TRANSGIORDANIA (XXXIV, p. 169)
Nel luglio del 1934 il trattato del 1928 con l'Inghilterra fu sostituito da un nuovo accordo (entrato in vigore nel febbraio 1936): la Transgiordania otteneva il diritto (mai esercitato) di nominare consoli nei vicini paesi arabi e cessava di pagare le spese del rappresentante britannico; le barriere doganali con la Palestina erano soppresse.
Questo accordo parve perfezionare l'indipendenza del paese, che tuttavia ricevette poco dopo un grave colpo dalla legge sulla difesa della Transgiordania, promulgata nel dicembre del 1934: nel caso di circostanze "tali da richiedere la difesa del paese o da porre in pericolo l'incolumità delle forze britanniche", essa conferiva all'emiro, "senza diminuzione dell'autorità dell'alto commissario e del rappresentante britannico", i pieni poteri.
Nel 1934 l'emiro ricevette una medaglia d'oro dal papa, "per la protezione accordata ai cristiani, specialmente cattolici, e per l'opera di civilizzazione del suo paese". Non esiste in Transgiordania fanatismo musulmano; ‛Ammān ed el-Kerak possiedona ospedali italiani serviti da suore, es-Salṭ un ospedale anglicano; l'emiro ha sostenuto le rivendicazioni dei greco-ortodossi transgiordanici contro la prelatura ellenica.
Nell'estate del 1935 venne in ‛Amman il principe ereditario sa‛ūdiano e si consolidarono relazioni cordiali fra ‛Abdallāh e Ibn Sa‛ūd. Durante il conflitto italo-etiopico l'emiro ebbe moderate manifestazioni di simpatia per l'Abissinia.
La rivolta palestinese del 1936 ebbe in Transgiordania ripercussioni non gravi. Quando giunse in Palestina la commissione d'inchiesta britannica Peel, l'emiro la ricevette e le inviò memoriali. La relazione di questa Commissione, pubblicata nel luglio del 1937, proponeva (v. Palestina, App.) che la zona araba palestinese formasse con la Transgiordania un solo stato. Tale progetto fu male accolto dagli Arabi palestinesi, che nell'autunno del 1937 iniziarono una nuova rivolta, seguita da severe repressioni. Le speranze di un'espansione della Transgiordania sono così nuovamente compromesse e la questione, sempre insoluta, di el-‛Aqabah fa gravare una minaccia wahhābita su quella regione.
La popolazione della Transgiordania parrebbe in aumento: nel 1937 si calcolava di 310-320.000 ab., dei quali 190.000 sedentarî, 100.000 seminomadi, 30.000 veri nomadi. Il bilancio del 1936-37 portava 420.000 steiline di entrate e 469.000 di spese, deficit dovuto ai provvedimenti difensivi richiesti dalla situazione palestinese. Dal 1921 alla prima metà del 1937 l'Inghilterra aveva pagato alla Transgiordania 1.235.000 sterline di sussidî. In quell'anno il governo transgiordanico riceveva dall'Inghilterra 5000 sterline, il rappresentante britannico 7000; il corpo della frontiera transgiordanica 147.000.