94; XVI, 1932, nn. 3-4, p. 168.