TRÁS-OS-MONTES e ALTO DOURO
Provincia del N-E del Portogallo che confina a N e a E con la Spagna, a O con l'antica provincia di Entre Douro-e-Minho e a S con quella di Beira Alta.
L'attuale denominazione risale al 1936, quando furono aggiunte le terre dell'alto corso del fiume Duero (portoghese Douro) alla regione storica di Trás-os-Montes, situata al di là delle sierre de Marão e de Alvão (e da dove deriva il suo nome). La provincia presenta un rilievo molto accidentato che nel corso della storia ha determinato l'isolamento dei suoi abitanti. T. è divisa in due distretti, Vila Real e Braganza; dal 1599 la città di Vila Real è il capoluogo della provincia.Con la conquista romana la regione di T. rimase incorporata alla provincia Callaecia, creata da Diocleziano nel sec. 3°, e apparteneva al conventus giuridico di Bracarum, salvo la 'Terra de Miranda' che apparteneva al conventus Asturum.Dopo il foedus (411), la provincia Callaecia passò nelle mani degli Svevi, essendo Braga la capitale del loro regno. Contemporaneamente a questi fatti visse Idazio, vescovo di Chaves dal 427, autore di un Chronicon che giunge fino all'anno 469. All'interno dell'organizzazione ecclesiastica promossa da s. Martino di Braga (ca. 510-579), grazie alle notizie del Parochiale Suevum (David, 1947), si sono potuti identificare nell'attuale territorio transmontano alcuni dei pagi svevi esistenti a metà del sec. 6°, dipendenti dalla diocesi di Braga: Pannonias (Panoias), Laetera (Ledra), Brigancia (Braganza), Valle Aritia (Vilariça), così come quelli di Aliste, Astiatico, Tureco, Anueco, Supelegio (de Jesús da Costa, 1959; De Almeida Fernandes, 1968; Maria Neto, 1975). Nel 585 il re Leovigildo si impadronì di Braga, annettendo il regno svevo a quello visigoto.A pochi chilometri da Lamego, diventata sede vescovile tra gli anni 561 e 572, è la parrocchia di São Pedro de Balsemão, dove si conserva un'iscrizione funeraria incisa per "Florencia virgen de Cristo" nel 588 (Vives, 1969, nr. 85). Gran parte degli alzati e degli elementi decorativi di questa chiesa, considerati fino a poco fa 'visigoti', corrisponderebbero tuttavia al sec. 10° e sarebbero in relazione con quelli di São Pedro a Lourosa (Fontaine, 1978; Kingsley, 1980; Ferreira de Almeida, 1986; Caballero Zoreda, 1991).Le incursioni arabe, iniziate nel 711, fecero sì che il re Alfonso I delle Asturie (739-757) ordinasse di abbandonare, tra le altre, le terre portoghesi situate a N del Duero, fatto questo di cui risentì l'organizzazione ecclesiastica delle diocesi di Braga e Lamego (de Jesús da Costa, 1959). Durante il regno di Alfonso III delle Asturie (866-912) si realizzò la presuria di Chaves a opera del conte Odoario (872). A mano a mano che avanzava la Reconquista, il vescovo di Astorga andava estendendo la sua giurisdizione sui territori situati a S della sua diocesi: la zona settentrionale del distretto di Braganza rimase sotto il suo mandato fino al 1103, data della bolla papale di Pasquale II, che gli ordinava di restituire al vescovo di Braga i territori di Braganza, Aliste e Ledra (Liber fidei, f. 2v, nr. 6). Nel 1057, la città di Lamego fu riconquistata da Ferdinando I di Castiglia e la sua diocesi rimase alle dipendenze di Coimbra fino alla seconda metà del 12° secolo.Con la creazione della contea e, successivamente, del regno di Portogallo, le frontiere del territorio di T. divennero fluttuanti, a causa delle discordie esistenti con il regno di León; ambedue le corti infatti cercavano di guadagnarsi la fiducia dei conti dei territori confinanti. Nella Terra di Panoias comparve, nella prima metà del sec. 12°, la nobile famiglia dei Guedões proveniente dalla regione di Chaves; a Braganza, la cui regione mantenne sempre importanti legami con i territori leonesi di Astorga e di Zamora, si stabilì fin dal 1072 la famiglia dei Braganções, provenienti dal regno di León (Mattoso, 1982). Nel 1087 il vescovo Pietro di Braga consacrò la chiesa di São Miguel de Outeiro Seco (Chaves), ricostruita nel 1758. In una casa vicina furono reimpiegati due bassorilievi scolpiti che sono in relazione per il loro stile con i primi esempi di