TOURS (A. T., 32-33-34)
Città antichissima della Francia occidentale, capitale della Turenna, capoluogo del dipartimento dell'Indre-et-Loire, sede arcivescovile, di università e di corpo d'armata. Situata su di una piana alluvionale compresa tra la riva sinistra della Loira, lo Cher e due canali laterali, è attraversata da una via principale, larga e lunga, che la divide in due parti eguali. Nel resto sono vie più anguste e tortuose. Per questa sua posizione, Tours è stata importante centro di fabbricazione di stoffe di seta e di drappi. Attualmente è, più che altro, un grande mercato per i prodotti agrari della Turenna - vini, frutta, conserve, ortaggi - e un centro commerciale di stoffe, mobili, terraglie, vetri, maioliche, tappeti, solo in minima parte fabbricati sul posto.
La popolazione da 42.450 ab. nel 1866 è salita a 75.096 nel 1921 e a 78.585 nel 1931, di cui parte accentrata nel sobborgo di San Sinforiano, posto sulla riva destra della Loira e unito a Tours da un bellissimo ponte in pietra viva a 15 arcate ellittiche, lungo 434 m. e largo 14.
La stazione ferroviaria è nella città, su una vasta spianata: ad essa fanno capo le grandi linee provenienti da Parigi, da Nantes, da Bordeaux, da Lione. Il movimento delle merci è agevolato anche dal canale di Jonction a monte della città, lungo 3 km., che serve pure a impedire gli straripamenti dello Cher.
Monumenti. - Ebbe a più riprese una parte importante nella vita artistica della Francia: all'inizio dell'era cristiana, poi nel periodo carolingio, allorquando fu celebre la sua scuola di miniatura, e soprattutto dopo la guerra dei Cent'anni, quando divenne residenza reale. Conserva vestigia di tutte le epoche, malgrado la distruzione di molti suoi monumenti di grandissimo valore.
La città si presenta oggi con due belle strade che fiancheggiano la Loira, ch'è attraversata da un gran ponte di pietra del sec. XVIII, e da due ponti sospesi. Il suo aspetto regolare è dovuto alle trasformazioni della fine del sec. XVI, su piani del Ducerceau, e del periodo classico. Si può dire divisa in due parti: la città vecchia a nord, e la nuova. La prima, dalle strade strette, è limitata a sud dai boulevards e dal Mail piantato da olmi, del secolo XVII, ed è attraversata dalla Via Nazionale della stessa epoca del ponte al quale fa capo.
Dell'epoca gallo-romana rimangono parte delle fondamenta delle mura, frammenti scolpiti e le sostruzioni di un anfiteatro di notevoli dimensioni. Nel Medioevo Tours comprendeva la città propriamente detta, sul castrum primitivo, attorno alla cattedrale di Saint-Gatien e Châteauneuf attorno alla basilica di San Martino; la riunione dei due nuclei avvenne sotto Luigi XI.
Una via romana (oggi via "des Halles") riuniva i due santuarî. Della basilica di San Martino, celebrata da Gregorio di Tours, fondata nel sec. IV, trasformata nel sec. V, ricostruita alla fine del secolo X e terminata nel sec. XIII, non restano più che una torre e le fondamenta. Era a croce latina, con ambulacro a raggiera di cappelle, sormontata da cinque torri, di cui, crollata la "torre Carlomagno" nel 1928, non rimane che la torre dell'Orologio, del sec. XIII. La cattedrale fondata anch'essa nel sec. IV, parecchie volte distrutta e ricostruita, riassume, nella sua forma attuale, la storia dello stile gotico. Fu costruita tra il 1220 e il 1547. Il coro e l'abside, di struttura elegante e robusta, furono terminati nel 1207; della stessa epoca sono le meravigliose vetrate rimaste intatte, che ornano i finestroni. Il transetto e i portali laterali sono della fine del sec. XIII e del principio del sec. XIV, come pure i giganteschi rosoni che li sormontano, ornati di splendide vetrate. Le ultime sei campate del corpo centrale sono della metà del sec. XV e si fondono felicemente con le parti più antiche dell'edificio. La facciata edificata dal 1426 al 1547, è fiancheggiata da due torri leggermente dissimili, terminate da un piano ottagonale a doppia cupola Rinascimento. Delle numerose chiese erette attorno a San Martino, e presso la cattedrale (Notre-Dame de la Bazoche, Saint-Pierre-le-Puellier, Sainte-Croix, ecc.) nessuna è rimasta intatta. L'abbazia di San Giuliano, fra la cité e Châteauneuf, di fondazione antichissima, fu devastata dai Normanni nel sec. IX, restaurata nel secolo X e fu riedificata nel secolo XI, e nuovamente durante il sec. XIII.
