Boccalini, Traiano
, Lo scrittore marchigiano (1556-1613) manifestò un'acuta insofferenza per l'applicazione della poetica classicistica fine Cinquecento allo studio della Commedia nel XCVIII dei suoi Ragguagli di Parnaso, pubblicato, con gli altri della prima centuria, nel 1612: " Dante Alighieri, da alcuni virtuosi travestiti di notte essendo assaltato nella sua villa e maltrattato, dal gran Ronzardo francese vien soccorso e liberato ". È una delle tante briose invenzioni, a sfondo polemico antiformalistico, di quel reporter avanti lettera che fu il B.: fatta irruzione in casa del poeta, alcuni pedanti (i ‛ virtuosi ') gli vogliono estorcere il vero titolo della sua opera, se commedia, tragicommedia, o poema eroico. Esasperati dalla resistenza, prima lo minacciano con le armi, poi lo maltrattano di botte, da ultimo gli danno la corda, finché, attirato dalle grida, accorre il vicino Ronsard che li mette in fuga. Interrogato poi da Apollo in Parnaso, il francese stranamente nega di aver riconosciuto gli aggressori, dei quali farà il nome solo dopo essere stato sottoposto a sua volta a una singolare specie di tortura. Erano stati Alessandro Carriero, Iacopo Mazzoni e un terzo non identificato (cioè l'autore celatosi sotto lo pseudonimo di Ridolfo Castravilla [v.] in una famosa polemica dantesca di fine secolo).
Non sono sembrati a qualcuno del tutto chiari i motivi che indussero il B. a far aggredire D. anche dal Mazzoni, che aveva in realtà difeso il poema, e a farlo salvare dal Ronsard poi reticente; ma in realtà premeva al ‛ menante ' di attaccare, più che i singoli, l'indirizzo dogmatico del classicismo, evidente anche in tante pagine di ‛ difese ' di D. impostate su elementi esteriori. Del resto il B. stesso condivise la stupefazione diffusa ai suoi tempi per un D. divinatore della Croce del Sud, quando nel Ragguaglio XC gli concede un posto fra i più grandi scopritori per avere asserito (Pg 122-27) " il polo antartico, all'età sua non mai veduto da alcuno, essere un gran crociero ".
Nel terzo volume de La Bilancia politica di tutte le opere di T.B. (Castellana [Ginevra] 1678), Gregorio Leti, che ne curò la stampa, inserì nell'apocrifa lettera VI - posteriore alla morte del B. - una trascrizione rimaneggiata della Vita di D. di L. Bruni.
Bibl. - T.B., Ragguagli di Parnaso e scritti minori, a c. di L. Firpo, Bari 1948, 3 voll.; G.B. Marchesi, Della fortuna di D. nel sec. XVII, Bergamo 1898, 10-11; P. Toynbee, Anunrecorded seventeenth century version of the ‛ Vita di D. ' of Leonardo Bruni, Boston 1912; A. Sorrentino, La coscienza poetica di D., in " Giorn. d. " XXX (1927) 190; U. Cosmo, Con D. attraverso il Seicento, Bari 1946, 38; C. Varese, T.B., Padova 1958, 39.