trascorrere (transcorrere)
Compare nella Commedia, quasi sempre in rima, e in un esempio del Convivio.
In senso proprio, quale transitivo, vale " percorrere un luogo o uno spazio, passando oltre " e implica l'idea che il cammino iniziato sia portato a compimento. Di qui la convenienza della metafora usata da Virgilio per ricordare a D. come la ragione umana, aiutata dalla cognizione degli effetti, conosce bensì l'esistenza della causa prima, ma non può in alcun modo scoprire da sola l'intrinseco perché e il come dell'operare di Dio uno e trino: Matto è chi spera che nostra ragione / possa trascorrer la infinita via / che tiene una sustanza in tre persone (Pg III 35).
Ha accezioni diverse quando è seguito dal complemento di moto per luogo. Vale " percorrere un determinato itinerario " nella descrizione del modo seguito da Cacciaguida per discendere dal braccio destro della croce di Marte ai piedi di essa: né si parti la gemma dal suo nastro, / ma per la lista radïal trascorse (Pd XV 23). Il significato etimologico del verbo è piegato in tutt'altra direzione allorquando è usato per indicare la subitaneità con la quale una luce improvvisa e balenante " si diffonde " per la foresta del Paradiso terrestre: Ed ecco un lustro sùbito trascorse / da tutte parti per la gran foresta (Pg XXIX 16). Con la stessa costruzione ricorre in senso estensivo con l'accezione di " percorrere con gli occhi ", " spingersi avanti con lo sguardo ": Però che tu trascorri / per le tenebre troppo da la lungi, / avvien che poi nel maginare abborri (If XXXI 22): " volendo guardare troppo lontano in quest'aria tenebrosa, ti figuri di vedere quel che non è " (Scartazzini-Vandelli).
Le accezioni figurate si collegano al significato di " percorrere con la mente " e quindi " esaminare ", " considerare ", ma anche in questo caso assume sfumature semantiche particolari a seconda del contesto. Così, in Cv III XII 1 la litterale sentenza transcorrerò per questa [cioè per l'esposizione allegorica] volgendo lo senso... là dove sarà mestiere, D. vuol dire che sottoporrà a nuovo esame il testo già chiarito secondo il senso letterale, limitandosi a dare sommari chiarimenti secondo il senso allegorico, là dove sarà necessario. Quando invece Beatrice deplora che i predicatori, per far bella figura, escogitino opinioni sottili e fantasiose trascurando le semplici verità del Vangelo, il verbo allude a uno sviluppo della trattazione minuto e accurato, persino esagerato; è questa l'interpretazione comunemente accolta per Pd XXIX 95 Per apparer ciascun s'ingegna e face / sue invenzioni; e quelle son trascorse / da' predicanti e 'l Vangelio si tace; solo il Fallani, meno plausibilmente, attribuisce a trascorse il significato di " trattate senza matura riflessione ".
A una metafora ancor più complessa, ma altrettanto non concordemente interpretata, ricorre s. Pietro per rassicurare D. che la natura della fede è stata da lui chiarita a sufficienza nei suoi termini essenziali: Assai bene è trascorsa / d'esta moneta già la lega e 'l peso; / ma dimmi se tu l'hai ne la tua borsa (Pd XXIV 83): della preziosa moneta della fede, passata e ripassata fra le mani (trascorsa), D. ha ben valutato la lega e il peso, cioè, fuor di metafora, ha dimostrato di ben conoscerla. Così spiegano quasi tutti i commentatori; solo il Torraca, attribuendo a è trascorsa come soggetto sottinteso s. Pietro invece di D., interpreta " l'ho trovata giusta di peso e di lega ".
Quando è intransitivo, t. ha il significato di " passare ", " andare oltre " se il soggetto è di persona (Pg XVIII 128 Io non so se più disse o s'ei si tacque, / tant'era già di là da noi trascorso; If XXV 34), e di " esser compiuto " (ma con implicita l'idea di moto) quando il soggetto è di cosa: prima che 'l primo passo li trascorra, Pg XXVI 38. Analogamente, in senso figurato, vale " passare da un argomento all'altro ": Però trascorro a quando mi svegliai (XXXII 70).
Altre volte, sempre in senso figurato, significa " andare oltrei limiti " della giustizia o della convenienza: Pd IV 63 Questo principio [cioè la dottrina degl'influssi astrali], male inteso, torse / già tutto il mondo quasi, sì che Giove, / Mercurio e Marte a nominar trascorse, tanto che gli uomini " giunsero al punto " di attribuire agli astri il nome di dei; così lo usa s. Benedetto per alludere alla corruzione attuale degli ordini religiosi: se guardi 'l principio di ciascuno, poscia riguardi là dov'è trascorso [a qual segno ciascuna di queste istituzioni " è decaduta "], / tu vederai del bianco fatto bruno (XXII 92).