tranquillare
Come transitivo, solo in Pg XII 14 Volgi li occhi in giùe: / buon ti sarà, per tranquillar [in variante per alleggiar, v.] la via, / veder lo letto de le piante tue.
Il valore della locuzione è discusso: " camminar più sicuro " (Scartazzini-Vandelli); " render più piacevole e vario il cammino " (Casini-Barbi); " dare tranquillità, serenità nel procedere per l'erta " (Petrocchi, Introduzione 197); " rendere meno faticoso il cammino " (Fallani); sono, le ultime due, le interpretazioni più convincenti perché, come osserva il Sapegno riprendendo la spiegazione del Daniello (" parer la via meno aspra e grave "), Virgilio vuol dire che D., " volgendosi a contemplare il piano su cui cammina e vedendo in esso scolpiti gli esempi di superbia punita, ne trarrà giovamento all'anima e allevierà la fatica della marcia ".
Che il senso esatto di t. sia " riposare ", " distrarre ", appare evidente nei due esempi in cui compare come intransitivo, accompagnato o no dalla particella pronominale: entro la luce che la fascia si tranquilla / Raab (Pd ne 115), cioè " gode della sua pace eterna " (o, come chiosa Benvenuto, " requiescit "). Analogamente, l'infinito, usato in funzione di sostantivo, vale " svago ", in Rime LX 6 il viaggio ne parrà minore / prendendo un così dolze tranquillare; e si confronti a riscontro Novellino XCIX 1 " lo menò a un suo bellissimo luogo, e là tranquillaro quindici dì ".