Fra gli avanzi delle costruzioni civili dell'epoca si può citare specialmente il portale della Crosse, all'ingresso dell'antica abbazia di Marmoutier. La maggior parte delle case rimaste sono del sec. XV e XVI, che fu la "grande époque tourangelle" in cui Tours e i dintorni diventano residenza reale (Luigi XI si stabilì al Plessis-lez-Tours) e centro artistico attivissimo della Francia. Il nome del Fouquet primeggia a Tours nella storia della pittura di quel tempo, quello del Colombe nella storia della scultura, ma nulla di entrambi è rimasto. La tomba dei figli di Carlo VIII, nella parte francese, oggi alla cattedrale, e la fontana di Beaune, sono fra le rare opere rimaste, della scuola del Colombe. In architettura religiosa, oltre alla facciata della cattedrale, si può citare il chiostro del capitolo e la grande sacrestia costruita nel 1458; il chiostro di San Martino, di cui sussiste una sola galleria. Delle numerose chiese, sola e press'a poco intatta è l'antica chiesa dei carmelitani (oggi Saturnino). Nell'architettura civile l'arte francese di quell'epoca si mostrò originale e brillante: tutti i castelli della Turenna lo attestano. Esiste ancora il fabbricato principale del castello reale di Plessis-lez-Tours, innalzato fra il 1453 e il 1472. Ricordiamo il Lastello della Rabaterie, la piccola Bourdaisière, la casa detta a torto di Tristan L'Hermite, e molte altre nelle adiacenze della basilica. Verso il 1510 le abitazioni di stile gotico si ringiovanirono alla maniera italiana: il palazzo Gouin, della stessa epoca delle costruzioni di Luigi XII a Blois, ne è un bell'esempio. Case gotiche dai frontoni a punta, dimore del Rinascimento si avvicendano numerose e più o meno ben conservate.
Al principio del sec. XVII s'innalzarono a Tours molti monumenti religiosi, ma piuttosto mediocri. Sono del sec. XVIII il palazzo del commercio, il palazzo dell'intendenza, l'antico palazzo di città (municipio, oggi biblioteca), l'arcivescovado (oggi museo delle belle arti). Tutta la città moderna oltre i boulevards è del secondo impero: il palazzo di giustizia, il nuovo municipio e la nuova chiesa di San Martino terminata recentemente.
Il museo delle belle arti ha due dipinti del Mantegna (l'Orto degli Olivi e la Resurrezione) già nella predella del trittico di Verona; una raccolta di pitture francesi del secolo XVII e XVIII; una sala di incisioni del Bosse (1602-670) e cinque quadri attribuiti allo stesso; oltre a collezioni di pittori stranieri, ceramiche, seterie. Il museo delle antichità della Turenna conserva ricordi locali. Il museo lapidario è nell'antico chiostro della Psalette.
Storia. - La città ebbe nome dapprima Caesarodunum "Fortezza di Cesare". Dal sec. IV in poi prese il nome del popolo, di cui era la capitale, Turoni, Turones, oppidum Turonicum. Il popolo dei Turoni era poco importante, ma la posizione strategica e commerciale della città, nelle vicinanze della confluenza della Loira e dello Cher, era fra le più favorevoli. Cesare vi fece svernare a due riprese, nel 57 e nel 51 a. C., una parte delle sue truppe. Durante il tardo impero, la città fu rinchiusa entro una stretta cinta quadrata di 300 m. per 200: nel lato sud venne sistemato l'anfiteatro, che formava una sporgenza munita di cinque semitorri.
