TOWRY WHYTE, Pittore di
Ceramografo attico operante nella tecnica a figure nere intorno e dopo la metà del VI sec. a. C.
Appartiene al gruppo intorno ad Exekias e la sua produzione si distingue per una compassata gravità e un distacco notevoli anche in questo ambiente artistico. Anche il dramma della riconquista di Elena, che egli ripete almeno tre volte, sembra dissimulato nella grave compostezza degli atteggiamenti. Le figure dai contorni incisivi e intagliati appaiono isolate e senza possibilità di contatti, obbedendo unicamente a ragioni di ordine ritmico di spazi e di masse. In un mondo formale così distaccato e composto, non è senza sorpresa che in quella che possiamo considerare in ragione della forma del vaso- l'unica anfora di tipo A, in Wùrzburg- l'opera più ambiziosa del maestro, i temi dei due lati, seppure nei modi tradizionali, riprendono i motivi di Eracle che soffoca il Vecchio marino e il leone di Nemea, vale a dire gli schemi più estroversi e violentemente impegnati che sia possibile immaginare, con due figure che si saldano in un elaborato simplegma.
Bibl.: J. D. Beazley, Black-fig., 1956, p. 141 ss.