Pittore italiano (Pavia 1837 - Milano 1878), fratello del matematico Luigi. Studiò prima a Pavia presso G. Trécourt, poi a Venezia (1852-59), e a Milano con G. Bertini. Le sue prime opere, fino al Marco Polo davanti al Gran Can dei Tartari (1863, Roma, Gall. naz. d'arte mod.), non si scostano dalla maniera storica allora dominante. Il suo linguaggio pittorico più maturo e originale cominciò con I cugini (1870, ivi) e si svolse costantemente fino alla morte: eliminando ogni precisione di contorno il C. avvolse le sue figure in un alone d'atmosfera colorata e polverizzata, d'effetto patetico e suggestivo. Tra le sue opere, significativa espressione della Scapigliatura lombarda, si ricordano: Silenzio amoroso (1873, Roma, Gall. naz. d'arte mod.); Amor materno (1873, Milano, Civica Gall. d'arte mod.); Giovinetta ammalata (1877, Roma, Gall. naz. d'arte mod.); L'edera (1878, Torino, Gall. civica d'arte mod.).