TORTOSA
(gr. ᾽ΑντάϱαδοϚ; lat. Constantia; arabo Ṭarṭūs)
Città della Siria, capoluogo del distretto omonimo, situata nella stretta fascia costiera sovrastata dai monti di al-Nuṣayriyya. Il centro medievale di T. si trova su un altopiano roccioso pianeggiante a m 30 ca. s.l.m. che a O declina, per una lunghezza di m 300 fino al mare.
Nell'Antichità un importante insediamento fenicio si sviluppò sull'isola rocciosa di al-Ruwād, posta a due miglia marine a SO di Tortosa. Nel 346 l'imperatore romano Costantino privilegiò invece il centro costiero di ᾽ΑντάϱαδοϚ, che fu ricostruito con il nome di Constantia. Passata in seguito ai Bizantini, nel 638 la città venne distrutta nel corso dell'invasione araba della Siria per essere ricostruita alcuni anni dopo dal califfo Mu῾āwiya.All'inizio del 1099 i crociati conquistarono T., che fu però ripresa dall'emiro di Tripoli dopo la loro partenza. Con l'aiuto della flotta genovese, nel 1102, i crociati, guidati da Raimondo di Saint-Gilles, che stabilì qui la propria residenza, riuscirono a riconquistare la città e a conservarla per ca. cinquant'anni, fino alla temporanea riconquista da parte del zangide Nūr al-Dīn Maḥmūd (Norandino). Alla metà del sesto decennio del sec. 12° il re Baldovino III (1152-1162) riprese T. e la diede ai Templari (v.; Riley-Smith, 1969), che la fortificarono immediatamente. Nel 1188, dopo la vittoria nella battaglia di Ḥaṭṭin, l'ayyubide Ṣalāḥ al-Dīn Yūsuf attaccò T., distruggendo il centro abitato, ma non riuscendo a conquistare il ridotto della fortificazione. In seguito i Templari ricostruirono la città e riuscirono a conservarla fino al 1291 come ultima fortezza crociata sulla terraferma siriana (nel 1302 abbandonarono anche al-Ruwād per trasferirsi a Cipro). Dal tardo Medioevo e per tutta l'età moderna T. perse quindi di importanza.La città medievale consisteva di due parti per una superficie complessiva di ha 13,85: al centro sorgeva il nucleo fortificato della cittadella dei Templari (ha 1,6), diposta a semicerchio sul lato prospiciente il mare e circondata dalla città vescovile, anch'essa cinta di mura.
Della cinta urbica della città vescovile si sono conservati soltanto l'impianto della porta settentrionale e una porzione di cortina. All'interno rimane un solo monumento medievale: la chiesa di S. Maria di T., che costituisce tuttavia la testimonianza meglio conservata dell'architettura crociata in Siria. Poiché si riteneva che l'altare fosse stato consacrato dallo stesso s. Pietro e che l'icona fosse opera di s. Luca, già in epoca bizantina il luogo divenne un importante centro di pellegrinaggio, cui i crociati conferirono rinnovata importanza con la ricostruzione della chiesa vescovile: il primo vescovo citato, nel febbraio del 1127, è Raimondo (Röhricht, 1887a, p. 31).
L'ampio edificio, iniziato nel sec. 12°, distrutto nel 1188 da Ṣalāḥ al-Dīn (Saladino) e portato nuovamente a termine soltanto nel sec. 13°, è a tre navate di quattro campate con una più breve antistante il blocco delle tre absidi; la navata maggiore è coperta da una volta a botte a sesto leggermente acuto. Irregolarità presenti nella costruzione della navata laterale nord attestano l'esistenza del precedente edificio di pellegrinaggio bizantino. Nella parte occidentale della chiesa si conservano straordinari esempi di capitelli scolpiti della fase romanica, mentre quelli della parte orientale appartengono alla fase gotica. A scopo di difesa la chiesa venne dotata di una cisterna sotto la navata laterale sud e di torri angolari con lunghe feritoie - secondo una tipologia frequente alla metà del sec. 13° - accessibili a E dalle absidi laterali, mentre mancano le torri occidentali. Dal 1956 è sede del Mus. regionale. La costruzione della cittadella venne iniziata dai Templari a partire dalla metà del sec. 12°, sul sito di una precedente fortificazione di cui resta soltanto una torre quadrata, inglobata nel maschio. Quest'ultimo divenne il fulcro di un impianto regolare a semicerchio con un fossato interno asciutto e un fossato esterno riempito da acqua di mare, al di sopra del quale doveva essere collocato un ponte in corrispondenza della torre della porta, attualmente utilizzata come moschea e quindi radicalmente modificata (trasformazione delle feritoie in finestre, rinnovamento della parete meridionale). L'ambiente, voltato a botte acuta, ospita nel suo basamento roccioso una cisterna e doveva avere almeno un ulteriore piano con una piattaforma. La costruzione si configura come porta a gomito con l'accesso da O e l'uscita a S che conduce verso un camminamento nel fossato interno, esposto per m 70 al tiro dalle feritoie, per giungere fino all'unico impianto di accesso del muro interno della cittadella, la cui soglia originaria si trova a m 2,20 sotto l'attuale livello stradale. La porta vera e propria era rivolta verso l'interno e fiancheggiata da due torri. Il muro interno della cittadella si conserva in larga misura, anche se non sono pervenute tutte le feritoie e le posterule; le torri rettangolari sono come di consueto aperte sul lato rivolto verso la città. Tra la terza e la quarta torre il muro è conservato nel suo originario sviluppo verticale che raggiunge, con la sopraelevazione della metà del sec. 13°, l'altezza di m 25,50 dal basamento di roccia.All'interno della cittadella è possibile individuare i resti della cappella del castello, del palazzo dei Templari, del torrione nord, della sala presso il muro verso il mare, del maschio con le sue ali e dei passaggi delle casematte.
