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TRANSITIVO

di Giacomo Devoto - Enciclopedia Italiana (1937)
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TRANSITIVO (fr. transitif; sp. transitivo; ted. transitiv; inglese transitive)

Giacomo Devoto

È il verbo che ammettendo un complemento oggetto esterno, specifica la propria azione limitandola o., etimologicamente, "trasferendola" su un oggetto definito (leggere un romanzo, una poesia; mangiare la carne, il pane). Si oppone perciò ai verbi che ammettono solo l'oggetto cosiddetto interno (vivere una vita felice) oppure non ammettono nessun complemento oggetto (morire di morte naturale) e che son detti "intransitivi". La differenza fra verbi transitivi e intransitivi non è sostanziale ma soltanto formale. Il valore fondamentale del verbo è l'intransitivo: il verbo transitivo può essere costruito intransitivamente, ma non viceversa. Come i due tipi si siano differenziati è detto alla voce verbo. L'opposizione formale fra transitivo e intransitivo è accentuata dal fatto che l'azione passiva del verbo transitivo è indicata dalle forme passive propriamente dette (egli mangia il pane, il pane è mangiato da lui) mentre l'azione passiva del verbo intransitivo (che è impersonale), per quanto non assurda, non è usata (il re arriva a Roma, da parte del re si arriva a Roma).

Per i significati che il vocabolo "transitivo" assume in matematica, v. gruppo, n. 19; uguaglianza.

Vocabolario
transitivo
transitivo agg. [dal lat. tardo transitivus, der. di transire «passare» (supino transĭtum)]. – 1. In grammatica, verbo t. (e uso, valore t., o costruzione t., di un verbo), verbo che esprime un’azione che «transita», cioè si estende dal...
transitàbile
transitabile transitàbile agg. [der. di transitare]. – Detto di luogo per cui si può transitare: strada t. con catene, da autoveicoli per i quali è prescritto o consigliato l’uso di catene per la neve sui pneumatici; o assol.: il valico...
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