Trans-Asian railway
<tränʃ èišn rèiluei>. – Collegamento ferroviario ideato dalle Nazioni Unite per unire, con una linea lunga 14.000 km, Singapore a Istanbul. Pianificato negli anni Sessanta del 20° sec., il progetto, dalle rilevanti implicazioni politiche, tecniche e geoeconomiche, bloccato per le difficoltà politiche e finanziarie di paesi chiusi o coinvolti a lungo in conflitti regionali, è stato ripreso e potenziato a partire dagli anni Novanta. Con gli accordi firmati nel novembre 2006 da 17 nazioni dell’UNESCAP (United nations economic and social commission for Asia and the Pacific) e ratificati successivamente (2007) da altri 24 paesi, l’intero programma (costruzione di nuove linee e riqualificazioni di quelle esistenti) si è rimesso in movimento puntando al 2015 per il completamento dei lavori. Le cifre della Trans-Asian railway sono diventate imponenti: una rete di ben 81.000 km, attraverso 26 paesi, sarà in grado di collegare le diverse regioni asiatiche tra loro e quindi con l’Europa. Sarà possibile andare in treno alla Scozia a Singapore, attraversare regioni escluse dai tradizionali itinerari turistici, raggiungere per ferrovia Bangkok da Mosca, via Cina e Laos. Soprattutto potrà essere fortemente intensificato il traffico commerciale e verranno offerte nuove possibilità di sviluppo a regioni finora del tutto isolate. La Trans-Asian railway è stata concepita per articolarsi in quattro principali direttrici: un corridoio settentrionale (32.500 km) attraverso la Russia, il Kazakistan, la Mongolia, la Cina fino alla penisola coreana; un corridoio meridionale (22.600 km) per collegare la Thailandia e la Cina meridionale con la Turchia attraverso il Myanmar, il Bangladesh, l’India, il Pakistan, l’Iran; un subcorridoio di 12.600 km tra i paesi del Sud-Est asiatico (Cambogia, Indonesia, Malaysia, Myanmar, Singapore, Thailandia, Vietnam); un corridoio nord-sud di 13.200 km tra l’Europa settentrionale e il Golfo Arabico attraverso la Russia, l’Asia centrale e la regione caucasica. Le principali difficoltà sono costituite dalla mole degli investimenti, ma anche da questioni prettamente tecniche, come lo scartamento dei binari delle linee esistenti, diverso da Paese a Paese. In Asia le singole reti ferroviarie hanno adottato quattro scartamenti: quello in uso nella maggior parte dei paesi europei, in Turchia, in Iran e in Cina con una distanza tra i binari di 1435 mm, lo standard in uso in Finlandia, Russia e nelle ex repubbliche sovietiche (1520 mm), lo scartamento ancora più largo del subcontinente indiano (1676 mm) e lo scartamento ridotto adottato da alcuni paesi del Sud-Est asiatico. Le soluzioni individuate non prevedono un’unificazione della rete, ma l’adozione di linee a doppio scartamento (standard di 1435 mm più scartamento stretto o largo a seconda dei casi), con il fine di rendere utilizzabile, con qualche limitazione, l’attuale materiale rotabile, vagoni e motrici.