TRACO-FRIGIO
. Dalla tradizione tramandata da Erodoto (VII, 73) che i Frigi avevano emigrato in Asia Minore dalla Penisola Balcanica e che discendevano dai Brigi (o Brygi) abitanti della Macedonia, deriva l'uso di considerare come un'unità le lingue tracia e frigia. Questa emigrazione cadrebbe al tempo della cosiddetta "migrazione egea", verso il 1200 a. C.
Della lingua tracia abbiamo una conoscenza assai frammentaria, attraverso a: 1. glosse degli scrittori greci; 2. nomi propri, che per lo più, come quelli antichi indoeuropei, sono composti e hanno una forma caratteristica, per es.: i nomi di persona Bithucentus, Bithutralis, Auluporis, Heptaporis, Mucatralis e i nomi di luogo Mesambria, Selymbria, Poltymbria, Sacidava, Rusidava, Desudava, Pulpudeva; 3. una sola iscrizione tracia, unica trovata, in caratteri ionici, su un anello d'oro di un tumulo presso il villaggio bulgaro Ezerovo (Filippopoli): Rolisteneas nerenea tiltean ēsko arazea domean tilezypta miē erazēlta; essa è di difficile interpretazione.
In base al suo tipo fonetico la lingua tracia appartiene al gruppo satem delle lingue indoeuropee: le palatali, cioè, sono rappresentate da sibilanti, per es., dizos, diza "fortezza" = greco τεῖχος. Naturalmente, data l'estensione del territorio, non mancano differenze dialettali (come la rappresentazione della vocale o per lo più mediante o, ma talvolta con a) e del resto c'è stata sempre una distinzione tra Geti e Daci della regione settentrionale, che si erano fusi con popolazioni scitiche, e gli altri Traci.
La lingua frigia è nota per alcune glosse e due serie d'iscrizioni: 1. iscrizioni paleofrigie in un alfabeto greco arcaico, tra cui la più celebre è l'iscrizione di Mida in Yasilikaja: Ates Arkiaevais Akenanolavos Midai lavaltaei vanaktei edaes, cioè press'a poco "Attes Arkiaevai pose [questo monumento] al re Mida Lavalta (o il pastore dei popoli)". 2. Iscrizioni neofrigie del sec. II d. C., per lo più formule di maledizione contro i profanatori di tombe, aggiunte a iscrizioni tombali greche, per es.: ios ni semun knumane kakun abberet, tos ni me zemelo ke deos etittetikmenos eitu "chi apporta nocumento a questa tomba, sia votato agli dei celesti ed inferi!". Nel 1926 nella regione di confine tra la Frigia e la Misia fu trovata un'iscrizione in una lingua arieggiante il frigio, forse in lingua misia. Il frigio appartiene allo stesso gruppo linguistico del tracio, ma non ha i caratteristici nomi proprî di questo. Esso presenta tracce di una modificazione delle consonanti esplosive. L'armeno, come già era noto agli antichi, è strettamente connesso col frigio; secondo Erodoto l'Armenia era una colonia frigia e gli Armeni avevano le stesse armi dei Frigi.
Bibl.: V. Tomaschek, Die alten Thraker, in Sitzungsber. wien. Ak., CXXVIII, CXXX, CXXXI (1893-94); P. Kretschmer, Einleitung in d. Geschichte d. griech. Sprache, Gottinga 1896, pp. 171-243; N. Fokl, in Ebert, Reallexikon d. Vorgeschichte, s. voci Phyger e Thraker. Iscrizioni frigie in J. Friedrich, Kleinasiatische Sprachdenkmäler, 1932, p. 123 segg.; l'iscrizione tracia dell'anello, ivi, p. 148 (con bibl.).