Convertita al cristianesimo, secondo la tradizione, nel sec. III, Tours si affermò come città e centro religioso col vescovo San Martino (375-397) e divenne la capitale della terza "Lionese" e di una provincia ecclesiastica. La tomba del gran santo - il cui corpo fu dapprima deposto in un'umile cappella e poi in una basilica, meta di numerosi pellegrinaggi (Gregorio di Tours ci ha informato dello straordinario culto di cui furono oggetto le reliquie del santo) - fu in certo qual modo il punto di partenza di un nucleo speciale, quello di Martinopolis o Châteauneuf-lez-Tours. Tra Châteauneuf - i cui canonici possedevano grandi ricchezze e grandi poteri - e la città di Tours, si sviluppò un conflitto, complicato dall'apparire dei conti, dapprima funzionarî e poi ereditarî. La chiesa collegiale, riformata con difficoltà nel sec. X da sant'Oddone, si rese indipendente dal metropolitano e Châteauneuf, invasa dai Normanni nell'853 e sui primi del sec. X, si circondò di mura. Tours ebbe a soffrire delle guerre fra i Capetingi e i Plantageneti: nel 1204 fu annessa al regno, e Filippo Augusto ne approfittò per vidimare lo statuto comunale, ottenuto dagli abitanti di Châteauneuf. Sotto la monarchia, Tours si sviluppò gradatamente: nel 1308 vi si tennero i secondi stati generali (affari dei Templari); un'altra celebre sessione ebbe luogo nel 1484, sotto la reggenza di Anna di Beaujeu. I due centri urbani si trovarono uniti sui primi del sec. XIV, con la costruzione di fortificazioni comuni.
Tours fu il soggiorno favorito di Carlo VII, che v'impiantò delle fabbriche di drapperie, e di Luigi XI, che v'introdusse la fabbricazione di seterie, di drappi d'oro e d'argento. Si calcola che a quell'epoca Tours contasse forse 80.000 ab., e la città prosperò fino alle guerre di religione.
L'amministrazione urbana fu trasformata per meglio garantire le prerogative reali. Ma i protestanti del Condé, nel 1562, e poi i cattolici devastarono grandemente la città. La pace fu ripristinata, grazie all'accordo tra Enrico III e Enrico di Navarra, firmato a Plessis-lez-Tours il 30 aprile 1589. Poi sopraggiunse la revoca dell'editto di Nantes, e nel sec. XVIII Tours cominciò a decadere: non contava più che 19.000 ab. al momento della rivoluzione. In seguito risorse lentamente, fu il centro dell'attività antivandeana, divenne il mercato della ricca Touraine, e il soggiorno gradito degli stranieri, desiderosi di visitare il "giardino di Francia" e di conoscere una delle migliori parlate francesi. Nel 1870 fu convocata a Tours l'alta corte, incaricata di giudicare il cugino di Napoleone III, principe Pietro Bonaparte, che aveva assassinato il giornalista Victor Noir. Una parte del governo della difesa nazionale emigrò a Tours dal 13 settembre al 3 dicembre 1870 e organizzò, con Gambetta, la difesa della patria. Assediata dai Tedeschi, bombardata il 21 dicembre, fu occupata dai Tedeschi dal 10 gennaio all'8 marzo 1871.
Arcidiocesi e concilî. - San Gaziano avrebbe fondato la diocesi di Tours, secondo la tradizione raccolta da S. Gregorio, circa la metà del sec. III; ma L. Duchesne ne dubita, e pensa che Tours diventasse sede vescovile solo nell'età costantiniana. Come sede metropolitana si ritiene da alcuni che cominciasse ad agire durante l'episcopato di S. Martino; da altri, verso la metà del sec. V, quando i suoi diritti sono ben provati. Ma nel corso del Medioevo le diocesi della Bretagna tentarono ripetutamente di sottrarsi all'ubbidienza di Tours, finché Innocenzo III nel 1199 non ribadì tale loro sottomissione. Il concordato del 1801 ristabilì l'arcidiocesi di Tours, con sette suffraganei, saliti a otto con l'istituzione della diocesi di Laval nel 1855, ma ridotti nel 1859, con l'erezione della provincia ecclesiastica di Rennes, a soli 4 (Angers, Laval, Le Mans, Nantes).
L'abbazia di S. Martino fu a lungo uno dei centri di vita religiosa più importanti della Francia. L'abbazia di Marmoutier, pure fondata da S. Martino, fu devastata dai Normanni e poi ricostituita, e nel 982 ricevette monaci da Cluny; nel 1096 Urbano II consacrò la chiesa ricostruita, riedificata ancora nel sec. XIII; più tardi entrò a far parte della congregazione di S. Mauro e nel 1739 fu unita all'arcivescovato di Tours.
Tra i vescovi di Tours, oltre S. Martino e S. Gregorio, sono da ricordare Filippo di Coetquis che nel 1429 riconobbe la sincerità di S. Giovanna d'Arco e che fu fatto cardinale dall'antipapa Felice V; il cardinale Alessandro Farnese e il card. G.-R. Meignan.
Nel 1163 fu tenuto a Tours il concilio in cui il papa Alessandro III scomunicò l'antipapa Vittore e Federico Barbarossa.
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