tosco (agg.)
Presente sempre questa forma, in D., per " abitante della Toscana " o più genericamente, come aggettivo, " di Toscana ". Unica eccezione il toponimo ‛ Toscano ' (v.) di Pd IX 90.
Nella maggioranza dei casi è usato in discorso diretto, come appellativo rivolto a D. da parte di anime che ne hanno riconosciuto la parlata toscana. Così nelle parole di Farinata, in If X 22 O Tosco che per la città del foco...; in quelle degl'ipocriti, in XXIII 91 O Tosco, ch'al collegio / de l'ipocriti tristi se' venuto; di Guido del Duca, in Pg XIV 103 Non ti maravigliar s'io piango, Tosco, e 124 Ma va via, Tosco, omai. E in If XXXII 66 Camicione de' Pazzi rivolgendosi a D. dice: se tosco se'.
In Pg XI 58 il gran Tosco è Guglielmo Aldobrandeschi (cfr. il gran Lombardo di Pd XVII 71).
In If XXII 99 Ciampolo, avendo individuato dalla pronuncia le regioni di origine dei suoi due interlocutori, nel tentativo di prolungare il colloquio e di trovare così l'opportunità di sfuggire agli uncini dei diavoli, si offre di far parlare D. e Virgilio con Toschi e Lombardi.
L'aggettivo t. vale genericamente " di Toscana " in If XXVIII 108 la gente fosca, in Pd XXII 117 l'aere fosco, e anche in If XXVII 76 la parola tosca; similmente, in funzione avverbiale t. è usato in Pg XVI 137 parlandomi tosco.