TRASAMONDO
(I). – Duca di Spoleto, è conosciuto soltanto sulla base della Historia Langobardorum di Paolo Diacono, e se ne ignora di conseguenza la data, anche approssimativa, e il luogo di nascita.
Era conte di Capua nel 662, nel momento in cui Grimoaldo, duca di Benevento, si lanciò alla conquista del regno, nel vivo del contrasto tra Pertarito e Godeperto. Mentre Grimoaldo si dirigeva verso Pavia, Trasamondo operò per qualche tempo nei territori longobardi dell’Italia centrale, con l’obiettivo di reclutare dei sostenitori a Spoleto e in Tuscia. Successivamente raggiunse l’esercito di Grimoaldo in Emilia, presso Piacenza.
Rimasto dunque al fianco di Grimoaldo, Trasamondo fu ricompensato per la sua fedeltà, quando il duca di Benevento divenne re. In effetti, dopo aver liberato Benevento dalla minaccia bizantina con l’appoggio in particolare di Mitola, il nuovo conte di Capua, Grimoaldo non solo assegnò a Trasamondo il ducato di Spoleto (nel 663, probabilmente nel mese di giugno), in sostituzione di Atto, ma gli diede anche in sposa una delle sue figlie.
Del governo del Ducato di Spoleto da parte di Trasamondo, durato una quarantina d’anni, non si sa nulla, se non che egli condivise l’incarico con il fratello Vachilapo (non altrimenti noto).
La storia politica dei Longobardi, prima e dopo il trasferimento in Italia, fornisce vari esempi di collegialità tra fratelli, più o meno pacifica: oltre a Pertarito e Godeperto, Cacco e Taso in Friuli. Paolo usa l’avverbio pariter (Historia Langobardorum, a cura di L. Bethmann - G. Waitz, 1878, p. 175) per indicare questa cogestione, e non dà alcun indizio che lasci pensare a una suddivisione territoriale.
Terminus ad quem per la morte di Trasamondo è il 703, quando gli successe forse il figlio Faroaldo II ; la prima attestazione certa è del 705.
Fonti e Bibl.: Paulus Diaconus, Historia Langobardorum, a cura di L. Bethmann - G. Waitz, in MGH, Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum saec. VI-IX, Hannoverae 1878, l. IV, cap. 51, p. 138; l. V, cap. 16, p. 151; l. VI, cap. 30, p. 175; Gregorio di Catino, Annales Farfenses, a cura di I. Giorgi - U. Balzani, in Il regesto di Farfa, II, Roma 1879, p. 11.
A. Jenny, Geschichte des langobardischen Herzogthums Spoleto von 570-774, diss., Basel 1890, pp. 29-32; C. Brühl, Chronologie und Urkunden der Herzöge von Spoleto, in Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, LI (1971), pp. 15 s.; H. Zielinski, Studien zu den spoletinischen Privaturkunden des 8. Jahrhunderts und ihrer Überlieferung im Regestum Farfense, Tübingen 1972, pp. 9, 225 s.; S. Gasparri, I duchi longobardi, Roma 1978, p. 76; P. Delogu, Il regno longobardo, in Storia d’Italia, diretta da G. Galasso, I, Torino 1980, p. 90; P.M. Conti, Il ducato di Spoleto e la storia istituzionale dei Longobardi, Spoleto 1982, ad ind.; J. Jarnut, Geschichte der Langobarden, Stuttgart 1982, p. 60; Id., Faroaldo, in Dizionario biografico degli Italiani, XLV, Roma 1995, pp. 169 s.; M. Costambeys, Power and patronage in early medieval Italy. Local society, italian politics and the abbey of Farfa, c. 700-900, Cambridge 2007, pp. 64 s.