TRABOCCO (o Trabucco; fr. trébut, trébuchet; sp. trabuco; ted. Trabuke; ingl. trebushet, trebucket)
Macchina ossidionale, costituita da un'asta in bilico munita di una grande fionda con la quale un sasso preparato e pesante si mandava a investire, a una distanza calcolata, un bersaglio. La macchina, di uso esclusivo del Medioevo, non deve essere confusa con la balista, macchina ossidionale fondata sulla reazione elastica di corde o di nervi, di travicelle di legno o di metallo, ecc.
Le parti costitutive del trabocco sono: l'asta bilicata, o stanga (di uno o più pezzi); il contrappeso; la fionda; l'intelaiatura. La parte più importante era la fionda, e perché questa potesse agire, occorreva che l'estremità dell'asta fosse munita di un ferro leggermente ricurvo, che lasciava sfuggire il proietto quando l'asta stessa si avvicinava alla posizione verticale. Si poteva far variare l'angolo di proiezione, sia dando alla fionda maggiore o minore lunghezza, sia facendo più o meno curvo l'uncino di ferro.
Pare che il trabocco sia stato importato dall'Oriente all'epoca delle crociate. Egidio Colonna, morto nel 1316, ne descrive quattro specie, poco dissimili però fra loro. Un trabocco simile a quello rappresentato nella figura, col braccio minore dell'asta lungo m. 2, e col maggiore lungo 6 m., con un contrappeso di 3000 kg., avrebbe lanciato un proiettile di 100 kg. alla distanza di 76 m. All'assedio di Nidau, fatto dai Bavaresi nel 1388, cinque trabocchi lanciavano nella piazza massi pesanti fino a 12 quintali. All'assedio di Zara nel 1346 furono lanciate pietre del peso di 3000 libbre, pari a 1431 kg. All'assedio di Cipro, nel 1373, i Genovesi avevano un trabocco che lanciava pietre da 12 a 18 cantari, ossia kg. 1287 all'incirca.
Riguardo agli effetti del tiro, il trabocco, col suo movimento istantaneo, era atto a lanciare proiettili a tiro curvo sopra le alte mura delle piazze, come i mortai odierni lanciano le bombe.
Nonostante l'invenzione delle artiglierie (sec. XIV), il trabocco fu usato ancora per molto tempo: così apparve negli assedî ai tempi di Carlo V, 50 anni dopo che già s'impiegavano cannoni; e in Francia non disparve che sotto Carlo VII (1422-1461). L'assedio di Costantinopoli (1453) fu caratteristico per la promiscuità delle armi e i Turchi, a fianco di colossali bombarde, posero in opera elepoli gigantesche, armate di mangani, di briccole e di trabocchi con tale profusione che se ne trova riscontro solamente nei ricordi dell'assedio di Rodi.
Nei primordi delle bocche da fuoco, trabocco fu anche sinonimo di mortaio o di petriero. Presso di noi, dove i due nomi di mortaio e di trabocco erano indifferentemente adoperati nel sec. XVIII, fu da taluno proposto di chiamare col primo nome i pezzi con gli orecchioni nel mezzo e col secondo quelli che avevano gli orecchioni presso alla culatta. Questa distinzione non ebbe fortuna. Il nome di trabocco andò indi a poco a poco perdendosi, e rimase soltanto così, in Italia come all'estero, la denominazione di mortaio.