La cappella del castello, della metà del sec. 13° e forse dedicata a s. Andrea, è un edificio mononave, privo di abside e articolato in quattro campate di diversa lunghezza. La parete orientale, assai vicina alle mura della città, è priva di finestre. L'ambiente è coperto da volte a crociera con possenti costoloni a sezione rettangolare. Le semplici decorazioni a rosetta sulle chiavi di volta e gli spigoli smussati dei costoloni e degli archi trasversali e longitudinali sono l'unica decorazione di questo semplice edificio dal rigore cistercense. La costruzione originaria appare alterata dalle trasformazioni e dalle aggiunte subìte per adibirlo ad abitazione: le finestre a lancetta appaiono tamponate e i contrafforti, che in origine si alternavano a esse, sono stati demoliti, mentre la decorazione scultorea del portale è stata asportata.Nelle immediate vicinanze della cappella del castello si trova il palazzo dei Templari, la cui parete esterna settentrionale coincide con il muro della cittadella. Al piano terreno l'edificio è suddiviso nel senso della lunghezza: per raggiungere il muro di cinta si ha uno stretto passaggio con feritoie, il resto della superficie contiene una cisterna con pareti rinforzate e un ambiente adibito a magazzino con tre finestre. Il piano superiore presenta una sala monumentale a due navate, ciascuna delle quali suddivisa in sei campate quadrate. Nonostante le massicce volte costolonate siano crollate, è possibile ricostruire la struttura dell'edificio: la sala doveva essere ben illuminata poiché ciascuna campata aveva, oltre a una grande finestra a due o a tre luci con terminazione ad arco a sesto pieno, un'ulteriore piccola finestra rettangolare al di sopra della prima. Una grande finestra ad arco a sesto ribassato si trovava sulla parte orientale, mentre sulla parete opposta vi era un'apertura a forma di croce. Le finestre con arco a tutto sesto, articolate da un robusto profilo a toro all'altezza del davanzale e da una più sottile cornice all'altezza dell'imposta dell'arco, sottolineano la semplicità della parete. I capitelli delle mensole dei costoloni delle volte presentano motivi floreali e teste di buona qualità.
Al palazzo dei Templari si affiancava, a O, l'unica porta d'accesso al complesso fortificato, a sua volta seguita dal torrione settentrionale, che concludeva la cittadella dalla parte del mare e che in una seconda fase costruttiva fu rafforzato da una scarpata dalla superficie liscia a difesa dalle maree. Come mostra l'erosione prodottasi sulla muratura, l'intero fianco destro della cittadella si trovava direttamente in corrispondenza della battigia.Sul bastione settentrionale si dispone, verso N, una sala collegata agli annessi del maschio. L'ambiente, poco illuminato dal lato verso il mare da feritoie e da quello verso la piazza da semplici finestre, doveva essere scandito da sei pilastri mediani cruciformi in sette doppie campate coperte da volte a crociera non costolonate: il livello del pavimento originario si trova a m 1,30 ca. sotto quello attuale. Il maschio costituisce la parte centrale e meglio fortificata del muro verso il mare. La parte interna, la più antica, consiste in un nucleo pressoché quadrato realizzato in una buona muratura a bugne, dove si trovano due ambienti oblunghi coperti da una volta a sesto leggermente acuto, dell'inizio del 12° secolo. Intorno a questo nucleo venne posto, in una seconda fase costruttiva, un ambulacro fornito di una fitta sequenza di feritoie, che sul lato prospiciente il mare presenta pareti di spessore quasi doppio, con tre porte che consentivano un accesso diretto alle navi. Nel corso di un'ultima fase costruttiva il maschio venne provvisto, a S e a N, di due edifici annessi. Dal bastione meridionale fino alla cappella del castello il muro della cittadella è accompagnato da un passaggio verso le casematte, voltate a crociera costolonata. Sulla base del tratto di muro ancora conservato per l'intera altezza si può dedurre che tali ambienti erano almeno a due piani, come accade anche nei castelli crociati del Crac des Chevaliers (v.) e di Marqab.
Bibl.:
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