arte figurativa asturiana e con le sue varianti gallego-leonesi (Real, 1990).Nell'ambito dell'arte romanica risaltano per la loro decorazione scultorea i portali delle chiese di São Pedro das Aguias, di São Salvador de Carrazeda de Anciães o di Santa Maria de Pitões das Junias. I primi due sono esempi della corrente artistica che assimilava modelli stranieri portati dai Benedettini, corrente scultorea che si sviluppò durante la seconda metà del sec. 12° con archivolti decorati in senso longitudinale con figure umane, motivi zoomorfi o timpani istoriati che suggeriscono l'arte di Rates, Arões e São Pedro di Coimbra (Vitorino, 1925; Ferreira de Almeida, 1975; Graf, Mattoso, Real, 1987); l'ultima chiesa si associò nel 1247 al monastero cistercense di Bouro, manifestando nella sua struttura architettonica relazioni con la chiesa di Tarouca e nella sua decorazione ornamentale con le chiese di Manhente e Nogueira. Il portale della chiesa di Granjinha (vicino a Chaves) coniuga un sentimento plastico barocco con un repertorio animalistico. La chiesa di Santa Maria de Almacave a Lamego, il cui nome indica che era situata a fianco di un antico cimitero arabo e che si fa risalire alla metà del sec. 12°, conserva il portale occidentale con un repertorio scultoreo in cui sono ripresi temi di Travanca e Tarouquela (Cordeiro Laranjo, 1980). La chiesa dell'antico monastero benedettino di Castro de Avelães (Braganza) è costruita in laterizio (caso unico in Portogallo), seguendo il modello spagnolo di Sahagún e risentendo dell'influenza mozarabica. Se ne conserva il capocroce tripartito, a pianta semicircolare e scalare. I muri esterni e interni sono ricoperti da serie di arcate cieche sovrapposte. L'edificio servì da modello per la chiesa di São Francisco a Braganza (Vitorino, 1928). Le chiese rurali di Santa Maria de Azinheira, Algosinho, Adeganha e Vinhais presentano una semplificazione o una rinascita tardiva della scultura naturalistica. A Braganza si trova la Domus municipalis, unico esempio in Portogallo di edificio romanico civile sopravvissuto, forse della fine del sec. 12° o dell'inizio del successivo. È a pianta pentagonale irregolare, con una galleria continua di arcate che circonda tutto l'alzato, poggiando su un alto zoccolo di pietre squadrate, e sorge su una cisterna sotterranea coperta da una volta a botte (Domus Municipalis, 1936). Nella chiesa di Poiares da Régua, dove ancora oggi si conserva, fu trovata una croce d'argento del 1225, del monaco ospitaliere Afonso Mendes (Nogueira Gonçalves, 1983).Un gruppo scultoreo gotico di un'Annunciazione datata al secondo quarto del sec. 13° si trova nella chiesa di Carrazedo de Montenegro (Valpaços). Il suo stile è in relazione con l'opera del maestro Matteo del Pórtico de la Gloria della cattedrale di Santiago de Compostela e con il Pórtico del Paraíso della cattedrale di Orense (Ferreira de Almeida, 1983). A Lamego (Mus. de Lamego) si conserva il sarcofago di Doña Blanca, in origine abbinato a quello di suo marito, il conte Pedro de Barcelos, nella chiesa di São João di Tarouca. La lastra frontale è decorata con scene di caccia al cinghiale. Sono ambedue della metà del 14° secolo.A causa delle numerose guerre sostenute con i re leonesi e castigliani, molte delle città situate sui confini di T. furono fondate intorno a un castello e fortificate con mura, nei secc. 13° e 14°: Montalegre, Chaves, Monforte de Rio Livre, Braganza, Algoso, Ansiães e Freixo de Espada á Cinta. In quest'ultimo caso è da notare la Torre do Galo, di forma ettagonale.
Bibl.:
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Fonti edite. - Idazio, Chronicon, a cura di A. Tranoy, in SC, CCXVIII-CCXIX, 1974; L. De Sancto Thomás, Benedictina Lusitana, 2 voll., Coimbra 1644-1651 (ed. a cura di J. Mattoso, 2 voll., Lisboa 1974); Duarte d'Armas, Livro das Fortalezas, a cura di M. Da Silva Castelo, Lisboa 1990; Liber fidei sanctae Bracarensis ecclesiae, a cura di A. de Jesús da Costa, I, Braga 1965; J. Contador de Argote, Memorias para a história eclesiástica do Arcebispado de Braga, Lisboa 1732.
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