Touch of Evil
(USA 1957-58, 1958, L'infernale Quinlan, bianco e nero, 111m); regia: Orson Welles; produzione: Albert Zugsmith per Universal; soggetto: dal romanzo Badge of Evil di Whit Masterson; sceneggiatura: Orson Welles; fotografia: Russell Metty; montaggio: Virgil Vogel, Aaron Stell, Edward Curtiss; scenografia: Alexander Golitzen, Robert Clatworthy; costumi: Bill Thomas; musica: Henry Mancini.
Collaboratore del Ministero della Giustizia messicana, Mike Vargas è in viaggio di nozze con la moglie Susan quando improvvisamente, a Los Robles, cittadina di frontiera con gli Stati Uniti, l'automobile del potente Linnekar esplode davanti ai suoi occhi. Vargas si trova così coinvolto nelle indagini, dirette dall'ispettore Hank Quinlan. Stimato da tutta la comunità, Quinlan ritiene che l'efficacia dei risultati vada ottenuta a scapito del rispetto della legge. Con metodi poco ortodossi, arresta il giovane Sanchez, membro di una gang locale diretta da 'zio' Grandi, per l'omicidio di Linnekar. Fermamente convinto della supremazia del diritto, Vargas inizia a dubitare dell'integrità dell'ispettore, e sfugge per un pelo a un attentato. Quando la sua reputazione viene macchiata dal sospetto, Quinlan perde le staffe, e dopo aver fatto violentare e drogare la moglie di Vargas, in un raptus strangola Grandi e arresta Susan per l'omicidio. Vargas riuscirà a smascherare l'ispettore, ma affinché la legge trionfi dovrà scendere a patti con la propria morale. E, Quinlan morto, si scoprirà che il colpevole dell'omicidio di Linnekar era proprio Sanchez.
Il 26 dicembre 1956, la Universal contattò l'attore Charlton Heston per chiedergli di recitare con Orson Welles nell'adattamento di un giallo di Whit Masterson, Badge of Evil. Heston rispose che avrebbe accettato qualsiasi cosa pur di lavorare sotto la direzione del regista di Citizen Kane. In realtà i produttori pensavano a Welles solo in quanto attore, ma era troppo tardi per chiarire il malinteso: Heston aveva appena interpretato Mosé in The Ten Commandments, ed era meglio non contraddire un uomo in grado di separare le acque del Mar Rosso. Convinto di essere agli inizi di una nuova carriera, Welles riscrisse in cinque giorni la sceneggiatura di Paul Monash e in poco più di un mese terminò le riprese del film. Dopo due mesi di moviola, il primo montaggio di Touch of Evil era pronto. I produttori si aspettavano un normale poliziesco di serie B, e non erano preparati alla stralunata violenza visiva del film. Nominarono un nuovo montatore, vietando a Welles l'accesso alla moviola, fecero girare da Harry Keller scene aggiuntive fuori tono, imposero i titoli di testa sulla scena iniziale, passata comunque alla storia come uno dei più straordinari piani-sequenza mai realizzati. Il film uscì tagliato di una ventina di minuti; nel 1976 fu ripresentato in una versione più lunga, che nella sostanza si limitava ad aggiungere brutte inquadrature non girate da Welles. Fortunatamente, il regista aveva lasciato un disperato 'memo' dove il suo montaggio era scrupolosamente dettagliato. Sulla base di tale documento, il montatore Walter Murch e il critico Jonathan Rosenbaum procedettero nel 1998 a una nuova edizione, che portò la durata del film a 111 minuti.
In Touch of Evil, Welles offre una delle sue più riuscite prove d'attore: trasudante grasso da tutti i pori, Quinlan è un ispettore psicopatico, razzista, brutale, corrotto e omicida, che regna indisturbato su una cittadina di frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti. Un essere diabolico, che in nome della giustizia è pronto a fabbricare prove per incastrare i colpevoli, da lui riconosciuti grazie a un intuito tanto infallibile quanto eticamente osceno. Convinto che lo stato di diritto debba sempre prevalere sull'arbitrio, il regista Welles non ha tentennamenti nel tratteggiare la figura di un mostro; ma come attore, è tenuto a farsi avvocato di Quinlan, che un tempo era stato un poliziotto esemplare, onesto e coraggioso. Una contraddizione che fa di Touch of Evil un'insuperabile riflessione cinematografica sul Bene e il Male, con un ritmo incalzante ottenuto grazie a un alternarsi di lunghi piani-sequenza e brevissime inquadrature, lampi di immagini violente e contrastatissime. Accompagnato dal rock latino di Henry Mancini, Quinlan attraversa il film come un bolide impazzito, facendo tremare con la sua mole gigantesca bodegas che spacciano droga e tequila, commissariati da dittatura sudamericana, squallide stanze d'albergo, vicoli oscuri e strade immerse nel sole abbacinante del deserto, succhiando caramelle e vomitando fiele, livore e odio contro tutti (è il titolo italiano del romanzo di Masterson). Finirà abbattuto dal suo migliore amico e collega in una lurida pozzanghera, mentre non lontano risuona la pianola meccanica della chiromante zingara la cui maschera di cera nasconde un'irriconoscibile Marlene Dietrich, con la sigaretta perennemente pencolante dalle labbra sporche di rossetto. E guardando Quinlan riverso nel fango ‒ ossia l'amico Welles, che vent'anni prima si divertiva, da esperto illusionista, a segarla in due per il divertimento dei G.I. ‒ sarà proprio la Dietrich a chiudere il film, con una formula definitivamente ambigua: "He was some kind of a man". Touch of Evil non è un film poliziesco; è un'allucinazione morale.
Interpreti e personaggi: Charlton Heston (Ramon Miguel 'Mike' Vargas), Janet Leigh (Susan Vargas), Orson Welles (Hank Quinlan), Joseph Calleia (Pete Menzies), Akim Tamiroff (zio Joe Grandi), Marlene Dietrich (Tanya), Joanna Moore (Marcia Linnekar), Ray Collins (Adair), Dennis Weaver (portiere di notte), Valentin De Vargas (Pancho), Mort Mills (Schwartz), Victor Millan (Sanchez), Lalo Rios (Risto), Michael Sargent (Pretty Boy), Phil Harvey (Blaine), Joi Lansing (Zita), Joseph Cotten (medico legale), Zsa Zsa Gabor (proprietaria del night), Mercedes McCambridge (capobanda).
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Sceneggiatura: in "L'avant-scène du cinéma", n. 346-347, janvier-février 1986.