Tragemi de la mente amor la stiva
Di questa sua canzone, a tutt'oggi perduta, D. cita l'incipit in VE II XI 5, allegandola come esempio di stanza in cui le volte superano la fronte per numero sia di sillabe che di versi; e precisa: Fuit haec tetrametra frons, tribus endecasillabis et uno eptasillabo contexta; non etenim potuit in pedes dividi, cum aequalitas carminum et sillabarum requiratur in pedibus inter se et etiam in versibus inter se.
Come segnalato da D. De Robertis, nel Cinquecento la canzone era indirettamente nota ad Angelo Colocci che nel codice Vaticano lat. 4823 la segnala da un indice di rime dantesche " Nellibro delle ep(isto)le douidio ", aggiungendo tuttavia: " deest ". Difficile trarre un senso soddisfacente da questo verso isolato. Il Marigo prova a parafrasare: " Amore dominante trae con sé e travaglia il mio pensiero; coll'immagine di Amore, che ha il dominio della mente del Poeta, come l'aratore stando alle stiva dirige l'aratro "; mentre il Pézard traduce dubitosamenta: " De mon esprit Amour tire la barre ". Impossibile comunque, data la segnalazione del Colocci, l'emendamento proposto poi dallo stesso Pézard: Tragemi de la mente, Amor, la spina, con verbo imperativo.
Bibl. - Marigo, De vulg. Eloq. 249-250; D.A., Oeuvres complètes, a c. di A. Pézard, Parigi 1965, 621; D. De Robertis, in " Studi d. " XLI (1964) 116-118; A. Pézard, " La rotta gonna ". Gloses et corrections aux textes mineurs de D., II, Firenze-Parigi 1969, 41-47.