Cremona, Tranquillo
Pittore (Pavia 1837 - Milano 1878). Manifestò fin da giovanissimo una spiccata attitudine per la pittura e studiò prima a Pavia presso Giacomo Trécourt poi con Giuseppe Bertini a Venezia, dal 1852 al 1859, e a Milano dal 1860. Durante gli anni del suo soggiorno nella capitale lombarda frequentò l’ambiente della scapigliatura e, spinto dalle ristrettezze economiche, si dedicò anche alla caricatura politica, collaborando a varie testate umoristiche, come l’«Uomo di pietra», la «Cicala politica» e, dal 1863 al 1870, allo «Spirito folletto» edito da Edoardo Sonzogno. Le sue prime opere, fino al Marco Polo davanti al Gran Can dei Tartari (1863), non si scostavano dalla tradizione allora dominante. Il suo linguaggio pittorico più maturo e originale cominciò con I cugini (1870) e proseguì costantemente fino alla morte: eliminando ogni precisione di contorno, Cremona avvolse le sue figure in un alone d’atmosfera colorata e polverizzata, d’effetto patetico e suggestivo. Tra le sue opere, significativa espressione della scapigliatura lombarda, si ricordano: Silenzio amoroso (1873); Amor materno (1873); Giovinetta ammalata (1877); L’edera (1878).